Sicurezza nazionale

5G strategico, ma il golden power rafforzato sarà un peso in più per le telco

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Il nuovo golden power rafforzato per il 5G e il Cloud, contenuto nel “decreto Ucraina” pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, sarà un aggravio non indifferente del carico burocratico per la industry Tlc.

Il nuovo golden power rafforzato per il 5G e il Cloud, contenuto nel “decreto Ucraina” pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, sarà un aggravio non indifferente del carico burocratico per la industry Tlc. Un onere importante, che peserà sulle telco ma anche sulla Presidenza del Consiglio che dovrà monitorare e gestire un peso molto più grande di notifiche che riguarderà non più soltanto i vendor extra Ue, ma tutti i vendor coinvolti nella realizzazione del 5G, e adesso anche del Cloud, indistintamente. Dal punto di vista politico, il rafforzamento del golden power per il 5G e il suo ampliamento al Cloud, e in futuro la possibilità che venga allargato ulteriormente ad altre sfere del digitale, fa capire l’importanza strategica attribuita dal Governo alle nuove reti e il valore di lungo periodo attribuito al 5G da Palazzo Chigi. Saranno le nuove reti 5G a trasportare i dati più sensibili dell’IoT, della nostra sanità digitale, dei porti, delle autostrade, della logistica.

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Quadro sempre più complesso

Un provvedimento che è tutt’altro che una semplificazione, visto che dal punto di vista operativo imporrà una serie di oneri in più (da coprire con risorse qualificate) per rispondere ai nuovi obblighi previsti dall’ampliamento del perimetro cibernetico del nostro paese. Certo, lo spirito dell’iniziativa non è certo bloccante, ma il risultato non sarà certo quello di semplificare e rendere più veloce la parte burocratica del 5G.

E ancora, sul fronte politico, l’allargamento del perimetro cibernetico al 5G e al Cloud supera l’approccio in vigore fino ad oggi, con la suddivisone fra vendor europei ed extra Ue. Il 5G è considerata un’infrastruttura di interesse nazionale tout court, indipendentemente dalla provenienza dei fornitori delle attrezzature di rete.

Ampliamento del perimetro, più burocrazia

Il che si tradurrà in un allargamento considerevole del perimetro burocratico per le aziende.  E non è finita qui. Il Governo si riserva la possibilità di allargare ulteriormente, volendo, il perimetro cibernetico. E’ quanto si evince dal comma 1 dell’articolo 28 del decreto Ucraina (‘Ridefinizione dei poteri speciali in materia di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G e cloud’), secondo cui  al di là di 5G e Cloud “…ulteriori servizi, beni, rapporti, attività e tecnologie rilevanti ai fini della sicurezza cibernetica, ivi inclusi quelli relativi alla tecnologia cloud, possono essere individuati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell’interno, il Ministro della difesa, il Ministro degli affari esteri della cooperazione internazionale, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, e con gli altri Ministri competenti per settore, e sentita l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale…”.

In altre parole, l’ambito di intervento dei poteri speciali del golden power potrebbe in futuro allargarsi anche ad altre tecnologie.

Il piano annuale dettagliatissimo

E’ previsto, poi, nel decreto (comma 2 art.28) l’obbligo da parte delle imprese che realizzano e gestiscono le reti 5G di comunicare un piano annuale che dovrà essere dettagliatissimo, con aggiornamento quadrimestrale in caso di ulteriori ordini: ‘…alla Presidenza del Consiglio dei ministri un piano annuale nel quale sono contenuti: il settore interessato dalla notifica; dettagliati dati identificativi del soggetto notificante; il programma di acquisti; dettagliati dati identificativi dei relativi, anche potenziali, fornitori; dettagliata descrizione, comprensiva delle specifiche tecniche, dei beni, dei servizi e delle componenti ad alta intensità tecnologica funzionali alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle attività di cui al comma 1; un’informativa completa sui contratti in corso e sulle prospettive di sviluppo della rete 5G, ovvero degli ulteriori sistemi e attivi di cui al comma 1; ogni ulteriore informazione funzionale a fornire un dettagliato quadro delle modalità di sviluppo dei sistemi di digitalizzazione del notificante, nonché dell’esatto adempimento alle condizioni e alle prescrizioni imposte a seguito di precedenti notifiche; un’informativa completa relativa alle eventuali comunicazioni effettuate ai sensi dell’articolo 1, comma 6, lettera a) , del decreto-legge n. 105 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2019, ai fini dello svolgimento delle verifiche di sicurezza da parte del Centro di valutazione e certificazione nazionale (CVCN), inclusiva dell’esito della valutazione, ove disponibile, e delle relative prescrizioni, qualora imposte. Con uno dei decreti di cui al comma 1, possono altresì essere individuati ulteriori contenuti del piano annuale, eventuali ulteriori criteri e modalità con cui procedere alla notifica del medesimo piano, oltre ad eventuali tipologie di attività escluse dall’obbligo di notifica, anche in considerazione delle ridotte dimensioni dell’operazione”.

Modello Uk per le reti 5G, asso nella manica del Governo

Dal punto di vista politico, un ulteriore elemento di novità si trova nel comma 4 (art. 28). “…Se le prescrizioni o condizioni non risultano sufficienti ad assicurare la tutela dei citati interessi, il Governo, tenendo conto dei contenuti del piano notificato, dell’obsolescenza, del costo e dei tempi di sostituzione degli apparati e dell’esigenza di non rallentare lo sviluppo della tecnologia 5G o di altre tecnologie nel Paese, nel rispetto dei principi di proporzionalità e adeguatezza, approva, in tutto o in parte, il piano per un periodo temporale, anche limitato, indicando un termine per l’eventuale sostituzione di determinati beni o servizi ovvero non approva il piano esercitando il potere di veto…”. In altre parole, il Governo si riserva il diritto di ordinare lo smantellamento delle reti in caso di necessità Un caso limite, che tuttavia attribuisce al Governo la possibilità (come già avvenuto in Uk nei confronti delle tecnologie Huawei) di ordinare lo smantellamento e la sostituzione di determinate tecnologie di rete. Un asso nella manica per il Governo, che potrà giocarselo in casi estremi