Cresce l’attesa per la trimestrale di Tim, che comunicherà i dati dei primi tre mesi del 2025 il 7 maggio a borse chiuse. Il sentiment generale sulle prospettive dell’azienda è migliorato con l’ingresso di Poste come primo azionista.
Previsioni primo trimestre
Secondo gli analisti di Equita si prevede un inizio d’anno coerente con la guidance 2025, che dovrebbe essere confermata. Nessuna grossa variazione rispetto alle previsioni di inizio anno.
I ricavi sono visti in crescita annule del 2,9% su base comparabile a 3,281 miliardi di euro, di cui domestici +1,3% e Brasile +6%.
L’Ebitda after lease dovrebbe migliorare del +5,3% a 814 milioni (Brasile +7%).
Debito visto in aumento di 200 milioni
Ma l’attenzione va sul debito netto after lease, stimato in aumento a 7,509 miliardi, +206 milioni rispetto a dicembre del 2024 alla luce del consueto trend stagionale (la fine dell’anno è sempre il periodo di minor livello di indebitamento), ma con un trend meno negativo delle iniziali aspettative grazie a un assorbimento di circolante più contenuto.
Detto questo, Equita non vede elementi per modificare la sua attesa di un deleverage a fine anno di 200 milioni, coerente con la guidance di Tim.
La Sim non ha modificato il target price sul titolo che resta a 0,36 euro e il rating buy. L’azione oggi in mattinata segnava un incremento dello 0,57% a 0,35 centesimi.
Titolo Tim visto in crescita nel 2025
Il titolo TIM, fra i migliori del MIB nel mese di aprile, è previsto in crescita nel 2025, con stime che variano tra l’1,8% e il 3% per i ricavi. L’EBITDA After Lease è visto in aumento tra il 6 e il 7% annuo nel periodo 2024-2027, con un obiettivo di remunerazione agli azionisti attraverso dividendi o buyback. Gli analisti ritengono che il 2025 possa vedere un ritorno al break-even per TIM, con un potenziale ritorno al dividendo nel 2026-2027.
Sentiment del mercato positivo
Secondo il sentiment del mercato, il titolo Tim è il più sottovalutato del Mib, risanato e pronto a salire ancora.
Gli investitori contano sull’imminente conversione delle azioni risparmio in ordinarie e sull’incasso del miliardo per il canone non dovuto del 1998.
Rimborso canone, conversione risparmio, earn out rete unica, PNRR
Il rimborso per il canone non dovuto, che molti considerano virtualmente per fatto, è stato stabilito dalla Corte d’Appello e dovrebbe essere eseguito immediatamente. Il Governo aveva chiesto una sospensiva, ma la richiesta è stata respinta, quindi TIM dovrebbe avviare le procedure di recupero dell’importo.
Resta caldo il tema dell’earn out di 2,5 miliardi che Tim potrebbe incassare da KKR, primo azionista di Fibercop, al compimento della rete unica con Open Fiber entro la fine del 2026. Qui restano dei dubbi sulla possibilità che questa somma possa entrare nelle casse di Tim.
C’è da dire che in caso di mancato rispetto degli obiettivi del Piano Italia 1 Giga, fissati anch’essi a fine 2026, i fondi del PNRR andrebbero in fumo. Il futuro di Tim e quello di Fibercop-Open Fiber sono alquanto intrecciati.