Clamorosa sentenza negli Usa: gli ISP hanno diritto a monitorare e leggere la posta degli utenti

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Con unadecisione che non mancher&#224 di far discutere, una Corte degli Stati Uniti ha stabilito che i fornitori di servizi di posta elettronica hanno il diritto di monitorare, leggere e copiare le eMail senza il consenso degli abbonati.

Con una maggioranza di due voti a uno, la Corte d¿Appello del Massachusetts ha dunque spazzato via la nozione che i servizi di posta elettronica debbano godere della stessa protezione legislativa dalle intromissioni esterne riservata alla posta tradizionale e alle chiamate telefoniche.

I giudici hanno stabilito infatti che, dal momento che le eMail vengono registrate sui server dei fornitori d¿accesso prima di essere inviate al destinatario, esse non sono soggette alle stesse garanzie applicate alle intercettazioni telefoniche o all¿apertura dei documenti in transito nei sistemi degli uffici postali americani.

In sintesi: visto che le comunicazioni vengono memorizzate ¿ sebbene solo per una manciata di nanosecondi ¿ sui sistemi degli ISP, essi hanno il diritto di intercettarle e aprirle.

La sentenza si riferisce al caso di Bradford C. Councilman, proprietario di un sito di vendita di libri antichi e fuori stampa.

L¿uomo, attraverso il sito, offriva ai suoi utenti un servizio gratuito di posta elettronica.

Gentile, avranno pensato i malcapitati.

Quello che per&#242 i sottoscrittori del servizio non sapevano, era che Councilman aveva anche installato un sistema che intercettava e copiava le eMail che gli utenti ricevevano dalla concorrente Amazon.com.

Sebbene Councilman facesse pervenire i messaggi ai loro destinatari, egli aveva modo di leggerli, sapendo in anteprima quello che gli utenti intendevano acquistare e beneficiando di un vantaggio commerciale su Amazon.

Le autorit&#224 accusarono allora la societ&#224 di aver collezionato centinaia di messaggi, in violazione del Wiretap Act, la legge che regola l¿intercettazione delle comunicazioni telefoniche, orali ed elettroniche.

La Corte ha ora stabilito invece che l¿uomo non &#232 passibile di condanna dal momento che le eMail copiate erano immagazzinate nella memoria RAM del suo computer e non intercettate nel momento in cui transitavano sulla linea.

Nessuna violazione, dunque, anche se Councilman copiava i messaggi prima che i destinatari potessero leggerli.

La Corte ha in definitiva riconosciuto nella sua decisione, che il Wiretap Act, scritto prima dell¿avvento di Internet, &#232 forse inadeguato per i moderni mezzi di comunicazione.

Dello stesso parere Kevin Bankston, avvocato dell¿ Electronic Frontier Foundation: ¿Questa decisione &#232 sintomatica che la legge ha fallito ad adattarsi alla realt&#224 delle comunicazioni su Internet e deve essere aggiornata per proteggere la privacy on line¿.

Non si sono fatte attendere, naturalmente le reazioni alla sentenza.

Il giudice Kermit V. Lipez, dice ad esempio che la Corte ha frainteso ¿ o forse preso troppo alla lettera ¿ la legge e che il verdetto avr&#224 effetti attualmente non prevedibili sulla privacy e la sicurezza.

Come molti sostenitori della sacralit&#224 della privacy, il giudice ha posto l¿accento sulle conseguenze della decisione nelle future intercettazioni: sar&#224 infatti sufficiente un semplice mandato di perquisizione per guadagnare l¿accesso a una eMail prima che raggiunga il destinatario, invece di un mandato wiretap, molto pi&#249 difficile da ottenere.

La decisione, dice Lipez, ¿¿sfascia decenni di pratiche e precedenti relative all¿estensione del Wiretap Act e rende la legge irrilevante per la protezione della privacy elettronica¿.

Peter Swire, professore universitario e advisor per la privacy dell¿amministrazione Clinton, spiega che lo scenario &#232 simile a quello sollevato quando bisognava stabilire se i fornitori d¿accesso erano colpevoli del download illegale perpetrato dai loro clienti, visto che i file venivano temporaneamente raccolti sulle loro reti.

In quel caso, i giudici hanno deciso per la non colpevolezza.

Un appello contro la decisione potrebbe creare per&#242dei problemi con l¿FBI, che da tempo preme sul Congresso e la FCC per una maggiore flessibilit&#224 circa il monitoraggio delle comunicazioni elettroniche.

E proprio a questo proposito, i sostenitori delle libert&#224 civili, sono preoccupati che la decisione possa favorire una sorte di Far West dell¿intercettazione delle comunicazioni elettroniche da parte degli ISP, del governo, delle agenzie e della polizia.

Chiunque, infatti, potr&#224 intercettare impunemente la posta elettronica e usarla a suo piacimento.

I grandi ISP americani – AOL, Comcast, EarthLink, Microsoft e Yahoo – si sono subito affrettati a comunicare agli utenti che i loro servizi di posta non sono in alcun modo sorvegliati.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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