La decisione

5G, anche il regolatore belga boccia il fair share per le Big Tech

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Il regolatore belga ha respinto l'ipotesi di avallare la cosiddetta tassa su Internet a carico delle Big Tech per la realizzazione delle reti ultrabroadband.

Il regolatore belga delle Tlc, IBPT-BIPT ha respinto l’idea di imporre obblighi finanziari alle principali società tecnologiche, come Google e Microsoft, per contribuire al finanziamento del 5G e dell’implementazione della banda larga nel paese, ha riferito Reuters.

Nonostante il forte pressing degli ex incumbent europei come Deutsche Telekom per l’introduzione del modello cosiddetto ‘fair share’, la IBPT-BIPT ha sottolineato come non vi sia alcuna evidente necessità di imporre ai giganti tecnologici di contribuire finanziariamente all’espansione delle reti 5G.

La proposta degli operatori di telecomunicazioni, che suggerisce che le grandi aziende tecnologiche dovrebbero contribuire ai costi associati al 5G e alla banda larga, ha incontrato resistenza da parte di questi giganti della tecnologia, con preoccupazioni sollevate sulla prospettiva che tali contributi siano simili a una vera e propria “tassa su Internet”.

In realtà, lo stesso commissario al mercato interno Thierry Breton ha preso le distanze.  

Il rapporto dell’IBPT-BIPT afferma: “L’IBPT-BIPT ritiene che la necessità di obbligare le piattaforme Internet a pagare gli operatori di rete non sia sufficientemente dimostrata”. Inoltre, ha sottolineato che l’autorità di regolamentazione ritiene che non vi sia alcuna necessità dimostrata di introdurre una tariffa basata sul volume di traffico Internet per il mercato belga.

E mentre gli operatori di telecomunicazioni europei continuano a spingere per un impegno finanziario da parte dei principali attori tecnologici, il regolatore belga suggerisce che qualsiasi decisione su tali regole potrebbe dover attendere l’esito della prossima Commissione europea, che seguirebbe le elezioni del Parlamento europeo previste per il prossimo anno.