Garante Privacy: maternità e occupazione, ‘Si a flusso dati per progetto Regione Lombardia’

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La Consigliera di Parità della Regione Lombardia potrà ricevere dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Provinciale del Lavoro di Bergamo le informazioni relative alle lavoratrici madri che si sono dimesse nel periodo 2005-2008. Il Garante Privacy ha infatti dato via libera allo scambio di dati tra i due enti ai fini della realizzazione del progetto di ricerca “Maternità e occupazione” finanziato dalla Regione.

Il progetto ha come obiettivo l’analisi delle motivazioni che spingono le neomamme a lasciare il lavoro e la creazione di uno sportello telematico che offra servizi informativi e interattivi dedicati. E’previsto che le donne siano contattate telefonicamente e informate circa la modalità di raccolta e trattamento delle loro informazioni personali e lo scopo dell’iniziativa. Per realizzare questa finalità la Consigliera di parità deve poter acquisire dal Ministero una serie di dati: nome, data di nascita, numero telefonico, anno inizio lavoro, anno dimissioni e azienda delle lavoratrici madri. Una tale comunicazione di dati tra enti è però ammessa, in base al Codice privacy, quando sia prevista da una norma di legge oppure quando sia comunque necessaria per assicurare lo svolgimento delle funzioni istituzionali dei soggetti pubblici interessati. Mancando la previsione normativa, il Ministero del Lavoro, intendendo favorire la nascita del progetto, ha dunque rappresentato al Garante la necessità che la Consigliera di Parità acquisisca queste informazioni.

L’Autorità ha riconosciuto, pur in assenza di una espressa norma di legge o di regolamento, che per la realizzazione del progetto “Maternità e Occupazione”, rientrante nell’ambito delle funzioni istituzionali della Consigliera, tale flusso di dati è comunque necessario. E ha quindi consentito la trasmissione delle informazioni da parte della Direzione Provinciale del Lavoro.
L’Autorità ha prescritto che le informazioni possano essere trattate unicamente per tale scopo e quindi conservate presso la Consigliera di Parità non oltre il termine della durata della progetto. Ha inoltre disposto, in caso di pubblicazione dei dati, la diffusione in forma aggregata o secondo modalità che non rendano comunque identificabili i soggetti.