Pay TV nel mirino della Commissione UE

di Raffaella Natale |

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La Commissione europea ha annunciato di aver aperto due inchieste che riguardano alcuni contratti stipulati dagli studios cinematografici hollywoodiani e alcune Pay TV europee.

A dare conferma della notizia è Amelia Torres, portavoce del Commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti.
La Torres si è rifiutata però di fornire i nomi delle società coinvolte e spiega che in ogni caso le indagini sono ancora nella fase preliminare.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa l’ufficio di Monti ha chiesto a 7 studios hollywoodiani, tra questi ci dovrebbero essere la Warner, la Columbia Tristar e la Walt Disney, di fornire informazioni dettagliate riguardo ai termini di alcuni contratti di distribuzione dei loro films.

Il presidente di Walt Disney Television, David Hulbert, ha confermato che il proprio Gruppo era stato contattato da Bruxelles.

Ad essere coinvolte sarebbero diverse Pay TV, come CanalPlus in Francia, BSKyB in Gran Bretagna e Sogecable in Spagna.

La Torres ha in ogni modo smentito la voce che alla base dell’inchiesta ci fosse una denuncia da parte di TPS.

Il dossier, ha spiegato la Torres, è stato aperto riguardo ad una clausola di questi contratti per la distribuzione di films, che “…avrebbe come effetto quello di diminuire la concorrenza tra gli studios di Hollywood e potenzialmente di mantenere il prezzo artificialmente elevato…” per i films trasmessi in Europa.

Secondo questa clausola, le imprese accetterebbero “…un certo prezzo per un certo numero di films per un certo periodo con uno studio di Hollywood…” e si impegnerebbero a “…pagare lo stesso prezzo…” e ad estendere “…le altre clausole preferenziali ad altri studios”.

La Torres ha dichiarato che sono state effettuate già alcune ispezioni negli uffici di alcune società coinvolte.
Intanto, ha concluso la portavoce del Commissario Monti, si esaminerà il materiale trovato “…in modo d’arrivare ad una conclusione preliminare sulla questione…” e sapere se esistono o meno delle violazioni della normativa europea sulla concorrenza.