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5G, i progetti per la sperimentazione al vaglio del Mise

5G

Sono al vaglio del Mise le domande per partecipare alla sperimentazione 5G nel nostro paese, che si terrà nelle cinque città di Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera. A breve sarà comunicata la composizione dei consorzi che si aggiudicheranno i diversi progetti.

Il termine ultimo per la presentazione delle buste è scaduto il 12 giugno, il Mise vuole partire con la fase operativa entro la fine dell’anno, per questo i progetti saranno vagliati entro fine luglio. La sperimentazione durerà fino al 2020.

Sarà interessante verificare se nella rosa dei soggetti prescelti, al di là delle Telco, ci saranno (come auspicato) soggetti verticali e, perché no, OTT interessati al 5G italiano.

Tanto più che la stessa Agcom ha avviato a marzo un’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili di quinta generazione (5G) nonché sull’utilizzo di nuove porzioni di spettro al di sopra dei 6 Ghz.

L’Autorità è interessata a conoscere i possibili sviluppi dei principali mercati verticali in ottica acquisendo informazioni sullo sviluppo delle principali applicazioni wireless 5G e il grado di interesse delle imprese dei settori verticali per l’accesso a risorse spettrali, nonché i relativi requisiti di servizio in termini di capacità di trasmissione, latenza e affidabilità, con un particolare focus sull’impatto sui piani di assegnazione dello spettro.  

Con il documento posto in consultazione, l’Autorità intende fornire ai partecipanti una cornice descrittiva dell’argomento che permetta agli interessati di rispondere ai vari quesiti, soffermandosi, se del caso, proprio su quegli aspetti che l’Autorità individua come rilevanti ai fini dell’indagine.

La sperimentazione del Mise utilizzerà frequenze in banda 3.7 Ghz, le stesse che dovrebbero (potrebbero?) andare a gara entro fine anno in banda 3.4-3.8 Ghz, forse spacchettate (3.4-3.6 Ghz e 3.6-3.8 Ghz) visto che la banda 3.5 Ghz è occupata fino al 2023.

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