Internet penalizzato, ma solo dalla Tv?

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L¿Italia fanalino di coda in Europa nell”adozione delle nuove tecnologie informatiche e in particolare di Internet. Questo &#232 il parere del Ministro per l¿Innovazione Lucio Stanca, che attribuisce gran parte delle colpe ai media.

¿I media hanno un”importanza decisiva nella diffusione delle nuove tecnologie ¿ afferma il ministro – Basta pensare a come il cinema degli anni venti e trenta presentava il telefono: i film di quell”epoca hanno imposto uno stile di vita che ha favorito la rapida diffusione delle telecomunicazioni¿.

Secondo Stanca, oggi sui giornali e in Tv si parla di nuove tecnologie solo a proposito di criminalit&#224 o di pirateria informatica.

Il ministro ritiene che i media hanno la colpa di non saper spiegare cosa &#232 veramente Internet.

¿Nelle prime pagine dei giornali, Internet compare solo se ha a che fare con la pedofilia o con il terrorismo; poi c”&#232 la pagina per i patiti di tecnologie. Ma la Rete non &#232 solo per i patiti – dice Stanca ¿ &#232 per la gente comune, per il nonno che va a scoprire nuovi siti assieme al nipotino¿.

¿In Italia i media colgono solo ci&#242 che fa rumore, che eccita le polemiche ¿afferma – Manca il secondo livello, quello dell”approfondimento¿.

Il ministro spiega che sicuramente l¿Italia ha fatto grandi progressi nella dotazione informatica, il 40% della famiglie italiane possiede un computer, ma rimane ancora una grande diffidenza nei confronti del Web.

Come si &#232 pi&#249 volte ribadito, in Italia si spende molto di pi&#249 per i cellulari di quanto non si investa in personal computer, palmari e altri strumenti.

Questo, secondo Stanca, sarebbe uno dei motivi per cui l¿Italia &#232 in tremendo ritardo rispetto ai paesi dell¿Europa del Nord nell¿e-commerce.

¿L”innovazione tecnologica non &#232 un gadget ¿ dice il ministro – forse lo era nel dopoguerra quando il costo del lavoro era pi&#249 basso. Oggi l”alternativa &#232: o diventiamo tutti pi&#249 poveri o usiamo le tecnologie per restare competitivi¿.

Sicuramente l¿impegno per la crescita &#232 una sfida, dice ancora Stanca, ¿anzi la sfida per l”Italia””.

Una sfida che deve tener conto – ha sottolineato il ministro – delle specificit&#224 cos&#236 peculiari del Sistema Italia, della sua struttura industriale, dei suoi punti di forza e di debolezza.

In particolare, ¿Accrescere la competitivit&#224 significa assicurare livelli complessivi di efficienza e di produttivit&#224 del sistema pi&#249 elevati rispetto al passato e, soprattutto, superiori ai nostri concorrenti pi&#249 agguerriti. Per questo servono pi&#249 innovazione e pi&#249 elevati investimenti tecnologici come elemento determinante di sviluppo¿.

La crisi del settore &#232 confermata anche dal rapporto Assinform 2003. In una recente intervista rilasciata a Key4Biz.it, il presidente di Assinform Giulio Koch ha dichiarato che: ¿Se guardiamo al confronto con i 5 anni precedenti, incluso il 2001, il dato 2002 &#232 di evidente discontinuit&#224, nel senso che si &#232 determinata una forte contrazione nella crescita, che impatta sia sulle TLC che sull”IT¿.

Koch ha spiegato che: ¿Nel nostro Paese vi &#232 la peculiarit&#224 di una piccola impresa che ha investito poco e che si confronta con gli investimenti consistenti di una parte della medio-grande impresa (l”80% della spesa IT &#232 concentrata in circa 20.000 imprese, da oltre 50 addetti): questi ultimi non sufficienti a colmare il “divide” dimensionale esistente sul mercato nazionale. Fattore rafforzato anche da quello territoriale, dove in poche Regioni del centro-nord &#232 concentrata gran parte della spesa IT italiana¿.

Koch parla della necessit&#224 di un Patto per l”Innovazione che coinvolga, in una logica di Sistema, tutti i principali attori in campo.

¿In primis il Governo Centrale ¿ sostiene il presidente di Assinfrom – che deve essere driver del processo. Poi i Governi Locali che hanno la possibilit&#224, anche finanziaria, di supportare tale sviluppo. Le stesse imprese, anche tramite gli organismi di rappresentanza, sono chiamate a partecipare alla trasformazione dell”economia italiana in un”economia digitale (pensiamo all”importanza, in questo senso, della logica digitale che dovrebbe guidare i nostri distretti industriali), per il bene della loro competitivit&#224. Infine le universit&#224 e gli enti di ricerca possono svolgere un ruolo importante per recuperare il ritardo che il nostro Paese ha in questo comparto¿.

Rapporto Assinform 2003: intervista a Giulio Koch, clicca qui