Riforma Tlc

5G, nuovo allarme delle telco Ue ‘Parlamento e Consiglio troppo timidi’

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Le principali associazioni delle telecom europee contestano un approccio troppo morbido da parte della politica per spingere lo sviluppo delle nuove reti.

Il dibattito in corso a Bruxelles sulla riforma europea del settore Tlc preoccupa i maggiori operatori della industry, che oggi con una nota congiunta firmata dalle principali associazioni del Vecchio Continente (Etno, Gsma Europe, Cocir, Cable Europe, Developers Alliance, DIGITALEUROPE) lanciano l’allarme 5G. In sostanza, le telco europee temono che il dibattito in corso in seno al Parlamento e al Consiglio europeo sia alquanto annacquato sul fronte degli incentivi agli investimenti e alla deregulation, rispetto agli ambiziosi obiettivi (forse eccessivi) fissati dalla Commissione Europea nel suo Action Plan per la Gigabit Society delineata dalla Commissione a settembre 2016, che prevede i primi test sul 5G nel 2018 e le prime reti operative in almeno una grande città per ogni paese dell’Unione nel 2020.

Il nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e la regolazione sull’e-Privacy sono i due capisaldi della riforma Ue delle Tlc, ma secondo le telco questi due strumenti normativi rischiano di perdere di vista la stella polare che può spingere l’Europa nella nuova era del 5G, in particolare sul fronte dei nuovi business model sottesi allo sviluppo di nuovi mercati verticali. In particolare, al centro del dibattito in corso nei palazzi della Ue si sarebbe persa la spinta su quattro aspetti considerati fondamentali dalla industry, che sono quattro, ma che al momento sembrano passati in secondo piano nel dibattito:

  • Un contesto regolatorio pro-investimenti, che favorisca una prospettiva trasversale di investimenti fra diversi settori;
  • Regole che favoriscano l’innovazione per consentire lo sviluppo di nuovi modelli di business e servizi cross settoriali per garantire lo sviluppo di nuovi servizi IoT e M2M;
  • Politiche armonizzate e prevedibile sullo spettro radio;
  • Richieste flessibili sulla privacy, che consentano di potenziare l’innovazione in mercati basati sui dati e tramite.

“Al momento – si legge nella nota diramata oggi – nonostante alcuni elementi positivi, siamo preoccupati che il dibattito in corso al Parlamento e al Consiglio Europeo tralasci questi aspetti a vantaggio di un approccio più timido che farà poco per migliorare le chance di successo dell’Europa (sul 5G ndr). Al momento, le prospettive per gli innovatori appaiono piuttosto grigie. C’è poca attenzione all’alleggerimento dei lacci regolatori; al contrario, ci sono piani per appesantire ulteriormente regole e complessità normativa sia per quanto riguarda il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche sia per ciò che concerne la regolazione ePrivacy”.