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5G Italy. L’Italia alla prova del Recovery Fund

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In che modo l’Italia riuscirà ad organizzare i progetti del Recovery Fund? Intervento diFranco Bernabè, Presidente Cellnex; Luigi Paganetto, Professore, Università di Roma Tor Vergata; Francesco Profumo, Presidente, Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio; Gianmario Verona, Rettore, Università Bocconi; Stefano Buffagni, Viceministro, Ministero dello Sviluppo economico.

In che modo l’Italia riuscirà ad organizzare i progetti del Recovery Fund? Un tema molto delicato oggetto della seconda tavola rotonda del 5G Italy e il Recovery Fund, cui hanno partecipato Franco Bernabè, Presidente Cellnex; Luigi Paganetto, Professore, Università di Roma Tor Vergata; Francesco Profumo, Presidente, Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio; Gianmario Verona, Rettore, Università Bocconi; Stefano Buffagni, Viceministro, Ministero dello Sviluppo economico, Roberto Sommella, direttore MF-Milano Finanza.

Bernabè (Cellnex), no a organizzazioni surrogate che facciano le veci della PA

Creare organizzazioni surrogate che facciano le veci della PA è un errore, e una prassi consolidatasi nel corso degli anni che ne ha progressivamente smontato le funzionalità. La pensa così Franco Bernabè, presidente di Cellnex, a maggior ragione in un momento in cui il nostro paese ha a che fare con l’organizzazione delle risorse del Recovery Fund. “Per gestire un paese in maniera efficace deve esserci un’amministrazione efficiente: la riforma della pubblica amministrazione rappresenta una componente essenziale anche nel quadro del Recovery fund e il governo, invece di preoccuparsi di task force, nuovi commissari e organizzazioni surrogate, dovrebbe preoccuparsi di far funzionare le amministrazioni”, ha detto, sottolineando che in mancanza di uno Stato che funzioni “le competenze non restano, e non si crea una curva dell’esperienza”.

Confusione

Negli ultimi anni, ha continuato, si è creata una situazione di confusione “da cui non uscirà nulla di buono: lo Stato non deve fare pasticci, né fare investimenti diretti quando ci sono imprese private che sono in grado di farli; piuttosto, dovrebbe incentivarle a muoversi su questo terrendo creando le condizioni necessarie”. Chiaro il riferimento tra le altre cose al tema della rete unica.

Bernabè (Cellnex): ‘Difficile gestire 209 miliardi del Recovery Fund’

Il problema del Recovery fund, prosegue Bernabè, sta nelle sue dimensioni. L’Italia non è abituata a gestire una massa di denaro così consistente, visto che la media dei fondi che usa annualmente per le infrastrutture si aggira intorno ai 20 miliardi di fondi pubblici. “Ritengo che avremo problemi nella gestione di questi fondi”, ha detto Bernabè. “Nel corso degli anni sono state perse competenze importanti, e gestire una massa di risorse come quella del Recovery sarà sicuramente difficile con le capacità di cui disponiamo attualmente”.

5G: Bernabè (Cellnex), occasione unica ma rimane rischio di giganti che dominino la filiera

“Non vorrei che con la realizzazione del 5G accada quanto si è visto con i servizi internet, ossia l’Europa con un ruolo marginale e la competizione dominata dai giganti statunitensi e cinesi”, ha aggiunto Bernabè. “Lo sviluppo del 5G sta avvenendo nel teatro della contrapposizione tra Stati Uniti e Cina: una partita in cui gli statunitensi hanno bisogno dell’Europa, che deve quindi pretendere che lo sviluppo delle tecnologie e dei servizi del 5G avvenga a condizioni differenti”, ha spiegato, sottolineando la necessità di servizi interoperabili, senza giganti che dominino le filiere; la garanzia di standard di sicurezza internazionali omogenei; e un rafforzamento delle società europee nello scenario competitivo globale. “Il 5G è per l’Europa un’occasione unica, che va sfruttata”, ha concluso.

Paganetto (Tor Vergata): ‘Recovery Fund ottima occasione da concentrare su 5G’

Il Recovery Fund rappresenta un’ottima occasione per l’Italia, che potrà concentrare sul digitale e sul green rispettivamente il 20% e il 30% delle risorse complessive. “Il 5G è una tecnologia general purpose – ha ricordato Paganetto – sarà importante investire sullo sviluppo di questa tecnologia non soltanto per le connessioni ma anche per lo sviluppo di nuovi servizi”. L’Italia secondo Paganetto farà bene a guardare all’esempio francese, che ha messo a punto un piano di utilizzo del Recovery Fund basato in primo luogo sulle applicazioni. “Bisogna decidere dove investire e in quali settori”, ha aggiunto il Professore, sottolineando che oltre al Recovery Fund l’Europa potrà contare sui fondi da mille miliardi del programma Invest EU.

Paganetto (Tor Vergata): ‘Per la rete il modello wholesale only di Open Fiber è il migliore’

Infine, il Professor Paganetto ha ricordato la necessità per l’Italia di recepire entro il 21 dicembre il nuovo Codice delle Cominicazioni Eletronoche, che prevede forti vantaggi per il modello di operatore Wholesale only. Paganetto in merito ha citato il recente report pubblicato dalla società di consulenza tedesca WIK, che pone al centro il modello wholesale only di Open Fiber.

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Studio WIK Consult

La strada per rispettare gli obiettivi di copertura fissati dalla Gigabit Society è ancora lunga non soltanto per l’Italia, ma l’adozione di alcune soluzioni potrebbe dare una grossa spinta in tale direzione. La più importante è rappresentata dal modello di business wholesale-only, come confermato da uno studio che sarà presentato nelle prossime settimane dal think-tank tedesco WIK Consult, consulente della Commissione europea per le tlc. Lo studio evidenzia i vantaggi di tale modello per lo sviluppo delle reti in fibra con particolare attenzione al modello italiano di Open Fiber, il più grande operatore wholesale only in Europa.

Fondi infrastrutturati

Come mostra il caso di Open Fiber, oggetto di interesse da parte del fondo australiano Macquarie“il modello wholesale-only è molto attraente per gli investitori infrastrutturali, che sono alla ricerca di iniziative focalizzate esclusivamente sulla costruzione di nuove reti ad altissima capacità neutrali”. Gli operatori wholesale-only nascono solitamente a questo preciso scopo e il fatto di non avere interessi confliggenti sul mercato retail li rende concentrati sulla realizzazione delle nuove infrastrutture e necessariamente aperti a tutti gli attori interessati a utilizzarle senza alcuna discriminazione. I vantaggi che esso offre in termini di concorrenza, neutralità e apertura giustificano il regime regolamentare di favore concesso al modello wholesale-only dal nuovo Codice.

Recovery Fund, Francesco Profumo (Acri): ‘Coordinare piano italiano con quello europeo’

Sul mutato atteggiamento della Commissione Ue alla luce dell’emergenza sanitaria si è incentrato l’intervento di Francesco Profumo, già Ministro dell’Istruzione e Presidente, Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio. “L’Europa negli ultimi mesi, dopo lo scoppio della pandemia, ha cambiato passo – ha detto Profumo – Il progetto europeo di Recovery Fund, o meglio di Next Generation EU, è integrato con le nuove generazioni. Si tratta di un progetto disegnato per porre le basi della futura competizione globale. Se useremo al meglio le risorse nei prossimi 5 anni, allora potremo davvero cambiare l’Europa”.

Ma perché ciò avvenga sarà necessario tenere conto delle raccomandazioni che ha dato l’Europa nel 2019 che vanno dalla riduzione del debito pubblico, alla lotta al sommerso, dalle competenze digitali della PA alla riduzione dei tempi della giustizia. “La Ue ci ha indicato la strada – aggiunge Profumo – bisogna armonizzare i nostri progetti sul Recovery Fund con quelli del resto della Ue. Dobbiamo coordinare il nostro piano nazionale con quello europeo”.

5G: Buffagni (Mise), metteremo incentivi agli investimenti

Sul 5G metteremo un “incentivo all’investimento altrimenti oggi nessuna azienda è in grado di sostenere un investimento largo nel 5G, dopo le gare a cui hanno partecipato con importanti investimenti”. Così il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni. “Interverremo – ha proseguito – in prime 100 città, perché in alcune zone manca tutta l’infrastruttura”.
    “Il governo ha la necessità di dare una svolta fortissima su questo tema, quindi moderazione nei toni ma non nella sostanza, perché è un’occasione storica”, ha spiegato.

In questa fase, con l’obiettivo di rilanciare il paese, non serve moderazione ma durezza, concretezza e pragmaticità: “molto spesso, spinti dalle sole dinamiche politiche, ci dimentichiamo che abbiamo l’occasione per dare una svolta di ripartenza al paese, senza farci attanagliare dalla burocrazia”. “Dobbiamo mettere le imprese italiane nella condizione di assumersi le proprie responsabilità e andare avanti in questo processo”, ha detto Buffagni, aggiungendo che l’esigenza che lo Stato non entri ovunque è condivisibile, ma è anche evidente che in presenza di fallimenti di mercato in settori strategici come la diffusione della banda ultralarga le cose cambiano.

Recovery Fund, Verona (Bocconi): ‘Sta a noi adeguarci alle richieste della Ue’

Dal canto suo, il Rettore dell’Università Bocconi Gianmario Verona ha detto che nella sua recente visita all’ateneo “la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha detto che sui fondi del Recovery Fund la palla è nel campo dell’Italia – ha detto Verona – sta a noi adesso adeguarci alle richieste della Ue. Dobbiamo tagliare i tempi dei processi e sburocratizzare il sistema anche nel mondo dell’università”.

Le aspettative sui fondi del Recovery Fund nel nostro paese sono alte, ma la situazione, ad esempio nel mondo della scuola, è difficile. L’alfabetizzazione digitale diventa quindi una priorità, così come prioritaria è la riforma dell’università rendendola meno rigida.