Entro metà febbraio il provvedimento sui costi fisso-mobile

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Il provvedimento dell”Authority sulla riduzione dei costi fisso-mobile potrebbe essere pronto entro la met&#224 di febbraio. Il provvedimento ha ricevuto gi&#224 il parere di Bruxelles e, circa una settimana fa, quello dell”Antitrust italiana. Quest”ultimo, in particolare, parla di una “riduzione necessaria”, in quanto l”Italia &#232 al di sopra della media europea dei costi delle chiamate fisso-mobile: la tariffa di una chiamata va in parte al gestore di telefonia fissa, in parte a quello mobile che riceve la chiamata.
Approfondendo il parere dell”Antitrust, la riduzione deve essere operata in entrambi i casi, sia per quanto riguarda i prezzi di terminazione che si devono agli operatori mobili, sia per il valore della componente retention applicata di Telecom Italia. Quest”ultimo livello, in particolare, secondo l”Antitrust &#232 ””suscettibile di ampia riduzione””.

Punto cardine del parere &#232 la ””sussistenza di motivazioni per un intervento regolamentare in materia””, in quanto in un generale contesto di riduzione dei prezzi nelle tlc, ””il segmento delle comunicazioni fisso-mobile &#232 quello che meno ha contribuito a tale processo di miglioramento delle condizioni di offerta per il consumatore””. Secondo l”Autorit&#224 guidata da Giuseppe Tesauro, i dati dello schema di provvedimento dell”Authority parlano di una riduzione autonoma media del 4% dal dicembre del 1999 a oggi da parte degli operatori mobili, mentre per Telecom Italia il valore applicato sarebbe stato ””invariante nell”intero periodo di riferimento””.

Costi troppo cari, quindi, sui quali si deve intervenire: si parla di una riduzione dei costi dal 7 al 10% per tre anni, con un beneficio per le famiglie italiane stimato tra 770 milioni e 1 miliardo di euro. Si tratta di ””meccanismi di riduzione programmata pluriennali dei prezzi di terminazione per gli operatori notificati””, il cosidetto ”network cap”, che tengono conto della pre-definizione di un incremento atteso di produttivit&#224 in un periodo di tempo determinato.

Per i prezzi di terminazione (quelli che vanno ai gestori mobili), l”Autorit&#224 presieduta da Giuseppe Tesauro ritiene che sarebbe opportuno definire il valore di partenza per il meccanismo di ”network cap”, fissando la quota da cui applicare la riduzione percentuale prefissata: ””Laddove questa corretta definizione del valore iniziale non venga applicata, si rischia di vanificare l”obiettivo pro-concorrenziale di incremento dell”efficienza e di incentivazione alla fissazione di valore orientati ai costi delle aziende””, si legge nel parere.
L”Antitrust non si ferma, comunque, al concetto di ””valore di partenza””, ma afferma anche che questo debba essere stabilito in base alle best practice europee, vale a dire al livello ””medio sperimentato nel periodo in corso dai tre paesi con i costi di terminazione pi&#249 ridotti””. E indica la media di Norvegia, Svezia e Austria, ””che definisce un livello inferiore agli 11 eurocent gi&#224 nel 2002””.

Per quanto riguarda il secondo profilo di regolamentazione, l” Antitrust ritiene ””che il valore di retention di Telecom Italia compatibile con gli obiettivi di uno sviluppo concorrenziale efficiente del mercato debba collocarsi a un livello che non implichi un divario eccessivamente ampio rispetto al costo complessivo del servizio, incrementato di un normale margine di profitto””. In pratica, l”indicazione data all”Autorit&#224 per le Comunicazioni &#232 quella della possibilit&#224 di realizzare ””un”ampia riduzione”” dei costi, anche per offrire uno ””stimolo adeguato e corretto per l”emergere nel mercato di nuove offerte competitive da parte degli operatori concorrenti di rete fissa””.