lo scontro

6 Ghz verso il mobile, addio WiFi? Telco in vantaggio sugli Isp nella corsa allo spettro conteso

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Gli operatori mobili europei sono visti in vantaggio sugli Isp nella corsa alla banda 6 Ghz per servizi mobili. Addio WiFi?

Gli operatori mobili europei sono visti in vantaggio sugli Isp nella corsa alla banda 6 Ghz. Lo scrive la Reuters, aggiungendo che questa porzione di spettro radio ambita anche dai provider internet sembra ormai destinata in larga misura all’uso per il mobile e non per il WiFi, come richiesto dagli Isp. Le telco Ue potrebbero godere in questa battaglia del sostegno del Radio Spectrum Policy Group (RSPG) l’organo consultivo della Commissione Europea che si occupa di spettro radio e frequenze.

Lo scontro sulla banda 6 Ghz

La questione vede contrapposte Deutsche Telekom, Orange, TIM, Vodafone e altre aziende di telecomunicazioni contro Amazon, Apple, Meta Platforms, Microsoft e altre aziende tecnologiche, ma anche l’AIIP in Italia, che puntano sulla diffusione del WiFi di nuova generazione.

Mentre le telco vogliono più spettro per i servizi mobili, ammonendo sul fatto che l’Europa potrebbe rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti nella futura implementazione del 6G se non avrà accesso alla banda superiore dei 6 GHz, uno dei pochi grandi blocchi di spettro di banda media ancora disponibili. Gli Isp e le Big Tech americane, al contrario, sostengono invece che spettro aggiuntivo sia fondamentale per i servizi WiFi e la prossima generazione di servizi e prodotti digitali. Entrambi i fronti contrapposti vogliono che l’intera banda superiore dei 6 GHz venga assegnata esclusivamente a loro.

Parere dell’RSPG in arrivo

Secondo la Reuters, l’RSPG, riunitosi a Bruxelles mercoledì mattina, pubblicherà a breve il suo parere proponendo che 540 MHz della banda dei 6 GHz siano assegnati agli operatori di telefonia mobile,

I restanti 160 MHz che potrebbero essere assegnati alle aziende Wi-Fi saranno congelati fino alla Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni del 2027, organizzata dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), che fornirà una tabella di marcia per le bande di spettro per le future tecnologie mobili.

L’ultima parola al CEPT

Il parere del Radio Spectrum Policy Group sarà inviato alla Conferenza Europea delle Poste e delle Telecomunicazioni (CEPT), composta da 46 paesi, per collaborare su questioni normative e di standardizzazione tecnica.

Sarà la CEPT alla fine a definire le condizioni per l’utilizzo dei 540 MHz da parte degli operatori di telefonia mobile.

Gli esperti prevedono che il 6G sarà lanciato commercialmente nel 2030. Gli Stati Uniti, il Canada, la Corea del Sud e molti altri Paesi hanno già assegnato porzioni maggioritarie della banda da 6 GHz all’uso del Wi-Fi di nuova generazione.

Se l’Europa deciderà diversamente, ci saranno inevitabilmente problemi di compatibilità tecnologica con diversi dispostivi realizzati per il mercato Usa e della Corea del Sud.

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