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5G, in Italia primi test in tre città nel 2017 in banda 3.4-3.8 Ghz

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“In Italia si terranno nel 2017 in tre città diverse le prime sperimentazioni su reti 5G, usando parte dello spettro”. Lo ha detto oggi il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli al Global 5G event in corso a Roma, aggiungendo che le città prescelte saranno una al Nord, una al Centro e la terza al Sud. Le tre città saranno selezionate anche in base alla copertura in fibra, necessaria per garantire la connettività necessaria per svolgere i test.

 

5G: primi test in Italia in banda 3.4-3.8 Ghz

Quel che è certo è che prima sperimentazione 5G non viaggerà sulla banda 700, ancora occupata dai broadcaster per il digitale terrestre, bensì sulla banda 3.4-3.8 Ghz designata come “pioneer band” del 5G dal Radio Spectrum Policy Group (RSPG), l’organismo Ue che si occupa di definire le politiche spettrali della Ue.

Una sperimentazione, quella del 5G, che vedrà coinvolta Telecom Italia: “Stiamo valutando in questi giorni quale città del Nord scegliere per avviare la sperimentazione del 5G cosi’ da avere nel 2020 la prima citta’ coperta con la tecnologia 5G”, ha detto il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, aggiungendo che “stiamo già facendo diverse iniziative per sostenere lo sviluppo del 5G con Ericsson e con i nostri laboratori di Torino per adempiere all’obbligo di avere una città 5G al 2020”, come previsto dagli obiettivi europei.

Vodafone prevede “la copertura 5G di 3 grandi città italiane nel 2020 successiva alla fase sperimentale”. Lo annuncia Aldo Bisio, Amministratore Delegato di Vodafone Italia, commentando in una nota la proposta del sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli di sperimentare la tecnologia 5G in 3 città italiane che “accogliamo con favore” dice il manager. Vodafone “è già fortemente impegnata in Italia nello sviluppo delle reti ultrabroadband 4G e Fibra, e ha già chiesto al Mise di poter sperimentare la tecnologia 5G” precisa Bisio.

La Commissione Ue ha fissato per il 2020 l’obiettivo di avere almeno una grande città per Stato membro coperta in 5G, per raggiungere la copertura di tutte le città e le vie di trasporto entro il 2025.

 

700 Mhz: gara non prima del 2020-2021

Per quanto riguarda i 700 Mhz, il sottosegretario Giacomelli ha detto oggi che “Non siamo in ritardo sulla Banda 700 – ha quindi assicurato – e saremo perfettamente in linea con le decisioni dell’Ue. Inoltre a novembre chiuderemo la risoluzione sulle interferenze delle frequenze con i Paesi confinanti”.

Per quanto riguarda i 700 Mhz, la gara non sarà fissata prima del 2020-2021, tanto più che per il trasloco dei boradcaster la deadline chiesta e ottenuta dall’Italia all’Europa è il 2022 e gli operatori Tlc non intendono partecipare ad un’asta prima dell’effettiva liberazione delle frequenze.

Interferenze: impianti spenti sull’Adriatico

 

Sul fronte interferenze, da due anni l’Italia è impegnata a risolvere il delicato problema delle interferenze del digitale terrestre ai danni dei sistemi di ricezione dei paesi vicini. L’Italia ha già risolto il problema con Malta, Svizzera e Francia, avviando con Parigi un tavolo di confronto sui 700 Mhz a giugno, in vista dell’accensione dell’Lte in Costa Azzurra fissato per il 2017.

Al momento, è in corso lo spegnimento degli impianti sull’Adriatico che provocano interferenze a Croazia e Slovenia. La roadmap del Mise prevede lo spegnimento degli impianti in Veneto (2-10 novembre), Friuli (11-15 novembre) e Puglia (4-9 novembre) e via via nelle altre regioni entro fine mese.

Manovra: rinnovo canoni 900-1800 Mhz un’occasione (anche) per Iliad

Parlando del rinnovo anticipato dei canoni di locazione dei 900 e 1800 Mhz previsto nella Manovra, dal quale il Governo prevede entrate superiori a 2 miliardi di euro, secondo Giacomelli si tratta di una misura che consentirà “di allineare tutte le scadenze al 2029 dando la certezza agli operatori per fare gli investimenti. E comunque – ha puntualizzato Giacomelli – per gli operatori non si tratta di un obbligo, ma di un’opportunità” e tutto ciò “è finalizzato anche a consentire una base di sviluppo per il 5G“. Un’opportunità anche per Iliad, che per le frequenze in scadenza nel 2018 in arrivo nel quadro della fusione Wind-3 Italia potrà partecipare, se vorrà, al rinnovo decennale delle frequenze.

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