SCO perde uno dei suoi maggiori azionisti. Proseguirà la guerra contro Linux?

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Un nuovo duro colpo si abbatte su SCO, la societ&#224 proprietaria del sistema operativo UNIX che ha da tempo dichiarato battaglia al sistema operativo Linux.

La Royal Bank of Canada ha deciso di abbandonare SCO Group, di cui era tra i maggiori investitori e ha ceduto i due terzi della propria quota all¿altro azionista BayStar Capital.

Con un repentino cambio di direzione, la banca ha venduto 20 mila azioni privilegiate a BayStar, trasformando le altre 10 mila in suo possesso in azioni ordinarie, in previsione – forse- di cedere anche queste.

BayStar aveva contribuito lo scorso ottobre al finanziamento della societ&#224, iniettando 50 milioni di dollari per lo sviluppo di software, partnership e acquisizioni nel quadro della strategia Web Services SCOx.

La societ&#224 aveva poi per&#242 cercato di rinegoziare l¿accordo a febbraio, accusando SCO Group di aver violato i termini degli accordi e di non avere le capacit&#224 per portare avanti le battaglie sul copyright, pretendendo dunque il rimborso della quota gi&#224 versata.

La Banca canadese, oltre che essere anch¿essa scontenta del management del gruppo, &#232 stata probabilmente infastidita dalla grande pubblicit&#224 scatenata dal gruppo che ha deciso di trascinare in tribunale IBM, Novell e diverse altre aziende e singoli utenti che utilizzano il sistema operativo Linux.

SCO ha cominciato la sua battaglia all¿inizio del 2003, portando in tribunale IBM e chiedendo un risarcimento milionario, accusando la maggiore azienda produttrice di PC di aver copiato e distribuito illegalmente parti di Unix (codice che SCO avrebbe acquistato da Novell) in Linux.

Da qui la decisione di inviare a 1.500 utenti Linux, una lettera contenente la minaccia di voler perseguire tutti i fruitori del software aperto, grandi e piccoli. Infine, SCO ha proposto agli utenti e alle aziende, copie del software a pagamento per poter usare Unix ¿senza la paura di finire in tribunale¿. Il piano prevede una spesa di 699 dollari per ogni computer che utilizza il software open source. La licenza potr&#224 essere pagata in una sola tranche, ma il costo raddoppier&#224 alla fine del periodo transitorio che scade il 15 ottobre.

IBM non &#232 stata certo guardare, ma ha contrattaccato portando SCO in tribunale con l¿accusa di violazione degli accordi di licenza. IBM tenta di fare valere la tesi secondo cui SCO avrebbe spudoratamente mentito per motivare la propria azione legale e sostiene inoltre che SCO, pretendendo il pagamento di una concessione, viola la licenza di Linux come avrebbe gi&#224 violato la propriet&#224 intellettuale di quattro suoi software. La stessa tesi &#232 sostenuta da Red Hat che accusa SCO di ¿comportamento sleale e ingannevole¿ e rassicura i propri utenti del fatto che le minacce sarebbero solo ¿¿fumo negli occhi, un misero tentativo di controllare la propriet&#224 intellettuale da parte di un¿azienda che pu&#242 fare poco altro¿.

La scorsa settimana, SCO ha reso noto il prossimo licenziamento di circa il 10% dei propri dipendenti per portare alla profittabilit&#224 l”area prodotti Unix.

Dopo il dietrofront di RBC, dunque, BayStar si ritrova ora in una posizione determinante per il futuro di SCO e delle sue battaglie legali: molto probabilmente, la societ&#224 acquister&#224 i diritti d¿uso del sistema operativo e continuer&#224 da solo la difesa del copyright di Unix contro Linux e i suoi adepti.

Questa ipotesi, comunque, &#232 molto improbabile, anche alla luce delle ingenti spese legali che la societ&#224 dovr&#224 affrontare per proseguire quella che la community definisce ormai la jihad contro Linux.

¿Cercheremo di sondare tutte le opzioni migliori per gli azionisti¿, ha dichiarato intanto il portavoce di BayStar, definendo la decisione di acquisire la quota della Royal Bank ¿¿un¿opportunit&#224 strategica e finanziaria¿.

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Alessandra Talarico