Il Ministro Bray agli editori: ‘Non cadete nella trappola della contrapposizione tra carta ed eBook’. AIE replica, ‘Equiparate l’IVA’

di Raffaella Natale |

Alla Buchmesse i numeri desolanti (Documento a più di pagina) della crisi del settore e l’invito ai politici italiani a dare un ruolo centrale ai contenuti nell’Agenda digitale.

Germania


Massimo Bray

Gli editori italiani chiedono che il governo intervenga per risolvere la crisi del settore. Alla Buchmesse di Francoforte (Leggi Articolo Key4biz), il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo, snocciolando una serie di dati negativi, ha dichiarato: “Una politica per il libro non è più solo urgente, è in ritardo”.

In due anni il fatturato è diminuito del 14%, ogni giorno ci sono librerie che chiudono, la crisi di liquidità si aggrava, si vanno rideterminando gli equilibri competitivi nei canali commerciali del libro, anche l’export cala. Per Polillo, “serve un dialogo serio, diretto, subito” con la politica.

 

Ma come affrontare le trasformazioni indotte dalle nuove tecnologie digitali? Il Ministro alla Cultura Massimo Bray, nel messaggio inviato a Francoforte, è chiaro: “Bisogna evitare di cadere nella trappola della contrapposizione tra libro cartaceo e libro digitale“.

“Investire in innovazione digitale vuol dire anche guidare la trasformazione. Credo che questo sia la sfida essenziale che ci attende nel prossimo futuro”, ha detto Bray, aggiungendo: “L’innovazione è sicuramente un viatico per la diffusione dei contenuti culturali, ma occorre che l’aumento dei fruitori possa conciliarsi con un contesto di regole chiare che stabilisca quali sono i limiti di questa fruizione. Penso ad esempio alle conseguenze della pirateria digitale che è un gravissimo rischio per la tutela dei diritti morali e patrimoniali degli autori”.

Per Bray, è quindi necessario un corretto adeguamento normativo di fronte a questo fenomeno, oltre che un intervento strutturale e di sistema, un Piano della lettura, che veda coinvolti tutti gli attori della filiera libro.

 

Gli editori chiedono alla politica sostegno nella promozione del libro e della lettura. E, per la prima volta, prendono una posizione ferma sull’IVA, domandando che sia parificata tra libri di carta ed eBook, al momento sottoposti ad aliquote differenti a svantaggio dei secondi sui quali è del 22%.

A questo c’è da aggiungere, ha ricordato Polillo, le difficoltà delle imprese italiane a competere con le aziende stranieri che hanno sede in Lussemburgo e pagano il 3% d’IVA (come Amazon, ndr).

Non solo, ricorrendo alle pratiche di profit shifting sempre le stesse multinazionali del web si sottraggono in tutto o in parte al pagamento delle tasse, rendendo davvero difficile concorrere con loro.

 

Dichiarazioni importanti specie per chi aveva colto finora negli editori un atteggiamento ostativo nei confronti della diffusione dei libri digitali, e li aveva considerati in parte responsabili della scelta del Ministro Maria Chiara Carrozza di far slittare al 2015 l’adozione degli eBook nelle scuole.

Non è ostacolando l’innovazione tecnologica che si vince sul mercato e le case discografiche lo sanno, tant’è che i loro profitti hanno cominciato a risollevarsi da quando hanno cominciato a investire maggiormente sul digitale e allargato l’offerta online, puntando su prezzi contenuti.

A prova di questo, Polillo informa che oggi ci sono in commercio 15mila titoli di libri di testo digitali: “Un numero maggiore rispetto al numero di titoli cartacei nella maggior parte degli altri paesi europei”. Segno tangibile che “Gli editori sono ampiamente pronti alle nuove sfide”.

 

Polillo a Francoforte ha anche chiesto che i contenuti abbiano una posizione centrale all’interno dell’Agenda digitale italiana.

Sostenere l’innovazione – ha detto Polillo – paga. Non vi sono piani di nessun genere al momento. Anche qui le differenze con i nostri concorrenti sono enormi, se si vede gli aiuti alla digitalizzazione di Spagna e Francia, il costante supporto all’innovazione fornito in Germania, l’impegno del Regno Unito proprio per focalizzare l’agenda digitale sul tema dei contenuti”.

Gli editori, ha osservato, “non vogliono sussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favore dell’innovazione e promozione culturale”.

 

Polillo è anche tornato sul tema del diritto d’autore per domandare alla politica di avere finalmente regole certe: “Di recente il Ministro Bray ha annunciato di voler rivedere le normative sul diritto d’autore, per aggiornarlo rispetto alle sfide sul digitale. Siamo d’accordo, purché ci si basi su analisi serie” .

Il regolamento promosso dall’Agcom, continua Polillo, “è certamente un momento dell’aggiornamento del diritto d’autore al digitale. Malgrado i ritardi causati dalla precedente Consigliatura gli attuali commissari, primi fra tutti il presidente Cardani, hanno dato un decisivo impulso al dossier che dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2014″.

 

Per maggiori informazioni:

Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2013