ISP: il dilemma del file-sharing

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Lo scambio di musica in Internet si sta dimostrando una vera e propria patata bollente per i fornitori d”accesso a Internet, visto che il file-sharing pare sia diventato il passatempo preferito degli Internauti. Con l”arrivo della banda larga, poi, scaricare musica, video e software &#232 diventato ancora pi&#249 facile e attraente. Ma lo scambio di musica e di altro materiale protetto da diritti d”autore, &#232 illegale e le major discografiche, alla disperata ricerca di un capro espiatorio per il calo incessante delle vendite, hanno deciso di ritenere gl”ISP corresponsabili del reato di violazione del copyright.

Lo scambio di file peer-to-peer (P2P), fin dall”inizio dell”era Internet, ha dimostrato di avere tutti i requisiti per diventare la passione dei navigatori, basato com”&#232 sulla filosofia della gratuit&#224 e della condivisione “tra pari”. Secondo i dati di Jupiter Research, il fenomeno del file-sharing cresce a velocit&#224 esponenziale e nell”ultimo mese il numero di abbonati che utilizzano i siti P2P &#232 arrivato alla soglia del 75%, dimostrandosi la killer application della banda larga.

Oltre all”ira delle major e degli Studios hollywoodiani e ai conseguenti strascichi legali, per&#242, gl”ISP, “cominciano ad avere problemi per il sovraccarico che il file-sharing impone alle loro reti” , dice Dan Stevenson, analista di Jupiter. L”idea dei fornitori d”accesso – il britannico NTL, per esempio di limitare la disponibilit&#224 di banda, non ha fatto altro che scatenare le proteste degli utenti web. Gli addetti ai lavori, comunque, sperano che queste limitazioni diventino la regola, non l”eccezione, cos&#236 che i nuovi adepti della banda larga possano cominciare a modificare il loro atteggiamento in base a queste considerazioni.

I fornitori non sembrano avere molte possibilit&#224 per limitare l”uso della banda larga soprattutto se non vogliono ricorrere agli strumenti – gi&#224 in loro possesso – per ridurre la disponibilit&#224 di banda limitatamente all”uso dei siti di condivisione. Anche perch&#233 se gl”ISP “cominciassero a usare strumenti di gestione delle reti peer-to-peer, si potrebbe anche sostenere che stanno aiutando gli utenti a infrangere la legge”, dice Andrew Ferguson del sito ADSL Guide.

E”, dunque, una battaglia persa quella degli ISP? No, se essi affronteranno la situazione in modo razionale, con tariffe differenziate in base all”uso – limitato o illimitato – della banda.