Economia digitale, vertice di Parigi. Il Viceministro Calenda: ‘OTT e tasse, un problema che va risolto’

di Raffaella Natale |

I rappresentanti dei 7 Paesi Ue riuniti a Parigi temono che, se non si interverrà subito sulle regole di internet, l'economia digitale possa subire una battuta d'arresto in Europa.

Europa


Mini-vertice di Parigi

“Riteniamo che non sia equo che i grandi player digitali facciano profitti in Europa e paghino altrove, e pochissimo, le tasse. E’ un problema che va risolto“, ha dichiarato il Viceministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, a margine del mini-vertice sull’economia digitale che si è tenuto ieri sera a Parigi su iniziativa del Ministro Fleur Pellerin, per avviare un’azione coordinata con alcuni Paesi Ue in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre (Leggi Articolo Key4biz).

“Dobbiamo però agire con cautela – ha indicato Calenda -, evitando che si passi da un eccesso all’altro e che misure sproporzionate danneggino un settore in grande crescita, o siano interpretate come provvedimenti protezionistici”.

Il Viceministro ha poi commentato d’essere d’accordo sul fatto che “l’Europa debba accelerare sulle politiche a favore dello sviluppo dell’industria digitale, lavorando sia sul fronte delle risorse che su quello degli standard e del completamento del mercato unico”.

 

Accanto alla Pellerin, il Ministro francese per gli Affari europei Thierry Repentin e il Commissario Ue per la Digital Agenda Neelie Kroes.

 

Oltre all’Italia, per la quale ha partecipato anche il commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale Francesco Caio, erano presenti i rappresentanti dei dicasteri competenti di Germania, Polonia, Regno Unito, Spagna e Ungheria.

 

“Abbiamo condiviso la constatazione di un ‘bug’ europeo nell’internet 2.0 e che bisogna fare di tutto per fare emergere i campioni digitali europei”, ha detto la Pellerin al termine del mini-summit durato due ore.

Nel 2000, “avevamo sei produttori europei di telefonini e oggi zero, dopo l’acquisto di Nokia da parte di Microsoft“, ha aggiunto il Ministro francese, passando poi all’aspetto cruciale di questo incontro: “La maggior parte dei player stranieri di internet non sono soggetti agli stessi vincoli normativi e fiscali. Disuguaglianze (queste) che creano distorsioni della concorrenza”.

 

Nella nota di Bercy si legge che “la riunione di oggi ha permesso di condividere alcune osservazioni e orientamenti che saranno utili alla preparazione del summit” di fine ottobre a Bruxelles. Il confronto è continuato in una cena informale che si è tenuta subito dopo.

 

I Ministri hanno sottolineato il rischio che l’economia digitale possa subire una battuta d’arresto in Europa.

 

Ricorrendo a pratiche di ottimizzazione fiscale, gli Over-The-Top (Google, Apple, Facebook e Amazon) hanno evaso tasse in Francia per 1,3 miliardi di euro: nel 2011 Google non ha versato 156,5 milioni di euro di imposte, Apple 310,8 mln, Facebook 21,2 mln e Amazon 7,6 mln.

L’idea della Pellerin è la seguente: le piattaforme digitali dovrebbero essere regolamentate e tassate in funzione del luogo dove i loro utenti usano questi siti e le loro applicazioni. I profitti realizzati sul mercato europeo dovrebbero, quindi, essere tassati e le entrate condivise tra i Paesi membri (Leggi Articolo Key4biz).

 

In Italia, nel 2012 gli OTT hanno versato all’erario solo 9,157 milioni di euro (5,98 se si considerano i crediti d’imposta). (Leggi Articolo Key4biz)

 

A Parigi, Carlo Calenda ha incontrato anche il Ministro del Commercio Estero francese Nicole Bricq. Durante il colloquio – si legge in una nota – i due Ministri hanno discusso la strategia di politica commerciale dell’Unione Europea in vista dei Consigli dei ministri Affari Esteri e Commercio del 18 ottobre e del 3 Dicembre, nonché del prossimo Vertice italofrancese, che si terrà il 20 novembre a Roma. In particolare, Calenda e Bricq hanno sottolineato l’importanza, nel contesto dell’attuale dibattito sul progetto di modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale, di salvaguardare l’efficacia di queste misure utili per la lotta contro la concorrenza sleale, causata dalle importazioni oggetto di dumping o di sovvenzioni.