Il caso

5G negli Usa ‘ostaggio’ dell’industria aeronautica e di Biden

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Come mandare a monte il lancio e lo sviluppo del 5G? Chiedere all'industria aeronautica americana e all'amministrazione Biden.

E’ difficile in questi giorni capire chi sia più nel marasma e nel caos, se l’industria aeronautica Usa o l’amministrazione Biden. Certo i danni che hanno causato alla reputation del 5G sono incalcolabili. C’è di mezzo lo scontro frontale fra industria aeronautica e operatori Tlc sul lancio del 5G in banda C negli Stati Uniti. Secondo il Wall Street Journal, il flop del lancio del nuovo standard è tutto da imputare all’insipienza dell’’industria aeronautica e all’amministarzione Biden, colpevoli di aver provocato (senza riuscire a bloccarlo in tempo) il flop colossale che ha costretto gli operatori AT&T e Verizon a mettere in stand by il lancio del nuovo standard nei pressi degli aeroporti. Il motivo? Timori, peraltro infondati, di interferenze del 5G sulle strumentazioni di bordo (gli altimetri) degli aerei.

E così Verizon ed AT&T sono state costrette a posticipare il lancio del 5G presso le zone aeroportuali per i timori espressi dalle compagnie aeree Usa (e non soltanto).

L’amministrazione Usa torna sui suoi passi

Il blocco parziale del 5G è stato avallato dall’amministrazione Biden, che tuttavia è la prima colpevole del caos che si è venuto a creare.

Gli operatori hanno speso la bellezza di 80 miliardi di dollari allo Stato per le nuove frequenze 5G in banda C ma adesso la FAA (Federal Aviation Agency) non gliele lascia utilizzare.

Com’è ormai noto, secondo la FAA il 5G rischia di creare interferenze sugli altimetri che misurano la distanza degli apparecchi dal suolo.

La FCC aveva dato l’ok

Ma la FCC (Federal Communication Commission), lagenzia Usa che gestisce le politiche sullo spettro radio, aveva analizzato queste preoccupazioni in passato, e nel marzo del 2020 aveva dato il via libera al loro utilizzo per il 5G prevedendo una zona cuscinetto di sicurezza fra le bande occupate dagli altimetri e il 5G, più ampia di quella prevista in molti altri paesi.

Ma ora, dopo 20 mesi da quella decisione, la FAA cambia idea e chiede di rivedere l’esito della FCC prendendo di fatto in ostaggio gli operatori.

Il Wall Street Journal su questo è netto: se AT&T e Verizon non avessero messo in pausa il 5G, la FAA avrebbe bloccato a terra o dirottato il traffico aereo.

I carrier non hanno voluto diventare i capri espiatori di un possibile caos dei cieli e quindi hanno accettato, a malincuore, di posporre ben due volte il lancio del 5G nei pressi di una lista di aerporti americani.

In realtà, il 19 gennaio il servizio 5g avrebbe dovuto partire, l’accordo fra la FAA e i carrier Tlc era stato raggiunto. Ma poi la FAA ha cambiato di nuovo idea.

Cosa è successo?

Domenica scorsa la FAA ha reso noto di aver messo in regola soltanto il 45% degli aerei commerciali Usa per l’atterraggio in condizioni di scarsa visibilità soltanto in 48 degli 88 aeroporti giudicati ad alto rischio interferenze per il 5G. Un’operazione che non copre ancora i Boeing 777 e 787, che si muovono a livello globale in paesi con restrizioni meno severe sul 5G.

Tutto ciò avrebbe quindi provocato la cancellazione o il ritorno alla base di migliaia di voli. Ed è per questo che gli operatori si sono visti di fatto costretti a mettere in stand by l’accensione dei nuovi impianti, per non essere accusati di provocare un caos nei cieli. Che in realtà dipende dalla FAA “che ha avuto ben due anni per adeguarsi in modo responsabile al lancio del 5G”, sottolinea AT&T in una nota amara.

Anche il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg ha la sua bella parte di responsabilità, avendo di fatto travolto la presidente della FCC Jessica Rosenworcel, che ditro le quinte aveva sostenuto il lancio del 5G da parte dei carrier Usa.

Ma ora Buttigieg e Biden stanno disegnando la situazione come se fosse una loro vittoria diplomatica, quando in realtà hanno soltanto contribuito a creare un caos terribile e dannoso per tutti.

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