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5G. Roberto Viola: ‘Europa regione pilota’. Ma ruolo importante anche all’Italia

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Nell'ambito di un evento allo European Pavillon di Expo2015, Viola ha posto l’accento sul ruolo dell’Europa nelle politiche di armonizzazione dello spettro. Antonio Nicita (Agcom): 'Italia prima in Europa a svolgere consultazione sul framework LSA'

La Commissione Europea e il Governo italiano hanno riunito ieri a Milano allo European Pavillon di Expo2015 i massimi esperti internazionali di spectrum policy e i rappresentanti delle istituzioni responsabili delle strategie politiche e regolatorie per il mercato unico digitale.

L’evento, co-organizzato dal Sottosegretario Antonello Giacomelli e dal Direttore generale della DG CONNECT Roberto Viola, si è focalizzato sulle modalità di condivisione delle risorse frequenziali (tra le quali il cosiddetto Licensed Shared Acess) quale strumento di potenziamento della capacità di banda ultra larga mobile, nella prospettiva del 5G.

In particolare, il nostro Ministero dello Sviluppo Economico ha potuto mostrare il primo esperimento pilota internazionale LSA sulle frequenze 2.3 GHz e le modalità di condivisione tecnica di tali risorse frequenziali, già in corso in Italia, grazie alla collaborazione della Fondazione Ugo Bordoni.

Le nuove modalità di condivisione dello spettro rappresentano uno snodo fondamentale per l’avvento del 5G proprio perchè permettono forme di accesso anche limitate, nel tempo e nello spazio, per nuovi usi” ha affermato, nel saluto iniziale a nome del Governo, Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del PD, sottolineando la centralità della disponibilità di banda ultra larga per la crescita economica e l’impegno del Governo in tal senso.

Roberto Viola ha rivendicato il ruolo svolto dalla Commissione e dal Radio Spectrum Policy Group nello spingere verso la sperimentazione di forme di condivisione di capacità frequenziale sotto-utilizzata.

In particolare Viola ha posto l’accento sul ruolo dell’Europa nell’arena mondiale come protagonista nelle politiche di armonizzazione dello spettro e di rilascio di nuova capacità per sostenere la domanda esponenziale di banda larga mobile.

Secondo Roberto Viola l’Europa può diventare, a livello mondiale, la regione pilota nello sviluppo del 5G, attraendo anche importanti investimenti.

In particolare, secondo Viola, le opportunità offerte dalle connessione 5G si sposano bene con il tessuto di piccole e medie imprese di cui si compongono molti mercati europei.

Sulla stessa lunghezza d’onda si sono espressi il Chairman del Radio Spectrum Policy Group della Commissione europea Gilles Brégant e il capo unità Security Technology Assessment, JRC della Commissione Europea, Georg Peter, sottolineando la necessità di procedere velocemente ad un nuovo framework regolatorio che possa governare le nuove forme di condivisione delle risorse spettrali.

Non a caso gli interventi dei rappresentanti di Berec, Ofcom, Agcom, Anacom, sono stati tra i più seguiti della giornata da imprese e istituzioni. Toccherà infatti ai regolatori, dopo la sperimentazione tecnica, definire un chiaro quadro di regole per un sharing efficiente.

In particolare, Fatima Barros (presidente Berec e Anacom), Philip Marnick (Ofcom) e Joëlle Toledano (già membro Arcep) hanno confermato la necessità di un approccio flessibile e dinamico alla frequenze, in base al quale la capacità inutilizzata possa esser messa a disposizione da parte del licenziatario, previo opportuno compenso, nei confronti di altri operatori.

A tal fine – ha sottolineato Fatima Barros – “è fondamentale imparare anche dalle lezioni che provengono dalle concrete esperienze sul campo, quale il caso pilota italiano”.

La Barros ha poi annunciato un approfondimento del tema in sede di Berec.

Ruolo per il quale il Commissario Antonio Nicita della nostra Agcom ha subito candidato l’Italia, in relazione sia alle sperimentazioni tecniche che stanno avvenendo da noi sia al ruolo propulsivo che nei propri documenti dell’ultimo anno sulla pianificazione delle frequenze ha avuto l’Autorità, come anche riconosciuto dal Direttore Mise Eva Spina, presente all’evento.

In particolare, Antonio Nicita, dopo aver illustrato le azioni Agcom dell’ultimo anno su banda L e sulla banda 3.6-3.8 GHz, ha richiamato ad una platea molto attenta i principi economici e regolatori alla base del Licensed Shared Access (LSA), i possibili trade-off sottostanti il disegno regolatorio e alcuni possibili equivoci che occorre evitare in termini di incentivi all’innovazione.

Nicita non ha inoltre escluso che “l’Autorità possa svolgere, prima in Europa, una consultazione in merito al framework contrattuale LSA, sia per le licenze esistenti su base volontaria sia su nuove risorse da assegnare”.

Da parte sua il MiSE, con la Direttrice Eva Spina ha illustrato gli ambiti possibili di sperimentazione in collaborazione con Agcom e i possibili percorsi futuri, individuando bande di frequenza idonee a consentire la condivisione della capacità.

I rappresentanti delle imprese presenti, tra le quali Don Rosenberg, EVP e General Counsel di Qualcomm, hanno lodato l’iniziativa italiana, sottolineando come negli ultimi due anni, e in particolare con le iniziative relative alla banda L e all’assegnazione della banda 3.6-3.8GHz, il nostro paese sembra aver conquistato una leadership nella strategia regolatoria dello spettro.

Sulla stessa linea Cristiano Radaelli, presidente ANITEC: “Lo sviluppo delle reti di comunicazione 5G potrà dare un contributo importante alla velocita di connessione per tutti cittadini europei – ha detto Radaelli – Inoltre, il progetto pilota avviato dal MISE con la Fondazione Ugo Bordoni per la sperimentazione dell’uso condiviso dello spettro basato sull’approccio Licensed Shared Access (LSA) – un approccio per rendere possibile l’impiego condiviso, flessibile e dinamico dello spettro delle frequenze e migliorarne l’efficienza d’uso – rappresenta un compendio utile per lo sviluppo delle nuove reti, nel rispetto delle frequenze già assegnate. Su questi temi, legati anche all’implementazione del Digital Single Market, le imprese associate ad ANITEC hanno le tecnologie e i servizi per sostenerne lo sviluppo”.