Indagini sul Web: i garanti della privacy non sono d¿accordo

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Europa



Sono sempre pi&#249 numerose le autorit&#224 che ricorrono alla Rete per andare a caccia di informazioni professionali o personali, banche dati, o semplicemente abitudini degli utenti.

Secondo alcune fonti legali e industriali, in Gran Bretagna sarebbero oltre un milione le richieste legate alla registrazione o all”intercettazione di dati e informazioni personali. E¿ innegabile che oggi Internet, cos&#236 come le reti telefoniche, sia usato da molte strutture pubbliche, a cominciare dalla polizia e da altri corpi, per avere informazioni aggiuntive per le proprie indagini.

Il dato preoccupante &#232 che altre istituzioni comincino a usare il Web per raccogliere informazioni personali sugli utenti.

E¿ chiaro che con il boom delle transazioni via Internet e via telefono &#232, ad esempio, sempre pi&#249 difficile controllare le identit&#224 personali di consumatori da un lato e societ&#224 di servizi dall”altro, con il risultato che le frodi sono all”ordine del giorno, con un costo per i consumatori britannici pari a poco meno di due miliardi di euro l”anno.

Di fronte alle nuove esigenze legali, &#232 chiaro che le autorit&#224 giudiziarie e di polizia devono poter reperire elementi necessari alle loro indagini, anche se questo pu&#242 voler dire trovarle in Rete. E¿ necessaria anche una normativa ad hoc, da parte del ministero dell¿Interno.

E il problema non &#232 ovviamente relegato al solo Regno Unito. Per quel che riguarda la Ue, era emersa anche qui la proposta che la polizia e i servizi segreti fossero messi in condizione di controllare milioni di eMail personali e tutte le informazioni trasmesse via Internet.

Il progetto, elaborato da Europol, la struttura di coordinamento delle polizie dell”Unione europea, indicava dieci aree nelle quali richiedere la collaborazione delle societ&#224 telefoniche per raccogliere i dati e per contribuire in questo modo alla lotta contro il terrorismo internazionale, il traffico di droga e a prevenire l”uso criminale della rete.

Le societ&#224 che gestiscono siti internazionali si trovano di fronte problemi pi&#249 complessi come quello di registrare le password usate dagli utenti, gli indirizzi che sono stati visitati, informazioni su ogni carta di credito e conto bancario usato per abbonamenti.

Tra i dati da memorizzare anche l”indirizzo di provenienza e di destinazione, i dati personali del mittente l”ora e la data di ogni mail inviata e lo stesso per le telefonate e gli Sms.

Ma la crescita di reati cibernetici richiede l”adozione urgente di nuovi poteri. Comunque, sostiene il ministero degli Interni, bisogna cercare di garantire da un lato la privacy ma anche fare in modo che i crimini vengano perseguiti e puniti.

Ma non tutti sembrano essere d¿accordo con il principio che la lotta alla delinquenza debba necessariamente implicare la violazione della propria privacy.

Simon Davies – responsabile di Privacy International ¿ &#232 del parere che questa motivazione non sia sufficiente.

¿Il governo ¿ dice Davies – non pu&#242 solo dire che bisogna combattere la delinquenza e quindi pu&#242 fare quello che vuole¿.

Addirittura qualcuno del mondo forense sostiene che le pretese governative per la raccolta dei dati viola le norme sui diritti dell”uomo, secondo le quali ci devono essere ragioni specifiche per interferire con i dati personali, mentre sembra difficile che passi la proposta di dover informare gli interessati ogni volta che viene violata la sfera della privacy.