SpaceX di Elon Musk sbanca a Wall Street con una quotazione che punta a raccogliere oltre 30 miliardi di dollari
Chi controlla lo Spazio, controlla il futuro. L’ha dichiarato il commissario europeo alla Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, al recente Consiglio Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea di Brema, in Germania. Il domìnio spaziale vede concentrarsi interessi geopolitici e tensioni globali come mai prima d’ora (neanche all’epoca della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica). È qui che si riversano investimenti crescenti e si accentra sempre più potere. SpaceX è l’esempio pratico di questa situazione.
La società spaziale fondata dal miliardario Elon Musk, nota per la rivoluzione dei razzi riutilizzabili come Falcon 9, si prepara a entrare in borsa con un’operazione che potrebbe segnare un vero spartiacque nel panorama della economia spaziale globale. Secondo fonti vicine all’azienda riportate da Bloomberg, SpaceX punta a raccogliere oltre 30 miliardi di dollari, una cifra che rappresenterebbe la più alta mai ottenuta da una società al momento della sua quotazione, che potrebbe avvenire tra la metà e la fine del 2026 (da non escludere uno slittamento al 2027 per il variare delle condizioni di mercato).
Fino a ieri SpaceX era valutata 400 miliardi di dollari.

Una possibile super-valutazione da 1,5 trilioni di dollari
La valutazione combinata per l’IPO potrebbe superare 1,5 trilioni di dollari, sorpassando così il record detenuto da Saudi Aramco, il gigante petrolifero saudita che nel 2019 aveva messo a segno una quotazione record del valore di 29 miliardi di dollari.
Questa notizia non è soltanto un primato finanziario. Essa sottolinea il ruolo sempre più centrale di SpaceX all’interno della New Space Economy, un settore che in pochi anni ha trasformato l’accesso e lo sfruttamento dello spazio da dominio riservato a poche superpotenze statali in un terreno intensamente competitivo a livello globale e soprattutto aperto ai privati.
SpaceX non è solo un produttore di razzi. La società di Musk sta costruendo infrastrutture spaziali fondamentali, come la costellazione Starlink, destinata a fornire internet globale da satellite e connettere smartphone ovunque nel mondo (come accadrà presto in Ucraina e prossimamente in Gran Bretagna), esplorando innovazioni tecnologiche come i data center in orbita.
Il capitale raccolto con l’IPO sarà probabilmente impiegato per accelerare questi progetti innovativi, compreso l’acquisto di chip e altre tecnologie cruciali per ampliare la capacità operativa.
La corsa allo Spazio ridefinisce le dinamiche di sicurezza, Difesa, mercato e comunicazione
L’impatto geopolitico di SpaceX è profondo: controllando infrastrutture satellitari strategiche, l’azienda detiene un potere significativo che trascende i confini nazionali e influisce sulle dinamiche di sicurezza, Difesa e comunicazione planetaria.
Inoltre, la sua posizione di leadership crea un monopolio fortissimo, che limita la concorrenza globale (al massimo nei prossimi anni avremo qualche nuovo attore, come Blue Origin dell’altro miliardario americano Jeff Bezos, con un possibile oligopolio spaziale), aprendo ad uno scenario fino a qualche tempo fa impensabile: privati e Governi che dovranno o cooperare o entrare in conflitto.
In base ai dati raccolti dalla Space Foundation, il mercato globale ha raggiunto un valore record di circa 613 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita annua del 7,8%. Il settore commerciale ne costituisce circa il 78%, confermando il peso crescente delle imprese private rispetto ai programmi governativi. Un settore in apparenza “ricco”, ma che richiede investimenti iniziali molto elevati, soprattutto nei settori dei lanci e delle costellazioni satellitari, che impattano sulla liquidità e sulla redditività immediata.
Come dire, lo Spazio è sempre più importante, ma dal punto di vista prettamente economico è ancora una strada in salita per le imprese, motivo per cui solo chi ha le spalle larghe (e può contare su generosi contratti pubblici) può raggiungere le stelle.
La quotazione in Borsa di SpaceX rappresenta così un momento cruciale non solo per l’industria aerospaziale, ma per l’intero ecosistema geopolitico ed economico collegato allo Spazio. In un’epoca in cui lo Spazio diventa sempre più un nodo essenziale per tecnologie, sicurezza, Difesa e mercato, l’IPO di SpaceX potrebbe segnare l’inizio di una nuova era in cui la competizione e il potere si giocano nell’alta e bassa atmosfera terrestre, aprendo ad altri scenari inediti e fino ad oggi considerati fantascientifici (e distopici): lo scontro spaziale tra superpotenze (evitiamo volontariamente il termine “guerra”, anche se di armi spaziali con cui danneggiare costellazioni nemiche o di scudi spaziali armati per la Difesa si parla ormai ampiamente tramite ogni mezzo di informazione).
Risorsa strategica o inedito ruolo strategico a livello geopolitico?
“Lo Spazio è ormai un dominio di competizione critica. Le infrastrutture orbitali rappresentano la spina dorsale di servizi essenziali e, di conseguenza, sono obiettivi sensibili a minacce ibride sempre più sofisticate. Nel 2024 gli Stati Uniti hanno effettuato 158 lanci, la Cina 68, l’Europa appena 3: un dato che impone una riflessione seria sulla nostra autonomia strategica e sulla necessità di sviluppare capacità dual use e una collaborazione strutturale tra ricerca, industria e Difesa“, ha scritto il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una Lettera inviata alla 2^ edizione della Conferenza internazionale “Space & Underwater. Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity“, dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia, testata del nostro Gruppo Supercom.
Si apre un tema centrale per ogni Stato e ogni organizzazione sovranazionale, tra cui certamente l’Unione europea: l’autonomia spaziale, cioè la libertà e la capacità di accedere allo Spazio.
Come ci ha spiegato Marco Lisi, Inviato speciale per lo spazio del MAECI, membro del Consiglio di amministrazione dell’ASI: “L’accesso allo spazio, cioè la capacità di mettere in orbita satelliti o altri veicoli spaziali, è un fattore chiave della New Space Economy, a tre livelli: economico-industriale, strategico e tattico“.
Spazio ed equilibri di potere
La concentrazione di potere di SpaceX nella gestione di infrastrutture satellitari strategiche come Starlink assume rilevanza geopolitica cruciale, poiché conferisce a un’azienda privata, guidata peraltro dall’uomo più ricco del mondo, Elon Musk (a capo di altre società di grande peso economico e politico, come Tesla, X, xAI), un ruolo chiave nel controllo delle comunicazioni globali e nella capacità di influenzare l’accesso a informazioni critiche (nonché, attraverso altre piattaforme della stessa proprietà, in particolare X, di favorire disinformazione e indebite ingerenze nella vita politica e democratica degli Stati).
Questo sposta gli equilibri tradizionali di potere, rendendo il dominio spaziale non solo una questione di Stati sovrani, ma anche di attori privati con capacità tecnologiche avanzate. La dipendenza da Starlink per connessioni digitali in aree remote o in crisi geopolitiche potrebbe ridefinire alleanze, strategie di sicurezza e concorrenza globale, di cui forse già stiamo vedendo i primi casi in questi tempi incerti e caratterizzati da forte instabilità delle relazioni internazionali e da tragici conflitti regionali.

