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5G: standard e spettro radio i rischi per le telco

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Frammentazione degli standard e dello spettro radio i fattori che rischiano di pesare sullo sviluppo della prossima generazione wireless.

Mentre i consumatori stanno ancora passando al 4G, gli operatori sono già da tempo proiettati allo sviluppo del 5G, il prossimo standard wireless che aprirà le porte alla nuova era dell’Internet of Things. Molti carrier europei stanno verificando la possibilità di realizzare le prime reti commerciali 5G già entro il 2019.

Ma la strada verso il 5G è lastricata di insidie e secondo il Financial Times il rischio frammentazione sul fronte degli standard tecnologici è dietro l’angolo. I potenziali vantaggi del 5G, su cui la Commissione Europea punta molto per rinverdire i fasti del 3G nel Vecchio Continente, potrebbero subire una battuta d’arresto proprio a causa di questa frammentazione.

L’ostacolo più difficile da superare, secondo i produttori di apparecchiature di rete, riguarda le porzioni di spettro che saranno utilizzate per il 5G. Diversi paesi puntano su porzioni diverse dello spettro per trasportare il segnale.

Diversi paesi hanno allocato diverse porzioni di spettro per il 5G. Senza un accordo armonizzato a livello Ue sulle frequenze 5G, i device mobili rischiano di diventare molto pesanti e più cari di quelli in circolazione oggi, perché dovranno contenere le svariate componenti tecnologiche necessarie a garantire la ricezione e trasmissione del segnale su diverse bande. In caso di mancata armonizzazione dello spettro, anche le antenne per trasmettere rischiano di dover essere molto alte e invasive, con tutte le conseguenze del caso in termini paesaggistici.

Eppure, la Commissione Europea a settembre ha pubblicato un piano d’azione molto serrato sul 5G e prevede che dal suo roll out possano arrivare benefici economici per 113 miliardi di euro nella Ue dall’applicazione in settori diversi che vanno dall’healthcare ai trasporti al settore auto.

Realizzare le reti 5G, secondo stime, costerà 56 miliardi di euro, a fronte di un potenziale di 2,3 milioni di nuovi occupati.

E’ pur vero che la industry delle Tlc sta ancora cercando di definire con esattezza cos’è il 5G. L’obiettivo del nuovo standard è rendere più rapidi i servizi streaming abbreviando di molto il tempo di download.

Ma mentre in Europa si discute degli standard, Corea del Sud e America stanno andando avanti rapidamente definendo standard potenzialmente diversi dai nostri.

La corsa agli standard coinvolge tutti i player, dai produttori di rete a quelli di smartphone, passando ovviamente per le compagnie tlc.

In Italia, Vodafone ha già chiesto al Mise di poter sperimentare la tecnologia 5G e ha annunciato la copertura 5G di 3 grandi città italiane nel 2020. L’evoluzione della Rete 4G di Vodafone è la base di partenza per l’introduzione di una nuova generazione di servizi da cui i clienti possono trarre benefici ancor prima del 2020. Ne sono un esempio il lancio della nuova tecnologia Narrowband IOT, sempre più piccola ma con una batteria a lunghissima durata per tutte quelle applicazioni che richiedono una larghezza di banda minima. Nel Regno Unito (e prossimamente in Germania) Vodafone sta testando una nuova tecnologia legata al 5G (V2X), per permettere ai veicoli di parlare tra di loro e con le infrastrutture stradali a lunga distanza.

Telecom Italia dal canto suo nel 2015 ha realizzato i primi test con la tecnologia Virtual radio access network (vRan) per preparare il terreno al 5G. E’ stato il primo test di successo in Europa, e Telecom Italia ha poi lanciato il piano ‘5G for Italy’ insieme con Ericsson per coinvolgere il mondo della ricerca e altre aziende a testare la nuova tecnologia. Il laboratorio di Torino è diventato il centro nevralgico del 5G di Telecom Italia.

In Italia i primi test sul 5G dovrebbero partire nel 2017 in banda 3.4-3.8 Ghz, in tre città (una potrebbe essere Milano, avvantaggiata dalla presenza di una rete capillare in fibra).

Nel Regno Unito l’Ofcom ha fissato una roadmap per il lancio del 5G nel 2020, con i primi test che avranno luogo già nel 2018.

Insomma, i test sono in corso, i produttori stanno mettendo a punto gli standard ma il timore che all’improvviso possano cambiare le regole dopo investimenti ingenti c’è. Peggio della frammentazione tecnologica rischia di rivelarsi la frammentazione dello spettro.

Molte applicazioni che viaggeranno in 5G richiedono ampie porzioni di spettro per funzionare. Per questo, è importante che legislatori e regolatori comincino ad approfondire il tema dell’allocazione delle frequenze, condividendo poi i principi cardine il più presto possibile prima che la tecnologia sia sviluppata.