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5G, il piano in consultazione fino al 15 dicembre. I quesiti per le telco. Fondi residui per i Vertical?

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Tutti i quesiti per le telco nella consultazione sul Piano Italia 5G lanciata dal Governo per fissare i criteri di assegnazione dei fondi del Pnrr pari a 2,02 miliardi di euro destinati alle nuove reti.

Gli operatori hanno tempo fino al 15 dicembre per rispondere alla consultazione pubblica sul piano 5G con i fondi del Pnrr avviata dal Ministero della transizione digitale (Mitd). Si tratta del primo Piano di investimenti pubblici – con un finanziamento di 2,02 miliardi di euro – approvato a sostegno dello sviluppo del mercato mobile in Italia e riguarda le aree bianche a fallimento di mercato, dove non è previsto alcun investimento da parte degli operatori. L’obiettivo del Piano è “incentivare la diffusione sull’intero territorio nazionale di reti mobili 5G in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete, al fine di garantire la velocità ad almeno 150 Mbit/s in downlink e 50 Mbit/s in uplink, in aree in cui non è presente, né lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico”.

All’esito della consultazione pubblica il piano di intervento in esame sarà notificato alla Commissione europea ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3 del TFUE.

La mappatura

“L’esito della mappatura ha consentito di verificare l’effettivo fabbisogno di interventi pubblici ritenuti necessari per raggiungere gli obiettivi definiti nella Strategia, nel rispetto dei vincoli imposti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato”, si legge nel documento.

Risorse residuali per lo sviluppo dei Vertical?

“Si ricorda che, come previsto nella Strategia, qualora dovesse residuare una parte delle risorse previste per il presente Piano, tale quota potrà essere destinata, sempre nel rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato, ad ulteriori misure a sostegno della domanda di servizi a banda ultra-larga, includendo possibili incentivi per l’adozione di servizi e applicazioni 5G, anche a favore dei settori verticali per lo sviluppo di casi d’uso previsti dall’ITU, compresi i settori pubblici della sanità, scuola, mobilità e sicurezza. In tal senso, potranno essere previsti anche meccanismi incentivanti per la realizzazione e/o il miglioramento delle coperture radiomobili indoor in edifici pubblici o privati a frequentazione pubblica, quali ad esempio gli edifici scolastici, le strutture sanitarie e gli spazi interni delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti”, si legge nel documento.

Aiuti di Stato, Agcom arbitro

“Configurandosi come un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107(1) TFUE, il Piano sarà notificato alla Commissione europea e la relativa Decisione di autorizzazione sarà parte integrante della base giuridica dell’intervento stesso. In conformità a quanto previsto dagli “Orientamenti dell’Unione europea per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga (2013/C 25/01))” 5 (di seguito, “Orientamenti”), il presente Piano sarà altresì disciplinato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (di seguito, Agcom) per quanto attiene alla definizione dei prezzi e delle condizioni di accesso all’ingrosso alle infrastrutture sovvenzionate e alla risoluzione delle eventuali controversie tra i richiedenti l’accesso e i titolari di dette infrastrutture, oltre che ogni altro aspetto su cui la stessa Autorità riterrà opportuno esprimersi, nell’ambito delle proprie competenze”, si legge nel documento.

Destinatari dei fondi saranno le aree a fallimento di mercato interessate dagli investimenti pubblici relativi al Piano “Italia 5G” sono state identificate ad esito della mappatura delle reti mobili e comprendono i tre ambiti oggetto della Strategia, ossia

  • i “Corridoi 5G”,
  • le “Strade extra-urbane predisposte per il 5G”
  • e le “Aree mobili 5G a fallimento di mercato”.

Siti oggetto della misura

Pertanto, rispetto al numero delle SRB, i siti oggetto della misura risultano circa 13.200, di cui circa 1.900 dislocati entro 50 mt dagli indirizzi civici interessati da interventi previsti nel Piano “Italia a 1 Giga” e dei piani privati degli operatori; dei restanti circa 11.400, circa 1.700 (che comprendono circa 2.400 SRB) coprono anche autostrade, circa 4.000 (che includono circa 5.700 SRB) coprono anche strade extra-urbane e circa 3.000 (che riguardano circa 4.200 SRB) coprono anche tratte ferroviarie. La seguente tabella riassume quanto appena descritto.

Accesso all’ingrosso garantito e regolato da Agcom

“Resta fermo, in ogni caso, che i soggetti aggiudicatari dei finanziamenti dovranno dimensionare e realizzare i collegamenti di backhauling in fibra ottica oggetto della presente linea di intervento in modo da garantirne l’accesso all’ingrosso a tutte le sue componenti, attive e passive, a condizioni eque e non discriminatorie a tutti i soggetti interessati, in conformità con quanto indicato dagli Orientamenti: le condizioni tecniche ed economiche di accesso all’ingrosso alle infrastrutture che beneficiano del finanziamento pubblico saranno regolate dall’Agcom”, si legge nel documento.

Seconda linea di intervento

Oltre alla rilegatura in fibra delle stazioni radio base, “nell’ambito del Piano “Italia 5G” si propone di finanziare nuove infrastrutture di rete passive idonee a consentire di fornire servizi radiomobili aventi come obiettivo prestazionale la velocità di trasmissione, in usuali condizioni di punta del traffico, di almeno 150 Mbit/s in downlink e 50 Mbit/s in uplink in aree che, sulla base dei risultati della mappatura, risultano caratterizzate, oggi e nei prossimi 5 anni, da prestazioni insufficienti a soddisfare il fabbisogno di connettività degli utenti secondo quanto di seguito illustrato”, si legge ancora.

Applicazioni e velocità necessarie

La seguente tabella evidenzia i requisiti prestazionali minimi in termini di velocità di picco e latenza per ciascuno degli ambiti applicativi indicati.

“Con riferimento alla precedente tabella, a titolo esemplificativo si osserva che i veicoli a guida autonoma nella versione connessa usano non solo sensori e intelligenza di bordo ma anche algoritmi intelligenti posti in rete, e per questo richiedono, oltre a bassi valori di latenza (inferiore a 10 ms), anche elevata velocità trasmissiva nelle condizioni di maggiore intensità del traffico (almeno 30 Mbit/s) per ottenere elevata affidabilità nel processo di controllo del veicolo. Altro esempio è rappresentato dall’ambito della sorveglianza di ambienti sia pubblici che privati, che, anche al fine di garantire la sicurezza personale e la protezione di aree del territorio, è tipicamente caratterizzato dal predetto requisito di velocità trasmissiva in ragione del tipo di segnali audio e video da veicolare”, si legge.

Il bacino di intervento

Il 5GItaly di Roma

Di reti di nuova generazione, di innovazione e ricerca e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) parlerà alla quarta edizione del 5GItaly di Roma, il Capo Segreteria Tecnica del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Camilla Sebastiani.

Un evento promosso dal CNIT, il Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni, che si terrà nella Capitale dal 30 novembre al 2 dicembre.

Nella tre giorni della conferenza, ampio spazio sarà dedicato all’Italia e all’Europa, in particolare, alla strategia inserita dal Governo italiano nel PNRR, che prevede l’allocazione di importanti investimenti nella digitalizzazione del paese, a partire dalle infrastrutture di rete.