Amnesty accusa Microsoft di aver fornito alla Cina le tecnologie per identificare i cyber dissidenti

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Secondo Amnesty International, le tecnologie vendute da Microsoft alla Cina sarebbero state usate dal governo di Pechino per identificare e arrestare i cosiddetti cyber dissidenti, quelle persone, cio&#232, che usano Internet per esprimere le proprie idee politiche o religiose.

In un rapporto, l¿associazione internazionale a difesa dei diritti umani, denuncia Microsoft e altre aziende di settore che avrebbero avuto un ruolo fondamentale nel drammatico aumento di arresti e condanne per crimini legati a Internet.

Amnesty ritiene che Microsoft abbia violato il nuovo codice United Nations Human Rights il quale prevede che le multinazionali ¿¿dovrebbero assicurarsi che i beni ed i servizi da loro forniti non siano usati per abusare dei diritti umani¿.

E critica l¿azienda di Bill Gatesdi non aver fornito una ¿risposta adeguata¿ all¿escalation di abusi compiuti dalle Autorit&#224 cinesi nei confronti dei navigatori.

¿Crediamo che il comportamento di Microsoft non sia stato appropriato n&#233 responsabile. ¿ dice Mark Allison, curatore del rapporto ¿ L¿azienda dovrebbe essere pi&#249 preoccupata riguardo le violazioni dei diritti umani e dovrebbe usare la sua influenza per evitare simili restrizioni alla libert&#224 di espressione e per evitare l¿arresto di persone innocenti¿.

La Cina &#232 uno dei Paesi dove la censura della Rete &#232 pi&#249 attiva: secondo il rapporto, dal novembre 2002 c¿&#232 stato un drammatico aumento del numero di persone arrestate o condannate per aver espresso le proprie opinioni online o per aver scaricato informazioni da Internet: il numero dei prigionieri &#232 salito a 54, con un incremento del 60% rispetto alla fine del 2002. Inoltre, un numero imprecisato di persone rimane in stato di detenzione per aver trasmesso via Internet informazioni sulla diffusione della Sars.

Oltre a Microsoft, sotto accusa sono finiti anche Nortel Networks, Websense Sun Microsystems e Cisco Systems. Quest¿ultima in passato ha sempre negato di creare prodotti appositi per il mercato cinese, dichiarando che ¿¿se il governo di Pechino vuole monitorare la Rete, sono business suoi. Noi siamo politicamente neutrali¿.

Cisco, prosegue Allison, ¿¿non tiene conto del fatto che in prigione finiscono persone che non hanno fatto nient¿altro che esprimere liberamente la propria opinione¿.

Nortel Networks ha reso nota lo scorso la sua intenzione di investire 200 milioni di dollari in tre anni per rafforzare le proprie divisioni di Ricerca e Sviluppo nel Paese.

La Cina bandisce tutti i siti che contengano parole come ¿Tibet¿, ¿Taiwan¿, ¿democrazia¿ o ¿diritti umani¿ e procede all¿arresto di tutti gli internauti – operai, scrittori, avvocati, insegnanti, impiegati della pubblica amministrazione, ex agenti di polizia, ingegneri e uomini d¿affari – che firmano petizioni online, invocano le riforme e la fine della corruzione, hanno tentato di costituire un partito per la democrazia, hanno diffuso ¿voci sulla Sars¿, hanno comunicato con gruppi all¿estero, si sono opposti alla persecuzione della Falun Gong o hanno sollecitato la revisione dei casi giudiziari legati alla repressione del movimento per la democrazia nel 1989.

La maggior parte dei prigionieri sono stati incriminati per ¿sovversione¿ e ¿minaccia alla sicurezza dello Stato¿.

¿Per noi si tratta di prigionieri di coscienza. Rinnoviamo il nostro appello alle autorit&#224 cinesi affinch&#233 siano rilasciati subito e senza condizioni¿ ¿ ha affermato Francesco Visioli, coordinatore Cina della Sezione Italiana di Amnesty International.

Da canto suo, Microsoft si &#232 difesa affermando che l¿azienda &#232 sempre stata risoluta a fornire le tecnologie migliori alle persone, ai governi e alle aziende di tutto il mondo. ¿Tuttavia, ¿ spiega un portavoce al The Observer ¿ l¿uso di queste tecnologie rientra nei compiti individuali e non dell¿azienda¿.

Nonostante la forte censura, l¿uso di Internet appare fortemente in crescita, anche come strumento di solidariet&#224. Proprio l¿invio di messaggi di sostegno reciproco tra gli utenti ha provocato un aumento degli arresti, dice ancora Amnesty nel rapporto.

Secondo le statistiche ufficiali, il numero degli utenti Internet in Cina &#232 salito da 59,1 milioni nel dicembre 2002 a 79,5 milioni nel dicembre 2003, con un incremento del 34,5 per cento che rappresenta una forte minaccia ai tentativi delle autorit&#224 di censurare e sorvegliare le attivit&#224 online della popolazione.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico