Concorrenza

La Commissione Ue lancia consultazione per rivedere le regole su merger e concentrazioni

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L'esecutivo europeo vuole regole più light per favorire le operazioni di fusione e chiede il parere del mercato. C'è tempo fino al 3 settembre per inviare le osservazioni.

La Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica per rivedere le regole sulle fusioni e le acquisizioni. Una mossa attesa da tempo, soprattutto dalla industry delle telecomunicazioni, che chiedono a gran voce l’allentamento delle regole per procedere ad un consolidamento che non sembra più rinviabile.  Le parti interessate hanno tempo fino al 3 settembre per inviare la propria risposta alla consultazione.

La revisione voluta dalla Ue riguarda le linee guida per i merger orizzontali, che concerne quindi le fusioni fra concorrenti attivi o potenziali che agiscono nel medesimo mercato, ma anche quelli che operano in diversi livelli della medesima filiera.

Sette temi chiave

Sono stati individuati sette temi chiave su cui focalizzare la revisione: competitività e resilienza, potere di mercato, innovazione, decarbonizzazione, digitalizzazione, efficienza, difesa e considerazioni sul lavoro.

Teresa Ribera: ‘Momento cruciale per l’Europa, bisogna evolvere’

“Questo è un momento cruciale per l’Europa ed è soltanto evolvendo che possiamo assicurare che le nostre policy di controllo delle fusioni sia utile per la gente, spinga l’innovazione e rafforzi la resilienza e la leadership dell’Europa”, ha detto Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva per una transizione pulita, giusta e competitiva. “Contiamo sul vostro aiuto. Siamo pronti ad ascoltare le opinioni di consumatori e imprese di tutta Europa su come il nostro quadro normativo in materia di concentrazioni possa essere adattato al futuro”.

Le attuali norme UE in materia di concentrazioni sono state redatte nel 2004 e da allora sono state oggetto di numerosi aggiornamenti. Dal punto di vista delle telecomunicazioni, queste norme sono state a lungo considerate eccessivamente restrittive, ostacolando il consolidamento in mercati altamente competitivi. Questo, sostengono gli operatori, ha limitato la loro capacità di investire su larga scala e sta ostacolando la loro competitività internazionale.

Antitrsut nazionali frenano

Le autorità nazionali di regolamentazione antitrust, tuttavia, sostengono che la riduzione del numero di operatori nei singoli mercati rischia di ridurre la concorrenza, far salire i prezzi per i consumatori e diminuire gli incentivi a investire in infrastrutture. Le autorità di regolamentazione di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Irlanda, Paesi Bassi e Portogallo hanno in particolare rilasciato una dichiarazione congiunta in tal senso il mese scorso. “L’idea che la frammentazione nel settore delle comunicazioni elettroniche, che ostacola investimenti e innovazione, derivi presumibilmente da norme di concorrenza eccessivamente rigide, è fuori luogo”, si legge nella dichiarazione.

Questo dibattito di lunga data è stato messo in luce negli ultimi anni a causa dell’instabilità economica globale, in particolare dello scontro geopolitico tra Stati Uniti e Cina, che ha costretto l’Europa a lottare per raggiungere la crescita tecnologica e l’autosufficienza.

Von der Leyen vuole regole più light

Dopo la sua rielezione nel luglio dello scorso anno, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha scritto una lettera a Ribera, sottolineando la necessità di un “nuovo approccio alla politica di concorrenza” per promuovere l’innovazione.

La lettera chiedeva a Ribera di “modernizzare la politica di concorrenza dell’UE per garantire che sostenga le aziende europee nell’innovazione, nella competizione e nella leadership mondiale e contribuisca ai nostri obiettivi più ampi in materia di competitività e sostenibilità, equità sociale e sicurezza”. Più specificamente, ha affermato che le revisioni dell’HMG dovrebbero “dare adeguato peso alle esigenze più urgenti dell’economia europea in termini di resilienza, efficienza e innovazione, agli orizzonti temporali e all’intensità degli investimenti della concorrenza in alcuni settori strategici e al mutato contesto della difesa e della sicurezza”.

Questi stessi fattori sono stati nuovamente evidenziati nella revisione appena annunciata.

“Questa revisione completa e ambiziosa degli orientamenti UE sulle concentrazioni rappresenta un’opportunità unica per modernizzare il quadro della Commissione per la valutazione dell’impatto delle concentrazioni sulla concorrenza. Ci consentirà di tenere conto dei cambiamenti dirompenti nelle nostre società e nelle nostre economie negli ultimi 20 anni, come la digitalizzazione, e ci consentirà di garantire che l’innovazione, la resilienza e l’intensità degli investimenti della concorrenza ricevano un peso adeguato alla luce delle esigenze urgenti dell’economia europea”, ha aggiunto Ribera in una dichiarazione.

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