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Come può l’AI diventare più efficiente dal punto di vista energetico? Prendendo ispirazione dal cervello umano. La ricerca dell’Università di Buffalo

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Per affrontare l’elevato consumo energetico degli attuali modelli di AI, ricercatori dell’Università di Buffalo stanno sviluppando chip neuromorfici ispirati alla struttura del cervello umano.

Per affrontare l’elevato consumo energetico degli attuali modelli di AI, ricercatori dell’Università di Buffalo stanno sviluppando chip neuromorfici ispirati alla struttura del cervello umano.

Mentre generare una singola risposta testuale da parte di un modello di AI può richiedere oltre 6.000 joule, il cervello umano opera a soli 20 joule al secondo.

L’obiettivo del team guidato da Sambandamurthy Ganapathy è creare dispositivi che combinino memoria e capacità di elaborazione nello stesso spazio fisico, un principio che nel cervello umano si manifesta naturalmente.

Questa integrazione, nota come ‘in-memory computing’, potrebbe ridurre drasticamente l’energia spesa nel trasferimento di dati. Il gruppo di ricerca si concentra sulla realizzazione di neuroni e sinapsi artificiali utilizzando materiali a cambiamento di fase, capaci di alternare stati conduttivi e resistivi attraverso impulsi elettrici controllati.

Tali materiali, come il bronzo vanadio-rame e l’ossido di niobio, mostrano un comportamento simile alle sinapsi biologiche, adattandosi a stimoli ripetuti.

Comprendere il comportamento elettronico a livello atomico è cruciale per progettare dispositivi capaci di replicare funzioni cerebrali complesse, come il riconoscimento di schemi e il controllo motorio.

Sebbene questi computer non abbiano coscienza, potrebbero elaborare informazioni in modo meno deterministico e più adattabile, avvicinandosi al comportamento umano, soprattutto in ambiti come la guida autonoma.

I chip neuromorfici potrebbero trovare applicazione in dispositivi specializzati piuttosto che sostituire i computer tradizionali su larga scala. La visione a lungo termine prevede una rete di chip specifici, ognuno dedicato a risolvere problemi mirati attraverso una logica più ‘umana’.

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La Premier League sigla una partnership quinquennale con Microsoft per l’AI

In una mossa strategica volta a rafforzare la propria presenza digitale e a migliorare l’interazione con i tifosi, la Premier League inglese ha avviato una collaborazione quinquennale con Microsoft, integrando l’AI Copilot nei propri canali digitali.

Questa alleanza prevede l’impiego della tecnologia per fornire in tempo reale informazioni, statistiche e approfondimenti su squadre, giocatori e partite, attingendo a un vasto archivio composto da oltre 30 stagioni, 300.000 articoli e 9.000 video.

L’iniziativa punta a trasformare il modo in cui gli spettatori vivono il calcio, offrendo un assistente virtuale in grado di rispondere alle curiosità dei fan e rendere più immersiva l’esperienza sportiva. L’adozione dell’AI riflette una tendenza più ampia nel mondo dello sport, dove sempre più leghe e club – tra cui la spagnola LaLiga – utilizzano soluzioni intelligenti per l’analisi delle partite, la produzione mediatica e il coinvolgimento del pubblico.

Oltre all’integrazione di Copilot, la Premier League migrerà la propria infrastruttura digitale su Microsoft Azure, unificando i propri sistemi per facilitare l’adozione di soluzioni AI avanzate. Questa sinergia tecnologica mira a ridefinire gli standard dell’intrattenimento calcistico, con un’attenzione particolare all’efficienza, alla personalizzazione e all’ampliamento della base di tifosi.

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