Internet? Sì per pagare le tasse, no per usare Facebook. Brunetta fissa i paletti per l’uso del web negli uffici pubblici

di Alessandra Talarico |

Italia


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L’uso di internet dal luogo di lavoro sarà consentito ai dipendenti pubblici esclusivamente per “assolvere incombenze amministrative e burocratiche” senza allontanarsi dall’ufficio. Tra queste incombenze rientrerebbero ad esempio l’adempimento online “nei confronti di pubbliche amministrazioni” o di banche e assicurazioni.

Insomma, internet si può utilizzare dal’ufficio per pagare le tasse o fare un bonifico – si risparmia così del tempo prezioso e si evita di intasare le strade e altri uffici pubblici – ma non per chattare o andare su Facebook o per scaricare file non attinenti all’attività lavorativa.

 

È quanto stabilisce una nuova direttiva sull’uso di internet e della posta elettronica dal luogo di lavoro firmata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta per monitorare l’utilizzo delle risorse ICT che, ormai costituiscono uno degli strumenti di lavoro principali dei dipendenti delle Pubbliche amministrazioni.

 

Dal momento che si tratta di un argomento molto delicato, che va a toccare la sfera della privacy dei lavoratori pubblici, il ministero ha infatti ritenuto opportuno fissare dei paletti per facilitare, da un lato, il corretto utilizzo delle risorse internet da parte dei dipendenti e dall’altro il “proporzionato esercizio del potere” da parte delle amministrazioni che, in quanto datori di lavoro “sono tenute ad assicurare la funzionalità e il corretto impiego degli strumenti ICT, definendone le modalità di utilizzo” nell’ambito dell’attività lavorativa e “adottando le necessarie misure per garantire la sicurezza, la disponibilità e l’integrità dei sistemi”.

 

Nell’esercitare il loro potere, le amministrazioni dovranno attenersi ai principi contenuti nelle linee guida del Garante privacy e rispettare la libertà e la dignità dei lavoratori, che dovranno essere informati dell’esistenza di sistemi atti a raccogliere i dati personali e non potranno essere sottoposti a controllo tramite sistemi a distanza.

Dovrà essere inoltre applicato il principio di proporzionalità, che si concreta nella “pertinenza e nella non eccedenza” delle attività di controllo: il datore di lavoro, insomma, potrà verificare se vi sia stato un utilizzo indebito di internet, ma non indagare sul contenuto dei siti visitati.

Il trattamento dei dati dovrà avvenire in forma anonima e precludere l’immediata identificazione degli utenti.

 

Riguardo infine la posta elettronica, essendo il contenuto dei messaggi e dei file allegati coperto da garanzie di segretezza tutelate anche costituzionalmente, alle Amministrazioni spetta il compito di stabilire regole e strumenti per un uso corretto delle email da parte dei lavoratori.

Ciò servirebbe, conclude la direttiva, ad evitare o almeno a limitare “l’insorgere di difficoltà” legate all’uso della posta elettronica.