Due italiani su tre non sono consapevoli del condizionamento algoritmico. Otto italiani su 10 danno regole di uso smartphone ai figli. Ma la privacy è un optional. Il parental controllo è uno strumento davvero poco utilizzato. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale” presentata oggi nella sede dell’Agcom alla presenza del Presidente Giacomo Lasorella, del Commissario Massimiliano Capitanio e di Mario Staderini, Direttore del Servizio studi e ricerche di Agcom.

“Ci sono molte iniziative che riguardano l’alfabetizzazione digitale, ma c’è bisogno di un maggior coordinamento – ha detto il Presidente Giacomo Lasorella – una parte delle attività è svolta dall’Agcom, un’altra dai Corecom per la media education. L’Autorità ha siglato un protocollo con il Ministero dell’Istruzione e del Merito per il patentino digitale”.

La ricerca restituisce una fotografia della dieta mediatica e digitale degli Italiani, da cui emerge chiaramente un diverso utilizzo e un diverso grado di consapevolezza a seconda delle età. I più fragili sono ovviamente gli anziani, che sono per lo più all’oscuro del nudge, della spinta degli algoritmi verso determinati contenuti.
Il 48% degli adulti e il 65% degli anziani non hanno idea del condizionamento degli algoritmi.
Il 90% degli Italiani tutti i giorni online, e il 48% per almeno 4 ore
Dalla ricerca, frutto di un percorso avviato dall’Autorità nel 2022 in forte sinergia con l’Unione Europea, emerge che il 90% degli italiani accede online tutti i giorni, il 48% fra le 4 e le 8 ore. “La ricerca misura di fatto la capacità di essere dotati di strumenti cognitivi per l’uso consapevole della Rete e per comprendere al differenza fra opinioni e fatti”, dice Mario Staderini.

Assistenti AI usati per lo più da giovani
Interessante vedere che fra i device per l’accesso, al di là di smartphone smart tv che sono i più comuni, le consolle di vide gaming e gli assistenti virtuali sono utilizzati soltanto dal 48% degli utenti, per la maggior parte giovani. Curioso quindi che l’assistente di Ai sia usato ad oggi in particolare da ragazzi.
Cosa si fa online
Le principali attività online sono la ricerca di informazioni, informazioni su temi di attualità e comunicare con gli amici. “Per anziani e adulti l’informazione rappresenta l’uso principale – aggiunge Staderini – Minori e Grandi Minori, invece, sono online soprattutto per comunicare con gli amici”.

8 genitori su 10 impongono regole ai figli
Fra le limitazioni imposte ai figli il tempo lecito online, le fasce orarie e il blocco di alcuni contenuti. Sorprende, però, la scarsa attenzione alla privacy. Per i genitori, la privacy dei figli sembra essere un optional.
Capitanio: ‘8 italiani su 10 spaventati dal web’
“L’Italia ha un disperato bisogno di alfabetizzazione ed educazione digitale. Se la cittadinanza oggi si esercita sempre di più online, la media education non può essere solo un obiettivo culturale ma deve rientrare in una politica pubblica strutturale. Otto italiani su 10 sono spaventati dal web anche perché non si conoscono i tanti strumenti messi in campo per proteggersi e sviluppare senso critico. La base non può che essere la scuola: il patentino digitale di Agcom, in linea con il ministero dell’Istruzione, serve anche a questo”. Così Massimiliano Capitanio Commissario Agcom.
Capitanio: ‘Parental control poco usato’
“Soltanto 1,4 milioni di sim appartenenti a minori sono munite di parental control su un totale di 5,4 milioni di sim di minori – dice Capitanio – troppo poco per un sistema attivato ormai due anni fa come scudo contro i contenuti d’odio online’.

Discorsi d’odio, revenge porn, cyberbullismo e sfide social sono le minacce più concrete in Rete che preoccupano ancor più gli anziani, per quanto tre gioviani su quattro siano stati esposti a contenuti d’odio.
In tutto questo, le segnalazioni di contenuti a rischio sono poche, come poche sono anche le richieste di aiuto. Più propensi a chiedere una mano i giovani fra i 6 e i 17 anni e i minorenni hanno anche un livello di fiduca più elevato negli altri, soprattutto nella scuola e nei genitori.