Ultrabroadband, innovazione e strategie: a Trento il prossimo board Etno

di Alessandra Talarico |

L'associazione continua intanto a dare indicazioni su come i legislatori dovrebbero contribuire a stimolare gli investimenti nelle nuove reti ultraveloci per garantire a tutti i cittadini l'accesso a banda larga come stabilito dall'Agenda digitale europea

Europa


Banda larga

Si terranno a Trento il 23 e 24 giugno 2011 il Board dell’Etno, l’associazione degli operatori europei TLC presieduta dal nuovo Chairman eletto Luigi Gambardella (Responsabile rapporti con le Istituzioni Internazionali ed Europee Gruppo Telecom Italia), e la riunione straordinaria dei responsabili dell’Innovazione e Strategie e della Rete.

Etno, che rappresenta  41 operatori attivi in 35 paesi per un giro d’affari complessivo di 267 miliardi e un volume d’investimenti che nel 2008 ha toccato tra reti mobili e banda larga i 33 miliardi di euro, continua intanto a dare indicazioni su come creare le condizioni legislative atte a stimolare gli investimenti privati nel settore delle reti di nuova generazione e, quindi, funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale europea in termini di diffusione e adozione delle tecnologie ultrabroadband.

 

In occasione dell’ultimo consiglio dei  ministri europei delle tlc, Etno ha sottolineato l’importanza di destinare il dividendo digitale al settore mobile, per sostenere la crescente domanda di servizi internet wireless e aiutare a colmare il digital divide.

 

I membri dell’associazione auspicano una celere adozione della Direttiva europea sullo spettro radio, volta a garantire una base legislativa uniforme in tutta Europa e ad accelerare la riallocazione delle risorse lasciate libere dal passaggio alla Tv digitale, sottolineando che “…i fondi pubblici giocano un ruolo essenziale per garantire l’accesso a banda larga nelle aree non vantaggiose dal punto di vista commerciale”, quelle cioè scarsamente popolate che non consentono agli operatori di recuperare in tempi brevi gli ingenti investimenti necessari.

“Come sottolineato recentemente anche dal Commissario Neelie Kroes, dato che i benefici delle reti a banda larga si estendono oltre il settore, l’onere della realizzazione di tali reti in aree non remunerative non dovrebbe ricadere esclusivamente sul settore delle telecomunicazioni”, ha spiegato ancora l’associazione, ribadendo “che la politica di servizio universale non sia lo strumento appropriato per realizzare l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini l’accesso a banda larga”.

 

Oltre a stimolare gli investimenti e la creazione di nuovi modelli di business, la politica dovrebbe anche stimolare l’uso della banda larga, cercando di rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di un mercato unico per i contenuti digitali.

Le autorità di regolazione nazionali, suggerisce infine Etno, “…dovrebbero usare gli strumenti messi a disposizione dalla Raccomandazione NGA della Ue, come la segmentazione geografica, i rimedi simmetrici e i meccanismi di condivisione dei rischi per creare i giusti incentivi sia per chi richiede accesso che per chi investe”.