Fahrenheit 9/11 di Michael Moore sbanca i box-office americani

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Il documentario anti-Bush del regista Michael Moore, Fahrenheit 9/11, ha fatto gran pubblicit&#224 della sua uscita negli Stati Uniti e si &#232 immediatamente piazzato al vertice della classifica dei film pi&#249 visti, nonostante sia stato visto solo in alcune sale.

Il film, che attacca in maniera molto duro il modo con cui il governo americano ha condotto la guerra contro il terrorismo di Al Qaeda, dovrebbe essere riuscito ad arrivare a 21,8 milioni di dollari di incassi questo fine settimana, secondo le stime provvisorie diffuse ieri dalla societ&#224 Exhibitor Relations.

Questi dati sono stati accolti con soddisfazione dai distributori indipendenti, che avevano raccolto la sfida di far uscire il film controverso in 868 sale ¿ un record per questa categoria di film, ma molto lontano dalle migliaia di sale di cui dispongono solitamente i grossi successi.

Tre giorni dopo la sua uscita, Fahrenheit 9/11 aveva gi&#224 fatto crollare i record d¿uscita: migliore frequentazione per un documentario, migliore frequentazione per un film diffuso su meno di 1.000 schermi (al secondo posto dopo Rocky 3 nel 1982), migliore frequentazione per un vincitore della Palma d¿Oro (dietro Pulp Fiction nel 1994)…

¿E¿ una performance senza precedenti per un documentario¿, si &#232 felicitato il distributore Tom Ortenberg, presidente degli studios canadesi Lions Gate Films.

Il risultato &#232 tanto pi&#249 notevole per il fatto che Fahrenheit 9/11 &#232 stato vietato dall¿organismo di controllo ai giovani, per via delle immagini ritenute ¿violente e aggressive¿.

I giovani che hanno meno di 17 a meno non possono vedere il film a meno che non accompagnati da un genitore o un tutore.

Il piccolo terremoto politico scatenato, ha visibilmente offerto una pubblicit&#224 formidabile a Michael Moore, spingendo gli americani a prendere d¿assalto i cinema per vedere cosa ha prodotto il polemico regista da far tremare le poltrone della nomenklatura Usa.

A cinque mesi dall¿elezioni presidenziali, che si terranno il prossimo 2 novembre, il documentario di Moore si &#232 messo proprio al centro di una battaglia che vede impegnati da un lato i conservatori che invitano al boicottaggio del film, dall¿altro i liberali che cercano sostegno.

¿Lo spirito di questo film ¿ ha sottolineato il regista in un comunicato di ieri ¿ &#232 di mettersi dalla parte dei soldati in Iraq, osando chiedere, ci&#242 che vorrebbe fare la maggioranza degli americani: perch&#233 i nostri soldati sono l&#224?¿.

Michael Moore ha continuato dicendo che si tratta di ¿¿una domanda che avrebbe dovuto essere posta un anno fa ed &#232 per questo che il film sta andando cos&#236 bene e perch&#233 io sono cos&#236 fiero¿.

Lo scorso anno, Moore era stato fischiato nella serata degli Oscar, quando aveva denunciato l¿intervento americano in Iraq gridando ¿vergognati Bush¿.

Con il suo film, Moore spera di contribuire alla sconfitta dell¿attuale presidente Usa, anche se gli analisti sostengono che avr&#224 presa solo su coloro che sono gi&#224 schierati contro George W. Bush.

Promettendo che l¿estate ormai arrivata sar&#224 ¿L¿estate di Michael Moore¿, i distributori hanno gi&#224 previsto di aumentare il numero delle sale nelle quali sar&#224 proiettato il documentario.

“Fahrenheit 9/11 &#232 ben partito per celebrare con gran risonanza l¿anniversario dell¿America, il weekend del 4 luglio¿, giorno della Festa nazionale, hanno assicurato con una punta di provocazione.

Tom Ortenberg ha visto nel trionfo del film la prova della sconfitta della censura.

Fahrenheit 9/11, che &#232 centrato in modo particolare sui rapporti tra la famiglia Bush e quella di Osama Bin Laden, &#232 stato prodotto dagli studios Miramax, controllata della Disney, diretta dai fratelli Harvey e Bob Weinstein.

Inizialmente avrebbe dovuto approfittare della grande capacit&#224 di distribuzione della Disney, ma il presidente Michael Eisner ha rifiutato che una societ&#224 ormai nota in tutto il mondo come emblema dell¿entertainment, possa essere associata a un film con delle chiare motivazioni politiche.

¿Dietro questo film si cela un dibattito politico nazionale che ci avrebbe alienato la met&#224 della popolazione¿, ha commentato Eisner.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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