Musica digitale: toni minori per la 43a edizione del Midem. La crisi si fa sentire e le major si liberano dei sigilli anticopia  

di Raffaella Natale |

Europa


Midem 2009

Toni minori anche per il Midem. Dopo il CES di Las Vegas, anche l’annuale salone dell’industria musicale ha aperto i battenti in un’atmosfera segnata dalla crisi delle vendite oltre che da quella finanziaria.

“E’ cinque anni che questa industria è in crisi. Adesso facciamo i conti anche con quella mondiale“, ha commentato Dominique Leguern, direttrice del Marché international du disque et de l’édition musicale, spiegando che le aspettative non sono delle migliori e non si attendono i 9.000 partecipanti della scorsa edizione.

 

La 43a edizione del Midem è comincia ieri e terminerà mercoledì 21 gennaio. E’ stata proceduta sabato dal 10° MidemNet, dedicato alle nuove tecnologie e alle diverse modalità per far guadagni, sfruttando la relazione tra artisti e fan.

Dal 2002, la vendita di musica ha subito duri colpi. La rivoluzione digitale ha, infatti, portato con sé la pirateria su internet, arrecando pesanti perdite all’industria discografica, che la vendita di brani in modo legale sia sul web che sui cellulari non è riuscita a compensare. Ma il 2009 potrebbe essere un anno chiave.

 

Venerdì è stato presentato dall’IFPI (International Federation of Music Phonographic Industry) il Rapporto 2009 sulla musica digitale a livello internazionale: nonostante il 95% dei download di musica attraverso la rete sia ancora illegale, il mercato legittimo continua a crescere raggiungendo nel 2008 un fatturato  di circa  3,7 miliardi di dollari, con 1,4 miliardi di brani scaricati.

Le aziende discografiche hanno adottato nuovi modelli di business, stringendo accordi con partner leader nel settore del digital content, permettendo così ai consumatori di accedere alla musica in modo sempre più agevole e diversificato.

 

Secondo i dati dell’IFPI, nel 2008 la crescita del digitale è stata del 25%, le nuove piattaforme digitali ricoprono oggi il 20% di tutto il mercato discografico, una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Il download dei singoli brani è anch’esso cresciuto del 25% così come gli album online in aumento del 36%.  A livello mondiale la canzone più scaricata è stata “Lollipop” di Lil Wayne’s con 9,1 milioni di download mentre in Italia il primato per il 2008 spetta a Jovanotti con il brano ” A te”.

 

Un forte impulso hanno avuto anche nuovi modelli di abbonamento, l’utilizzo di siti di social networking, di streaming e video-sharing. Nonostante un’oggettiva crescita del settore digitale, l’industria discografica continua ad essere danneggiata dal fenomeno della pirateria che di fatto impedisce uno sviluppo più rilevante del mercato dell’online.

 

Nel Rapporto si auspica infatti anche una più incisiva collaborazione con gli ISP Providers al fine di diffondere una maggiore cultura della legalità, contenere il fenomeno della pirateria e spingere sempre più l’acceleratore sullo sviluppo legale della musica liquida.

 

“L’industria discografica  – ha commentato John Kennedy, Presidente di IFPI – sta cambiando pelle, sono stati adottati nuovi modelli di business e si sta cercando di rispondere sempre più alle esigenze di un mercato in continua evoluzione”.

 

In Italia nei primi 9 mesi del 2008 il fatturato derivante dal digitale è stato di 11 milioni di euro, con internet cresciuto del 36% ( in calo le suonerie da mobile) e un forte incremento del download degli album, cresciuti del 48% contro il +29% dei singoli. Esplodono i proventi da YouTube (+ 103 %) che superano il milione di euro.

 

E a proposito di nuovi modelli di business, si registra una novità: Apple ha annunciato che presto rimuoverà le protezioni digitali dalla musica venduta su iTunes, grazie a un accordo siglato con le major. I brani potranno così essere letti anche su dispositivi diversi dall’iPod di Apple.

Questa decisione avrà delle conseguenze positive in termini di libera circolazione della musica.

Dopo EMI e Warner, intervenute sulla scia di Apple, venerdì le divisioni francesi di Universal e Sony Music hanno annunciato che rinunceranno ai “sigilli anticopia” della musica venduta online.

Apple rinuncerà inoltre al prezzo unico (99 centesimi a brano), modello intorno al quale si era organizzato il mercato del downloading legale.

 

 

 

Rapporto IFPI 2009

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