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5G: partita la consultazione pubblica, durerà un mese. Come partecipare

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È in consultazione pubblica il Piano Italia 5G, definito dal Governo per incentivare la realizzazione delle infrastrutture di rete per lo sviluppo e la diffusione della rete di nuova generazione. Per i soggetti interessati sarà possibile inviare le proprie osservazioni entro le ore 13:00 del prossimo 15 dicembre.

Parte la consultazione pubblica sul Piano Italia 5G

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Il ministero per l’Innovazione tecnologia e la transizione digitale ha pubblicato la consultazione pubblica sul come si intende intervenire per il pieno e rapido dispiegamento delle nuove reti attraverso il Piano Italia 5G.

Durerà fino al 15 dicembre 2021 e i soggetti interessati a partecipare potranno inviare le proprie osservazioni all’indirizzo email: Italia5G_consultazione@governo.it.

Parte in questo modo un piano di investimenti pubblici, dotato di un finanziamento di 2,02 miliardi di euro, che si propone di indirizzare al meglio le iniziative pubbliche per realizzare reti ultraveloci e fornire servizi mobili innovativi e ad elevate prestazioni.

Il piano prevede che tutte le gare siano assegnate entro il 2022 e che la fase operativa piena sia avviata antro il 2023. Una volta partiti i cantieri, inoltre, i tempi dovranno essere celeri e la prima milestone (cioè realizzazione dei lavori al 20%) è fissata per la fine del terzo trimestre del 2023.

Obiettivi della consultazione

La consultazione pubblica ha l’obiettivo di raccogliere osservazioni ed elementi utili dagli stakeholder e pervenire alla definizione del Piano finale, che sarà oggetto di notifica alla Commissione europea in quanto nuovo intervento.

Oggetto della consultazione è anche l’esito della mappatura delle reti mobili, conclusa il 31 agosto 2021, di quelle presenti e previste entro il 2026 sull’intero territorio nazionale, necessaria per definire nel dettaglio le aree che necessitano dell’intervento pubblico.

Ad essa hanno partecipato gli operatori che hanno conferito i piani di dettaglio, per ciascuno dei sei anni di interesse (2021-2026), e sono Iliad Italia, Telecom Italia, Vodafone Italia e Wind Tre.

La mappatura è stata necessaria per far emergere la situazione dei piani di copertura del territorio nazionale con reti mobili in tecnologia 4G e 5G.

Grazie a questo lavoro, è emerso che tra cinque anni quasi 21.900 stazioni radio base non saranno raggiunte da collegamenti di backhauling in fibra ottica. Di queste, come spiegato su oggi Milano Finanza, circa 3.300 sono già oggetto di obbligo di collegamento da parte di Open Fiber.

Si tratta del piano di intervento nazionale definito dal Governo per promuovere ed incentivare la realizzazione di questa fondamentale infrastruttura per lo sviluppo della rete mobile di nuova generazione e per abilitare una transizione tecnologica avanzata di industrie e imprese, ma anche degli stessi territori per muoversi verso la Gigabit society e avviare in maniera decisa la Strategia italiana per la Banda Ultra Larga.

Il 5G per connettere le zone più isolate del Paese

Come ha avuto modo di spiegare qualche giorno fa il ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, in occasione di un dibattito sulla digitalizzazione all’Assemblea nazionale di Anci a Parma: “E’ la prima volta che si interviene con un piano di finanziamento pubblico nel mercato mobile. Abbiamo l’obiettivo di incentivare la diffusione del 5G su tutto il territorio nazionale perché è necessario a tutti, ma forse è quasi più necessario nei posti più isolati e meno collegati alle aree urbane proprio per permettere il lavoro in remoto e una vita economica e sociale moderna e di livello ovunque, e distribuire di più popolazione e lavoro in maniera più sostenibile”.

Il Piano Italia 5G si caratterizza per un finanziamento pubblico di oltre 2 miliardi di euro approvato a sostegno della crescita del mercato mobile nel nostro Paese.

Un’iniziativa, si legge sul sito del ministero, che punta ad assicurare “un significativo salto di qualità della connettività radiomobile”, mediante “rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB)” e la “densificazione delle infrastrutture di rete”.

Uno degli obiettivi dichiarati del Governom inoltre, “è garantire la velocità ad almeno 150 megabit per secondo (Mbps) in downlink e 50 Mbps in uplink”, nelle tante aree del Paese in cui non è presente alcuna rete idonea a fornire nemmeno connettività a 30 Mbps.

Il 5GItaly di Roma

Di reti di nuova generazione, di innovazione e ricerca e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) parlerà alla quarta edizione del 5GItaly di Roma, il Capo Segreteria Tecnica del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Camilla Sebastiani.

Un evento promosso dal CNIT, il Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni, che si terrà nella Capitale dal 30 novembre al 2 dicembre.

Nella tre giorni della conferenza, ampio spazio sarà dedicato all’Italia e all’Europa, in particolare, alla strategia inserita dal Governo italiano nel PNRR, che prevede l’allocazione di importanti investimenti nella digitalizzazione del paese, a partire dalle infrastrutture di rete.