Fondi Ue per reti, ricerca e innovazione: 14 miliardi di euro entro il 2010

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Europa



di Pierluigi Sandonnini

Riattivare gli investimenti nelle reti e nella conoscenza in tutta l”Unione europea, colmare il divario con gli Stati Uniti. Questi gli obiettivi del piano d¿azione che la Commissione europea ha presentato ieri. Si tratta di 29 progetti prioritari di reti transeuropee di trasporto e iniziative volte a collocare la Ue all”avanguardia nell”innovazione e nella tecnologia attraverso il lancio di progetti paneuropei in questi settori, rafforzando il pi&#249 ampio programma di riforme strutturali varato al Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000. Come &#232 noto, la proposta della Commissione comprende un programma di avviamento rapido di 56 progetti, che dovrebbero essere intrapresi al massimo entro i prossimi tre anni. Il costo totale degli investimenti da qui al 2010 &#232 pari a circa 38 miliardi di euro per le tratte transfrontaliere chiave della rete di trasporto Ten, 10 miliardi di euro per i progetti chiave delle reti transeuropee nel settore dell”energia e di circa 14 miliardi di euro per progetti legati alle reti di comunicazione ad alta velocit&#224, alla ricerca, allo sviluppo e all¿innovazione. Ne deriva un investimento annuo di circa 10 miliardi di euro, che deve essere coperto da fonti pubbliche e private.

Per quanto concerne le reti a banda larga, in cui &#232 pi&#249 probabile che gli investimenti siano effettuati da privati, il fabbisogno complessivo sar&#224 individuato una volta che gli Stati membri avranno comunicato le loro strategie nazionali su questo settore, attese entro fine anno. La banda larga ha comunque gi&#224 beneficiato di 6 miliardi di euro programmati per il periodo 2000-2006 nel quadro del Fondo strutturale della Ue a sostegno della societ&#224 dell”informazione; i progetti avranno i requisiti per ottenere fino a 7 miliardi di euro messi a disposizione dalla Bei (Banca europea per gli investimenti) nella seconda fase dell¿iniziativa ¿Innovazione 2010¿.

Sia per la banda larga che per i progetti RSI sono ancora in corso ulteriori contatti con le parti interessate per definire meglio l”obiettivo specifico dei progetti all”interno dell”area generale individuata. L”accento posto sulla banda larga, sulla ricerca, sulla conoscenza e sull”innovazione rispecchia le priorit&#224 esistenti all”interno dello spazio europeo della ricerca o gli obiettivi dell”iniziativa eEurope.

Nella relazione finale adottata ieri, la Commissione evidenzia tre questioni: sottolinea l”importanza dell”abolizione delle barriere amministrative e normative che frenano gli investimenti; indica come possano essere finanziati tali progetti, proponendo una combinazione di finanziamenti della Ue e nazionali, di aiuti della Banca europea per gli investimenti e di investimenti privati; istituisce un programma di avviamento rapido (¿quick start¿) che risponde a quattro criteri: maturit&#224, ovvero capacit&#224 di avviarsi entro i prossimi tre anni; dimensione transfrontaliera; impatto sulla crescita e sulle innovazioni; effetti positivi sull”ambiente.

Ecco in dettaglio i progetti nel campo delle reti a banda larga, della ricerca, dello sviluppo e dell¿innovazione inclusi nella quick start list.

1- Banda larga/gap digitale: ha lo scopo di promuovere la copertura a banda larga delle aree remote e rurali;

2 ¿ Comunicazioni e tecnologie mobili: progetti da sviluppare attraverso una piattaforma tecnologica per le comunicazioni mobili;

3 ¿ Ict – ricerca, infrastrutture, reti (GEANT): ha come obiettivo quello di migliorare le reti di ricerca e di istruzione fino a 10 Gbit/s entro il 2005;

4 ¿ Economia dell¿idrogeno: Hypogen – impianti su larga scala per testare la produzione di idrogeno ed elettricit&#224 Hycom – creazione di un numero limitato di comunit&#224 dell”idrogeno nella Ue;

5 ¿ Nanoelettronica: Infrastrutture e progetti in via di definizione con l”industria attraverso la piattaforma per la tecnologia nanoelettronica;

6 ¿ Laser di ultima generazione: ha come obiettivo quello di sviluppare una rete di impianti nazionali laser entro il 2010 e una struttura internazionale entro il 2012;

7 – GMES Global monitoring environment and security: realizzazione della rete di satelliti Gmes, degli impianti e delle applicazioni, per il monitoraggio ambientale e di sicurezza;

8 ¿ Struttura di lancio di Korou: impianto per messa in orbita satelliti e per sviluppo della politica spaziale Ue.

Il tema della politica spaziale &#232 stato affrontato dal commissario europeo per la ricerca Philippe Busquin. Bruxelles chiede di poter contare su 5,3 miliardi di euro l”anno, ossia il 4,6% circa del finanziamento pubblico europeo per il 2003 dei Quindici in materia spaziale, per raggiungere l”obiettivo finale di garantire l”autonomia europea nella gestione dello spazio e nella creazione di propri satelliti. ¿Lo sviluppo della capacit&#224 europea nel campo delle comunicazioni satellitari e dell”osservazioni della Terra comporter&#224 – ha osservato Busquin – importanti vantaggi sociali, economici e commerciali per l”Unione¿.

L”Europa ha gi&#224 adottato un programma per la navigazione satellitare (Galileo), e il prossimo obiettivo riguarda lo sviluppo, entro il 2004-2008, del programma Gmes. Si prevede inoltre di poter lanciare, entro il 2004, un progetto di sviluppo comune tra Ue ed Esa per la creazione di un sistema di comunicazioni satellitari a banda larga per il settore privato attraverso il potenziamento del mercato della telefonia mobile e di Internet veloce. Attualmente i satelliti per le telecomunicazioni coprono il 20% del territorio europeo non servito dai sistemi di comunicazione tradizionali. ¿Dobbiamo renderci conto – ha detto Busquin – che lo spazio &#232 entrato ormai nella nostra vita quotidiana. Basti pensare alla comunicazione con i telefonini oppure ai sistemi di sicurezza gestiti direttamente dal satellite¿. Il commissario ha annunciato che il 27 novembre presenter&#224 il piano di azione sullo sviluppo spaziale al Consiglio competitivit&#224.

Comunicato stampa della Ue (italiano)

Il Rapporto completo (inglese)

Il discorso di Romano Prodi (inglese)

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