P2P: le major americane chiedono una tassa per gli Isp. Intanto Microsoft e Vivendi si alleano per il file-sharing

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Una proposta avanzata dalle major discografiche statunitensi potrebbe modificare profondamente il mondo di Internet. Nell¿ipotesi venisse accolto questo progetto, i fornitori d¿accessi americani dovrebbero tassare gli utenti che si servono delle reti peer-to-peer.

Gli Isp (Internet Service Provider), in altre parole, dovrebbero monitorare e raccogliere i fondi da inviare successivamente come royalty agli aventi diritto.

Questo progetto &#232 nato alcuni giorni fa quando il Socan, l¿associazione che riunisce gli artisti e gli editori canadesi, ha invitato gli Isp a risarcire gli stessi autori per i danni subiti a causa degli utenti che utilizzano i sistemi di file-sharing. Per la Socan, infatti, gli Isp sono direttamente responsabili dell¿operato dei propri utenti.

Altra proposta formulata dalle case discografiche arriva dalla DCIA (Distributed Computing Industry Association). ¿Gli Isp ¿ spiegano dall¿Associazione – dovrebbero raccogliere una quota a parte per gli utenti che intendono far uso di sistemi di file-sharing. Tale quota verrebbe in seguito versata alle major e quindi redistribuita agli aventi diritto¿.

Un¿idea, questa, che potrebbe essere interessante approfondire, ma che solleva anche numerose perplessit&#224, oltre che presentarsi di difficile attuazione.

I fornitori d¿accessi dovrebbero infatti gestire un controllo capillare del traffico di navigazione e identificare, inequivocabilmente, gli eventuali fruitori di software P2P.

Era prevedibile che una simile proposta sollevasse numerose incertezze, specie da parte degli Isp e delle reti di file-sharing; in modo particolare la P2P United si &#232 detta estremamente scettica.

Altra importante iniziativa, &#232 quella che arriva dalle maggiori compagnie informatiche e discografiche mondiali, in alleanza con altre societ&#224, che hanno annunciato che lavoreranno insieme per trasformare il file-sharing da strumento per piratare musica e film dalla Rete, in un sistema potenzialmente portatore di profitto.

Microsoft e Universal Music (Vivendi Universal) sono membri del Content Reference Forum, costituito a marzo per sviluppare un modo universale per distribuire il contenuto digitale.

Il Gruppo ha lanciato ieri un primo set di specifiche tecnologiche allo scopo di creare un sistema in cui gli utenti possano condividere link Internet, chiamati content references, invece di scambiarsi direttamente file di canzoni o film.

Michael Miron, presidente di Content Reference Forum, ha detto che il link funzioneranno sulle attuali reti peer-to-peer, che sono frequentemente utilizzate per le copie illegali.

Ad esempio, se un utente vorr&#224 una canzone in formato Mp3 da un amico che ha il file in un formato differente, il link funzioner&#224 come una specie di mediatore che li aiuter&#224 anche a posizionare il contenuto specifico nella forma appropriata.

Il prezzo potrebbe variare in base alla domanda e ai tipi di file oppure, ad esempio, a seconda delle offerte promozionali delle compagnie.

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Raffaella Natale