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U.S. Space Force, +30% di budget nel 2026. Dalla nuova legge di Bilancio 40 miliardi di dollari per il settore spaziale americano

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Come voleva il Presidente Trump, il tanto discusso One Big Beautiful Bill ha superato l’ostacolo del Congresso per il 4 luglio, il Giorno dell’Indipendenza per gli Stati Uniti. E aumenta in maniera consistente le risorse per lo Spazio e la Difesa.

Una vincita inaspettata nel megadisegno di legge del 4 luglio

In un crescendo di tensioni politiche, perfettamente cronometrate per il Giorno dell’Indipendenza, il 4 luglio, la Camera dei Rappresentanti ha approvato in via definitiva un vasto pacchetto di riforme fiscali e di spesa pubblica, l’ormai celebre One Big Beautiful Bill, che si prepara a ridefinire non solo il panorama economico degli Stati Uniti (con massicci tagli fiscali e alla spesa pubblica, a scapito dei redditi più bassi e della rete di protezione sociale statale), ma anche il futuro della difesa spaziale americana.

Nascosto tra le pieghe del disegno di legge si cela un inatteso aumento del 30% al budget della U.S. Space Force, che potrebbe raggiungere quasi 40 miliardi di dollari nel 2026, una cifra sorprendente persino per gli analisti più ottimisti.

Mentre l’attenzione dei media si è concentrata sul dramma politico — compreso un ostruzionismo record del leader democratico Hakeem Jeffries e forti tensioni bipartisan — le implicazioni per il settore spaziale sono di fatto straordinarie, sotto vari punti di vista, come ha spiegato bene Ruxandra Iordache in un articolo per la Cnbc.

Golden Dome, la nuova discussa frontiera della difesa spaziale

Al centro di questo massiccio aumento c’è il Golden Dome, il progetto ambizioso dell’amministrazione Trump per costruire un sistema di difesa antimissile multistrato. Con 25 miliardi di dollari già stanziati nel nuovo bilancio, il piano mira a integrare intercettori tradizionali come i Patriot con nuove tecnologie spaziali, tra cui intercettori orbitali, sensori avanzati e sistemi di comando e controllo autonomi.

Questo primo finanziamento rappresenta solo una frazione del costo totale previsto: 175 miliardi secondo la Casa Bianca e fino a 540 miliardi secondo stime indipendenti. Ma l’investimento segna un chiaro cambiamento di paradigma: lo Spazio non è più solo un luogo da esplorare, ma un dominio strategico da controllare.

Un alto funzionario del Dipartimento della Difesa ha dichiarato che i fondi serviranno a garantire “capacità spaziali vitali” e “architetture credibili e resilienti per il combattimento”, con l’obiettivo dichiarato di consolidare la superiorità spaziale degli Stati Uniti — un chiaro riferimento alla rapida espansione delle capacità militari orbitali della Cina, già denunciata dal Generale Chance Saltzman nel 2024.

Le implicazioni per l’industria spaziale americana

Questa ondata di finanziamenti rappresenta una boccata d’ossigeno per l’economia spaziale statunitense, soprattutto in un momento in cui agenzie come la NASA stanno affrontando tagli di bilancio. I grandi contractor della difesa — come Lockheed Martin, Northrop Grumman e Raytheon — sono i principali beneficiari, ma anche startup e aziende emergenti che lavorano su tecnologie orbitali autonome, intelligenza artificiale spaziale e infrastrutture in orbita bassa potrebbero ottenere contratti miliardari.

Fondamentale è la prospettiva di finanziamento a lungo termine e l’urgenza geopolitica del progetto: anche qualora un futuro governo mettesse in discussione la sostenibilità o efficacia del Golden Dome, gli investimenti già effettuati potrebbero spingere a proseguire il progetto per inerzia politica, garantendo così stabilità e continuità finanziaria al settore.

Marte e la frattura con Musk (ma non con SpaceX)

Il disegno di legge non riguarda solo la difesa. Include anche finanziamenti per l’esplorazione interplanetaria, in particolare per missioni su Marte — un obiettivo di lunga data del Presidente Trump, un tempo condiviso con Elon Musk. Tuttavia, questa alleanza sembra ormai compromessa. Musk, che in passato sosteneva vigorosamente le spese pubbliche in campo spaziale, ha recentemente attaccato il pacchetto fiscale definendolo una “schiavitù del debito”, invocando la creazione di un nuovo partito politico populista.

Questa rottura potrebbe mettere a rischio i contratti attuali e futuri tra SpaceX e il governo, nonostante le capacità tecnologiche uniche dell’azienda.
SpaceX che comunque, a quanto riportato dai media, potrebbe sfruttare a pieno questo aumento di budget per lo Spazio e la Difesa, con i suoi satelliti Starlink che troverebbero impiego militare nella realizzazione di una costellazione difensiva per comunicazioni strategiche, come previsto da programmi del Pentagono, che secondo fonti interne dovrebbero chiamarsi “pLEO SATCOM” o “MILNET”.

Mossa strategica o buco nero di spesa?

Di fronte a numeri così imponenti, molti si chiedono se Golden Dome sia un capolavoro strategico o un colossale azzardo economico. I critici sottolineano le difficoltà tecniche e legali — dai limiti delle armi spaziali ai vincoli imposti dai trattati internazionali, passando per la sfida di neutralizzare minacce ipersoniche da orbita.

Ma il messaggio politico è chiaro: gli Stati Uniti stanno rafforzando la loro postura strategica nello spazio, e lo stanno facendo con risorse senza precedenti. Il passaggio da esplorazione a militarizzazione segna la prossima fase dell’evoluzione della politica spaziale americana, una fase che potrebbe plasmare la sicurezza globale nei decenni a venire.

Lo spazio come campo di battaglia?

Con l’approvazione del disegno di legge e la firma di Trump ormai imminente, la U.S. Space Force si prepara a entrare in una nuova era. Che il Golden Dome diventi un nuovo Apollo o il nuovo “Star Wars” (quello di Reagan, non di George Lucas) è ancora tutto da vedere. Ma per ora, le stelle — e i miliardi — sono allineati.
La corsa è iniziata. E stavolta, non è per esplorare le stelle, ma per armarle.

Space & Underwater, il videoreportage della 1^ edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia. La 2^ edizione si terrà il 3 dicembre 2025.

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