Stati Uniti
Imminente l’ingresso in Borsa di Groupon. Secondo tre fonti, nonostante l’instabilità dei mercati e le polemiche riguardo alle pratiche contabili, dal prossimo lunedì la società comincerà un roadshow con gli investitori pubblici.
L’Ipo dovrebbe valorizzare a oltre 10 miliardi di dollari (7,3 miliardi di euro) lo specialista degli acquisti di gruppo a prezzo scontato, probabilmente in una forchetta tra 11 e 12 miliardi.
Groupon non ha voluto commentare le indiscrezioni.
Il gruppo aveva annunciato all’inizio di giugno la propria intenzione di entrare in Borsa. L’offerta valorizzava allora la società a più di 20 miliardi di dollari. Oggi, dopo i richiami della SEC sui criteri adottati per contabilizzare le entrate e le continue perdite a causa degli investimenti fatti nel marketing (Leggi Articolo Key4biz), gli esperti si interrogano sulla validità del suo modello di business (Leggi Articolo Key4biz).
A questo bisogna aggiungere che il mese scorso il direttore operativo, Margo Georgiadis, ha lasciato la compagnia, dopo solo 5 mesi di lavoro, per rientrare nuovamente in Google e occuparsi della fusione con Motorola Mobility.
“La storia di Groupon non è più molto convincente“, ha commentato Scott Sweet di IPO Boutique, specializzata nelle introduzioni in Borsa. Per Sweet una stima superiore a 10 miliardi di dollari sarebbe veramente ‘esagerata’.
Le banche che si stanno occupando dell’IPO di Groupon sono guidate da Morgan Stanley (tra i maggiori azionisti della società), Goldman Sachs e Credit Suisse.
Si appende inoltre che Twitter sarebbe attualmente stimata 8 miliardi di dollari dopo aver raccolto 800 milioni dai fondi. La conferma è arrivata dal CEO Dick Costolo alla Web 2.0 Conference di San Francisco.
Forte di 250 milioni di tweet al giorno e di 100 milioni di utenti attivi, Twitter non cela la propria ambizione di “arrivare a tutte le persone del pianeta” (Leggi Articolo Key4biz).
Costolo ha anche spiegato che Twitter è impegnata sempre più nella fidelizzazione del proprio pubblico e prosegue nell’opera di integrazione dei link sponsorizzati e presto sul sito faranno la loro comparsa nuovi tipi di contenuti, coerentemente con le abitudini dei suoi utenti. Ma resta ancora un mistero il modello economico che la web company intenderà adottare.