Ddl Gasparri: secondo l’opposizione avvantaggia Mediaset, ma dall’azienda rispondono ¿si sparge falsa informazione¿

di Raffaella Natale |

Italia


La Commissione lavori pubblici del Senato procede spedita nel voto del Ddl Gasparri, nonostante le proteste dell’opposizione, in vista della discussione in aula.

Il disegno di legge Gasparri inizierà il suo iter nell’aula del Senato l’8 luglio, l’esame proseguirà fino al 16 con il voto finale sul provvedimento. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama riunitasi ieri sera, per stilare le variazioni dei lavori dell’aula. Il termine per la presentazione degli emendamenti al Ddl in aula scade lunedì pomeriggio prossimo.

Intanto c’è stato il via libera della Commissione lavori pubblici del Senato agli articoli 20, 21 e 22 del Ddl Gasparri, che riguardano il nuovo assetto della Rai e il piano delle frequenze Tv e radio in tecnica digitale.

Si torna in sostanza alla formulazione originale della legge che prevede l’elezione del presidente del Cda con voto a due terzi della Commissione di Vigilanza Rai e l’avvio della privatizzazione nella forma delle public company.

¿Sarà aperta alla privatizzazione, secondo la proposta che avevamo fatto in passato con la nomina del Consiglio di amministrazione con un meccanismo di verifica parlamentare delle designazioni che quindi garantisce pluralismo, non con un esercizio da parte dell’azionista pubblico di un potere che viene invece delegato chiaramente al Parlamento¿, spiega il ministro.

Il testo, sostiene il relatore Luigi Grillo, garantisce per la Rai un presidente di garanzia.

 

Quanto alla discussione sui tempi di durata dell’attuale Cda, Grillo spiega che si riserva di ¿¿presentare in aula un nuovo emendamento che chiarisca una temporalizzazione che a me pare opportuna. Secondo questa scansione di tempi, utilizzeremo tutto il 2004 per avviare la privatizzazione attraverso un’Opv, e per definire il nuovo Cda con i criteri definiti nella norma all’art. 10. Questo in modo da fare una staffetta perfetta, così che il nuovo Cda – conclude il relatore – entri in vigore alla scadenza dell’attuale consiglio, che a mio avviso ha ben operato e quindi merita di finire il suo mandato¿.

Ok anche all’articolo 15 sui limiti antitrust del Sistema integrato delle comunicazioni, che era stato modificato alla Camera da un emendamento proposto da Giuseppe Giulietti (Ds).

Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri sostiene: ¿Il ripristino del tetto del 20% del sistema integrato delle comunicazioni ¿ dice – è una proposta che può non essere condivisa, ma noi ne difendiamo la bontà e la legittimità¿.

Ieri sera i senatori si sono riuniti in seduta notturna (la notte prima la discussione è andata avanti fino alle due del mattino), e poi nuovamente questa mattina per arrivare a varare il provvedimento, come spiega il relatore Luigi Grillo.

Torna anche il limite asimmetrico del 10% per Telecom e viene inserita un’altra norma asimmetrica, sempre proposta dal relatore, che impedisce alle Tv di acquistare giornali per 24 mesi.

Vengono poi introdotte nuove norme sugli affollamenti pubblicitari e l’opposizione parla di evidente vantaggio per Mediaset mentre il relatore Grillo assicura che i tetti attualmente in vigore non verranno toccati.

 

Ma Mediaset controbatte in una nota: ¿L’approvazione in Commissione Lavori pubblici del Senato dell’articolo 15 del Ddl Gasparri non modifica di un euro la situazione economica di Mediaset. Chi sostiene il contrario sparge falsa informazione¿.

¿Il relatore di maggioranza del Ddl – si legge nel comunicato – risponderà come meglio crede alla campagna di disinformazione in atto¿. Mediaset poi puntualizza: ¿L’articolo 15 approvato stanotte riconferma i limiti di affollamento pubblicitario previsti dalla legge Mammì: 18% orario, 15% giornaliero per gli spot più il 5% giornaliero per forme di pubblicità diverse dagli spot¿.

Inoltre, sostiene l’azienda, ¿¿In tema di tele-promozioni, lo stesso articolo 15 recepisce letteralmente la direttiva europea ‘Tv senza frontiere’ su una materia che finora nessuna legge italiana aveva disciplinato diversamente¿.

Ma per il senatore Antonello Falomi (Ds), ¿Mediaset fa disinformazione’, perché adesso ¿con l’art. 15, si legalizza ciò che era illegale traducendo in legge i comportamenti furbeschi di Mediaset. Il beneficio che Mediaset riceverà è quello di poter continuare a fare ciò che prima faceva abusivamente¿. Dello stesso avviso il Ds Vincenzo Vita, che dichiara ¿¿un testo simile, almeno per decenza, non può essere approvato. E’ una questione di decoro per l’Italia. E’ un appello a ripensarci, è un appello a fare una battaglia aspra e durissima¿.

 

Sul fronte della maggioranza, il responsabile informazione di An Alessio Butti, replica: ¿Le polemiche e le ingiurie non fermeranno il processo di innovazione voluto dal centrodestra¿.

Ritiene infatti Butti che ¿quanto rilevato dal Presidente della Repubblica nel messaggio alle Camere dello scorso anno, trovi pieno accoglimento nel Ddl Gasparri’‘.

Sul fronte delle aziende, difende il Ddl Maurizio Costa della Mondadori, mentre lo attacca la Fieg sostenendo che ¿la ratifica dell’esistente, ancora una volta, è la regola praticata in materia televisiva¿.

¿E’ verissimo – spiegano gli editori – che, con la norma approvata sul computo delle tele-promozioni, Mediaset non incrementa di un euro il suo fatturato pubblicitario. Ma ciò perché già oggi Mediaset trasmette le tele-promozioni al di fuori del tetto orario¿. E il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha inviato una lettera al Ministro delle Comunicazioni Gasparri sottolineando l’atteggiamento di disinteresse dimostrato nei confronti della carta stampata e chiedendo modifiche in aula al Senato.

 

¿Esprimo parere favorevole in termini generali sul decreto legge Gasparri perché offre l’opportunità ai media italiani per uscire dal nanismo da cui sono affetti¿. E’ quanto ha invece riferito Maurizio Costa, vicepresidente della Fieg e amministratore delegato di Mondadori, a margine del convegno ‘Comunicare per vincere in tempo di crisi’ promosso da Assolombarda.

In termini di percentuali e tetti pubblicitari, secondo Costa, se ne deve occupare ‘il dibattito politico e il dibattito tra i soggetti che sono coinvolti’, tuttavia, ha concluso, ‘come Fieg riteniamo importante che la carte stampata abbia gli spazi per cogliere la ripresa che tutti stiamo auspicando e che ci auguriamo ci sarà, garantendo il rispetto delle regole e gli equilibri tra i vari soggetti¿.