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5G, Bruxelles frena: ‘Rischio frammentazione senza standard comuni’

La Commissione Europea ripropone al Mobile World Congress di Barcellona le sue ambizioni nella corsa al 5G, ma mette in guardia la industry sulla necessità di stabilire prima che sia troppo tardi gli standard internazionali per evitare false partenze. “Non ci sarà una seconda possibilità”, ha detto il vice presidente della Commissione Andrus Ansip, responsabile per il Mercato unico digitale nel suo speech di ieri (qui il testo in Pdf).

Ansip ha detto che “bisogna evitare la frammentazione” a livello di standard, pena il rischio più che concreto di “carenze di interoperabilità per le connessioni mobili degli utenti”, che in assenza di tecnologie e specifiche condivise a livello internazionale potrebbero essere a macchia di leopardo quando gli utenti vanno all’estero.

In sostanza, secondo Ansip è obbligatorio fissare standard comuni in anticipo per lo sviluppo del 5G, evitando così decisioni a breve termine “difficile da cambiare in un secondo momento”.

Il commissario Ue mette in guardia i diversi stati membri, ma anche la comunità internazionale, dalla realizzazione di soluzioni fai-da-te che non tenga conto, ad esempio, della necessità di frequenze condivise a livello globale per il corretto funzionamento dei device in ottica IoT.

Il rischio è che diversi paesi, ad esempio Corea del Sud, Giappone, Cina, Usa utilizzino porzioni di spettro differenti per la standardizzazione del 5G compromettendo così l’utilizzo dei device oltrefrontiera. In altre parole, vale la pena rallentare la corsa al 5G per mettersi prima d’accordo su regole comuni e condivise per non frazionare il mercato.

Le parole di Ansip sembrano una frenata, in contrasto con l’ansia febbrile mostrata dalla Commissione Ue negli ultimi 2 anni sul dossier 5G, con un piano a tappe forzate che secondo Bruxelles dovrà culminare nel 2025 con una copertura capillare dei grandi centri urbani e delle principali strade e ferrovie. Secondo stime della Ue, il 5G porterà benefici economici per 113 miliardi di euro all’economia continentale.

Ma la realtà è complessa, la frammentazione tecnologica è dietro l’angolo, e le telco vedono nel 5G un’occasione per negoziare condizioni più favorevoli sul fronte della regolazione sulla net neutrality (vedi il manifesto di 17 telco Ue di luglio) e sull’abolizione del roaming.

L’aspetto più preoccupante per la Commissione Ue, affrontato da Ansip nel suo discorso, è il vantaggio netto dell’industria privata asiatica nella fase di sperimentazione ed elaborazione del 5G, con standard decisi unilateralmente. Il rischio, in altre a parole, è che nascano diversi 5G, uno nella Ue e l’altro in Asia, incompatibili fra loro.

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