Dopo la denuncia Usa al WTO, la Cina accetta di rivedere il regime fiscale sui chip d¿importazione

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Gli Stati Uniti e la Cina hanno finalmente risolto i contrasti relativi alle tasse di accesso sul mercato cinese dei semiconduttori di fabbricazione straniera, che aveva portato il governo americano a fare ricorso alla Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO).

I produttori americani di chip, come Intel Corp. e Micron Technology, si erano infatti lamentati contro il surplus di Iva applicato da Pechino sui semiconduttori importati: ai microchip prodotti all”estero era applicata un”Iva del 17 per cento; per quelli di fabbricazione locale l”imposta era invece scontata al 3 per cento.

Formalmente l”aliquota del 17% colpiva tutti i semiconduttori, ma se i prodotti erano fabbricati in Cina il fisco rimborsava alle societ&#224 il 14%.

Il 18 marzo scorso, quindi, l¿amministrazione Bush aveva fatto ricorso contro questo regime fiscale, ritenendolo una barriera commerciale ingiusta e discriminatoria.

L”accordo appena stipulato diverr&#224 operativo dal 1 aprile 2005 e prevede che la China interrompa la pratica del rimborso fiscale ai produttori nazionali di semiconduttori.

La tesi degli Usa era stata sostenuta anche dall¿Unione europea, che giudicava la pratica lesiva per le regole sulla concorrenza internazionale e per il timore che essa potesse essere applicata anche ad altri settori.

D¿ora in poi, quindi, tutti i prodotti semiconduttori venduti in Cina, siano essi importati o prodotti nel Paese, avranno un¿imposta livellata al 17%.

La China Semiconductor Industry Association ha comunque dichiarato che l¿accordo ha pi&#249 un valore simbolico che un impatto pratico sull¿industria.

¿L¿impatto sull¿industria locale sar&#224 limitato poich&#233 l¿estensione dei rimborsi ammonta a poche centinaia di milioni di yuan¿.

Robert Zoellick, il Rappresentante per il Commercio degli USA, ha commentato l¿accordo definendolo ¿¿un risultato reale e concreto, nonch&#233 il completamento della risoluzione relativa al WAPI, conclusa nel mese di aprile¿.

L¿accordo, continua Zoellick, ¿¿assicurer&#224 alle aziende hi tech americane l¿accesso senza discriminazioni a uno dei mercati mondiali a maggiore crescita¿.

Ad aprile di quest¿anno il governo cinese, dopo una disputa con alcune societ&#224 internazionali, ha anche ritirato l¿imposizione in capo agli operatori di telecomunicazioni wireless di fare uso del software di controllo ed encryption ¿Wired authentication and privacy infrastructure¿ (WAPI).

Anche questa volta, determinante &#232 stata la presa di posizione delle maggiori societ&#224 hi tech Usa -Intel e Nortel Networks per tutti- sull¿incompatibilit&#224 del WAPI con gli standard di sicurezza wireless (IEEE 802.11 and 802.11b).

La Cina &#232 attualmente il terzo mercato mondiale per i dispositivi semiconduttori, con valore di mercato di circa 19 miliardi di dollari ed &#232 previsto che, entro il 2010, cresca fino a divenire il secondo.

A fronte del calo globale delle vendite di apparecchiature per la produzione di circuiti integrati, la Cina conferma infatti l¿ottimo stato di salute dell¿industria locale, avendo registrato un balzo del 21% e stime di crescita del 31% quest¿anno.

Nel 2003, gli Usa hanno esportato in Cina circuiti integrati per un valore di 2,2 miliardi di dollari.

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Alessandra Talarico