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Viola (Ue): “Estendere ai media il modello delle gigafactory AI”

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Il direttore generale della DG Connect alla Commissione europea, Roberto Viola, e il sottosegretario con delega all'Informazione e all'Editoria, Alberto Barachini, all’evento “Nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale dell’Ue”.

Media e AI. Viola (DG Connect Ue): “Garantire più tutela del copyright e dell’informazione professionale”

L’intelligenza artificiale (AI) si preannuncia come il prossimo grande catalizzatore di cambiamento nell’industria dei media. Non è solo un’evoluzione, ma una rivoluzione che potrebbe rimodellare ogni aspetto del settore, dalla creazione di contenuti alla distribuzione, dal marketing alla monetizzazione.

Del tema si è occupato Roberto Viola, direttore generale della DG Connect alla Commissione europea, intervenendo all’evento Connact Media, organizzato dalla piattaforma Connact in collaborazione con il Parlamento europeo, dal titolo “Nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale dell’Ue”.

Parlando dell’AI, il direttore generale ha proposto il modello delle gigafactory, con oltre “230 miliardi di investimenti promessi” da fondi internazionali, da estendere anche ai media, per “organizzare noi stessi contenuti e intelligenza artificiale” e garantire così più tutela del copyright e dell’informazione professionale.

Evitare in Europa la frammentazione normativa sull’AI

Viola ha poi spiegato che “se cominciamo con 27 leggi sull’AI non andiamo da nessuna parte. Saremo molto severi nell’esaminare qualunque legge nazionale che, magari con buone intenzioni, fa il contrario delle buone intenzioni“, mettendo in guardia sui rischi di frammentazione normativa nel settore.

Dobbiamo avere la forza e la responsabilità di portare l’informazione professionale ai giovani”, perchè poi i giovani diventeranno adulti, “quindi lì si gioca la partita”, ha aggiunto Viola.

“Il vantaggio competitivo in queste tecnologie si costruisce negli anni“, ha affermato il direttore generale della DG Connect, ricordando come gli Stati Uniti abbiano saputo dominare il web grazie a investimenti programmati già dagli anni ’90 e sottolineando che l’Europa deve ora colmare il divario con strategie condivise.

Difenderemo l’implementazione del Media Freedom Act perché pensiamo che sia una norma di civiltà che distingue l’Europa da qualunque altro continente del mondo”, ha poi precisato Viola.

Il sottosegretario Barachini: “Semplificare le procedure in materia di aiuti di Stato ai media”

Prima del direttore generale della DG Connect della Commissione europea, ha parlato anche Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria del nostro Paese.

L’Europa “è la nostra casa comune, la nostra grande protezione rispetto alle superpotenze internazionali, per garantire che le regole siano applicate a tutti, anche alle Big Tech“.

L’approccio, in un settore delicato come quello dei media, “deve essere di prevenzione, più che di correzione“. La prevenzione “vuol dire lavorare a un ecosistema informativo sano e resiliente“.

Secondo il sottosegretario, vanno attuate “misure europee, anche di sostegno, perché i media liberi e indipendenti abbiano più risorse e, quindi, si sviluppi il pluralismo e il giornalismo di qualità, per garantire un ambiente informativo diversificato e affidabile“.

Aiuti di Stato per evitare il deserto informativo?

Secondo il sottosegretario, poi, bisogna essere in grado di finanziarie il mondo dell’informazione, anche per “contrastare il News Desert“, il deserto informativo: “Rovescerei la narrazione: finanziare una buona informazione è molto migliore che censurare una cattiva informazione”.

La Commissione europea, ha detto Barachini, dovrebbe “lavorare e prendere in considerazione seriamente l’iter per semplificare le attuali procedure in materia di aiuti di Stato ai media dell’informazione“, perché i provvedimenti legislativi che l’Italia sta adottando “porteranno risorse importanti anche per l’assunzione di giovani professionisti nel settore dei media. Professionisti che possano lavorare all’innovazione del settore“.

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