Italia
“L’Italia è uno dei principali attori innovativi al mondo, con le circa 11 mila domande di brevetto presentate ogni anno all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi”. Lo ha affermato Giuseppe Tripoli, Capo del Dipartimento Imprese e Internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico, intervenendo alla “Conferenza internazionale sulla proprietà intellettuale e la competitività delle micro, piccole e medie imprese”.
La Conferenza, che si concluderà questa sera, è stata organizzata dal CNEL in collaborazione con WIPO e col supporto dei ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico per fare il punto sui diversi temi che ruotano attorno al rapporto tra diritti di proprietà intellettuale (IPR) e competitività delle PMI in un Paese come il nostro, dove il 99,8% delle imprese ha meno di nove addetti.
I diversi panel previsti nel corso delle due giornate vogliono inoltre focalizzare l’attenzione sulle sfide che le piccole e medie imprese dovranno affrontare nell’era della cosiddetta ‘open innovation‘, in cui i concorrenti saranno anche partner. Una condizione, quest’ultima necessaria per creare prodotti e servizi nuovi e più economici in un ambiente ‘ICT-enabled’ che incoraggi partenariati transfrontalieri nel quadro di reti, consorzi, alleanze strategiche, franchising e altre simili iniziative.
Secondo Tripoli, “…circa il 90% delle domande di brevetto sono presentate da inventori italiani” e quindi “…il livello di innovazione italiano è superiore a quello degli USA, dove le domande di brevetto presentate da inventori autoctoni sono circa il 50% o di Paesi emergenti come l’India, dove la percentuale scende addirittura al 20%”.
Tripoli ha inoltre sottolineato che le imprese italiane, per la loro dimensione, “…perseguono una tipologia di innovazione soprattutto di tipo incrementale e non formalizzata, che comunque consente di esportare ed essere competitive al 93% delle imprese che hanno meno di 50 addetti (sulle circa 190 mila complessive). Esse rappresentano circa il 30% del valore delle esportazioni italiane”.
La Conferenza vuole porre l’accento anche sull’importanza dei diritti di proprietà intellettuale come merce di scambio nonché per la salvaguardia e delle innovazioni. Di questo concetto spesso le PMI non sono consapevoli o anche quando lo sono, non dispongono delle risorse adeguate per massimizzarne il valore.