Ddl Gasparri: La Camera ripristina i vecchi tetti antitrust. E¿ crisi nella maggioranza

di Raffaella Natale |

Italia


La maggioranza ha incassato un duro colpo oggi alla Camera, che ha approvato l’emendamento inerente il riassetto del sistema radiotelevisivo con la quale vengono ripristinati i vecchi tetti antitrust per l’emittenza televisiva.

Ieri l’aula ha votato 11 articoli del provvedimento che ne conta in tutto 27. Stamattina nuova discussione a Montecitorio. Oggi si è discusso sugli emendamenti al testo che dall’articolo 18 al 22 detta le nuove regole sull’assetto della Rai.

Per il servizio pubblico il Ddl detta nuovi criteri di nomina dei vertici e dispone tempi e modi per la privatizzazione.

Era quindi prevedibile un dibattito acceso. Stamani è stato approvato un emendamento dell’opposizione che, come ha spiegato il relatore del provvedimento Paolo Romani, modifica ¿la ratio degli articoli 15 e 16¿.

l’aula è tornata, a riunirsi nel pomeriggio, dopo ¿una pausa di riflessione¿.

 

Si tratta di quei tetti che stabilivano l’obbligo per Rete4 di Mediaset di trasmettere in via digitale a partire dal primo gennaio del prossimo anno e non più in analogico.

L’emendamento delle opposizioni, che ripristina i limiti antitrust previsti dalla legge Mammì e impedisce di fatto al Ddl Gasparri di evitare il satellite per Rete4, è stato approvato a scrutinio segreto con 230 voti favorevoli e 222 contrari. L’Articolo 15 votato oggi riguarda il divieto di posizioni dominanti.

La nuova formulazione stabilisce che: in nessun caso un soggetto privato può essere destinatario di più di due concessioni televisive nazionali in tecnica analogica; nel momento in cui sarà completato il passaggio dall’analogico al digitale, uno stesso fornitore di contenuti, anche attraverso società controllanti, controllate o con esso collegate non può essere titolare di licenze che consentano di diffondere più del 15% del totale dei programmi televisivi irradiati su radiofrequenze terrestri in tecnica digitale in ambito nazionale.

 

Si stabilisce poi che i destinatari di concessioni televisive nazionali che controllano una quota pari al 20% o superiore delle risorse economico-finanziarie del settore televisivo via etere terrestre in tecnica analogica non possono controllare, direttamente o indirettamente, quotidiani o emittenti radiofoniche; le concessionarie di pubblicità che raccolgono pubblicità per non più di due emittenti nazionali in analogico o emittenti in digitale che non superino il 20% dei proventi possono raccogliere pubblicità anche per emittenti locali non collegate.

L’approvazione del Ddl da parte della Camera, che sta esaminando il provvedimento in prima lettura e che dovrà quindi poi essere esaminato anche dal Senato, è prevista per domani.

 

Grande la soddisfazione del centro-sinistra. Ieri in serata, Francesco Rutelli, leader della Margherita, aveva detto di ritenere che la Cdl stesse approvando questa riforma alla ¿chetichella¿. Rutelli aveva sottolineato il fatto che ¿Il presidente della Repubblica ha rivolto, da quando è stato eletto, un solo messaggio alle Camere, chiedendo pluralismo e libertà. Tutti i fatti che si stanno producendo vanno nella direzione di calpestare quel richiamo¿.

Il segretario dei Ds Piero Fassino aveva definito ¿cinica, spregiudicata e grave¿ la corsa della maggioranza alla Camera che intende approvare ¿in tutta fretta¿ e a ¿rotta di collo¿ la riforma Gasparri del sistema radiotelevisivo, ¿approfittando della distrazione più che comprensibile da parte dell’opinione pubblica a causa del dramma della guerra¿.

Rutelli ha promesso ¿battaglia parlamentare e davanti all’opinione pubblica¿. Con al fianco il segretario dei Ds Piero Fassino, il leader della Margherita ha anche illustrato dei tabulati relativi agli ascolti per dimostrare che nel prime time Mediaset ha superato la Rai nel 2003 in termini di share.

 

Oggi dopo lo scrutinio, Fassino ha commentato: ¿E’ un ottimo risultato che premia la determinazione con la quale l’opposizione stanno conducendo questa battaglia di libertà¿.

Ed è ¿una sconfitta politica del centrodestra (¿) e non solo di una legge¿, ora ¿è in discussione tutto l’impianto pensato dal ministro Gasparri e dal centrodestra¿.

Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ha invece commentato: ¿La legge prosegue il suo iter e poi ¿ provvidenzialmente – ci sarà il ‘secondo tempo’ al Senato. Continuo a ritenere questo provvedimento una buona legge¿.