RCS MediaGroup prepara lo spin off. Resta l¿incognita di Mister Tod¿s

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La societ&#224 italiana RCS MediaGroup sta vagliando la ¿cessione di alcune attivit&#224¿, ma non ha ancora preso alcuna decisione in merito.

Gi&#224 da tempo circolavano alcune indiscrezioni sulla possibilit&#224 che il Gruppo decidesse di separare le attivit&#224 della stampa ¿ Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, El Mundo e altre riviste ¿ da quelle che riguardano l¿editoria – Rizzoli, Fabbri, Bompiani in Italia, Flammarion in Francia ¿ per dar vita a due societ&#224 separate, prevedendo poi la quotazione in Borsa della societ&#224 scissa, RCS2.

Nel comunicato di oggi, la societ&#224 conferma che il dossier &#232 allo studio ma “ad oggi – precisa – non &#232 stato conferito alcun mandato di advisory n&#233 il tema ha ancora formato oggetto di esame da parte del Cda”.

“E” stata avviata la verifica se vi siano altri possibili interventi aggiuntivi e complementari, rispetto a quelli gi&#224 contemplati nel piano, che possano favorire un”ulteriore e pi&#249 accelerata creazione di valore per gli azionisti” e “tra gli interventi &#232 stata presa in esame – si legge nel comunicato – anche la separazione di alcune attivit&#224″.

Le articolazioni di questo progetto potrebbero essere per&#242 pi&#249 di una.

L”ipotesi iniziale era quella che vedeva Gemina assumere il controllo di RCS2, con le attivit&#224 libri e la partecipazione in Unedisa (quindi El Mundo) in cambio della cessione della quota RCS e del passaggio dell”Amministratore delegato Maurizio Romiti dalla holding alla guida della societ&#224 scissa.

Una controproposta, secondo alcuni sostenuta da Mediobanca, prevedrebbe invece un perimetro diverso per RCS2 nella quale non confluirebbe pi&#249 El Mundo.

RCS ha spiegato nel comunicato di restare legata al piano industriale triennale designato a dicembre che prevede tagli di posti di lavoro e investimenti nei suoi core business, ma ha aggiunto che prendendo in considerazione passi ulteriori.

“Tra gli interventi &#232 stata presa in esame anche la separazione di alcune attivit&#224”, spiega la nota, aggiungendo che il tema non &#232 ancora stato oggetto di esame da parte del Consiglio di amministrazione, ma &#232 probabile che i consiglieri inseriscano un nuovo appuntamento in agenda per la fine del mese.

Cos&#236 come, tra maggio e giugno, dovrebbero riunirsi anche gli azionisti del sindacato in vista del rinnovo del patto in scadenza il 30 giugno.

Sul tavolo restano infatti da discutere gli ingressi di Diego della Valle e di Salvatore Ligresti.

Alcuni rumor di Borsa, danno addirittura come possibile che una cordata con a capo Diego Della Valle (Gruppo Tod¿s) possa fare un¿offerta per rilevare il 20-30% di RCS MediaGroup.

Della Valle si &#232 comunque astenuto dal fare commenti su questa possibilit&#224.

La data della riunione “non &#232 stata ancora convocata – aveva detto Franzo Grande Stevens a fine aprile – comunque, abbiamo detto che ci vedremo tra un mesetto”.

I principali azionisti di RCS MediaGroup sono il Gruppo Fiat (10,21%), Mediobanca (13,1%) e la holding della famiglia Romiti, Gemina (9,21%).

Recentemente diversi cambiamenti hanno riguardato la gestione della societ&#224. Nell¿ultimo Cda, la societ&#224 ha deciso di sciogliere anche i legami con la tedesca Burda Media.

¿Avvalendoci delle caratteristiche del contratto e dei patti parasociali – aveva detto Cesare Romiti nel corso dell”ultima assemblea, a proposito della joint venture con il Gruppo tedesco nei periodici di cui controlla il 60% – abbiamo dato recesso dai patti parasociali stessi e chiesto lo scioglimento di qualsiasi accordo con il socio”.

A questo va ad aggiungersi anche il ritiro dalla corsa per rilevare gli asset di della francese Editis (ex Vivendi Universal Publishing) messo in vendita dalla societ&#224 Lagard&#232re.

RCS aveva spiegato che dopo aver analizzato i documenti di questa operazione, aveva ¿¿preso la decisione di non fare alcuna offerta per l¿acquisizione¿.

Nell¿occasione, il Gruppo aveva addotto come motivazione ¿l¿eccessiva complessit&#224 dell¿operazione¿, la ¿difficolt&#224 di integrare gli asset messi in vendita con quelle di RCS¿ e ¿il prezzo richiesto¿ dai Lagard&#232re, giudicato eccessivo per il valore di mercato di queste attivit&#224.

I vertici della societ&#224 francese hanno infatti chiesto una somma che si aggira intorno ai 600 milioni di euro per Editis.

Romiti non ha comunque negato l¿interesse della societ&#224 a espandersi sul mercato editoriale francese, dove la societ&#224 ha gi&#224 avviato altri contatti.

Ma per quanto riguarda Editis, si tratta di ¿¿una estrazione di parte di attivit&#224 da alcune societ&#224 – aveva spiegato Romiti – e quindi della costituzione di nuove societ&#224 di cui &#232 difficile capire la capacit&#224 di stare sul mercato¿.

Romiti ha chiarito che i dati disponibili sono a tutt”oggi molto carenti e mancano i dati patrimoniali: ¿Non riteniamo che la nostra valutazione possa avvicinarsi alle attese del venditore¿, aveva concluso l¿Ad della societ&#224.

Stamani si &#232 aperta in terreno positivo la seduta per RCS, in controtendenza rispetto all”andamento del listino. I titoli di via Solferino salivano dello 0,16% a 3,1 euro.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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