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 Marsilio
 Pubblicato: aprile 2010
 Pagine: 320
 ISBN: 9788831799997
 Prezzo:  28.00
«Non esiste un genere “musica da film”», ha affermato Nicola Piovani. Ogni pellicola ha, infatti, uno specifico universo sonoro ed è impensabile tentare di descrivere sistematicamente un linguaggio che per sua vocazione è destinato a essere transeunte, se non effimero.
Un regista e il suo compositore possono mescolare svariati generi e suggestioni, creando paesaggi sonori in cui il sinfonismo di stampo ottocentesco tende la mano alle atmosfere della musica da camera del XX secolo e dove la musica elettronica si alterna a pagine del repertorio classico, in un gioco di rimandi, citazioni e parodie. Roberto Calabretto ci conduce per mano in un viaggio all’interno del delicato rapporto tra schermo e musica, mostrando come la colonna sonora «sia pianificata, composta, registrata, montata e finanziata; [.] come si possa pensare, parlare e scrivere di musica [per film], come si realizzi la sua forza drammaturgica e che effetto eserciti nel film finito».
 L’attenzione si focalizza su registi che con particolare perizia hanno saputo  allestire il paesaggio sonoro cinematografico: da Michelangelo Antonioni a  Federico Fellini, da Robert Bresson a Jacques Tati, da Andrej Tarkovskij a  Werner Herzog. Un’indagine a tutto campo che segue la musica dalla preproduzione  alla scrittura, dalla postproduzione a quei fenomeni – la risonorizzazione e il  restauro – estremamente importanti ma ancora scarsamente indagati.
 (Dalla quarta di copertina)
 Roberto Calabretto, è professore associato al Dams dell’Università  degli Studi di Udine, dove insegna Musica per film, e collabora con l’Università  degli Studi di Padova. Le sue ricerche sono orientate sulla musica  contemporanea e, in particolar modo, sulle funzioni del linguaggio sonoro negli  audiovisivi. Ha pubblicato monografie e articoli sulla musica nel cinema di  Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Robert Bresson, Alain Resnais,  Luchino Visconti, Andrej Tarkovskij e altri registi. Lavora come critico  musicale per la Società dei concerti della Scuola Normale Superiore di Pisa.
  



 
  
  
  
  
  
  
 