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5G: 24 milioni di abbonati nel 2021. Europa in ritardo

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Asia e Nord America faranno la parte della lepre nella fase di decollo dei primi servizi commerciali 5G, Europa e Medio Oriente costretti a inseguire.

Nel 2021 saranno 24 milioni a livello globale i sottoscrittori di servizi commerciali 5G, il nuovo standard di comunicazione wireless, che sarà diffuso un po’ dappertutto nel panorama delle telco nel 2020. Lo prevede la società di ricerca Ovum, secondo cui il decollo del 5G avverrà in primo luogo in Nord America e Asia, che fra 5 anni conteranno l’80% dei sottoscrittori, con un vantaggio competitivo non da poco nei confronti di Europa e Medio Oriente, che per allora avranno una quota del 10% a testa di abbonati.

In altre parole, Ovum prevede che la corsa al 5G vedrà l’Europa in una posizione di inseguitrice rispetto ad altri mercati, in primis Nord America e Asia, che già si stanno muovendo in fretta per vincere la corsa al nuovo paradigma di comunicazione wireless, che aprirà la strada all’Internet of Things.

“L’utilizzo principale del 5G nel 2021 riguarderà servizi di broadband mobile, per quanto anche servizi di broadband fisso saranno supportati soprattutto negli Usa”, ha detto Mike Roberts, Ovum Practice Leader for carrier strategy and technology, secondo cui i nuovi servizi legati all’Internet of Things e a comunicazioni mission critical non saranno al centro del 5G nella sua prima fase di sviluppo.

Secondo la definizione di Ovum, una sottoscrizione 5G implica la connessione di una rete 5G con un dispositivo 5G. Il nuovo paradigma wireless fra le sue caratteristiche dovrà inoltre essere compatibile con gli standard 3GPP.

Nel Regno Unito, Ofcom ha annunciato che i primi servizi 5G potrebbero essere disponibili nel 2020, ma gli analisti di Ovum non sono convinti che ciò possa avvenire. I primi paesi dove il 5G raggiungerà il mercato sono la Corea del Sud, gli Usa, il Giappone, la Cina, tutti mercati dove gli operatori stanno correndo per anticipare i tempi e l’Europa, dove la Svezia conta di lanciare le prime reti nel 2020.

Non è ancora chiaro a livello internazionale quali porzioni di spettro saranno dedicate al 5G. Si sulle alte frequenze e sui 700 Mhz, ma per ora non c’è un approccio condiviso a livello internazionale e nella Ue si partirà non prima del 2020 in diversi paesi, fra cui l’Italia. La Commissione Europea spinge per accelerare la liberazione dei 700 Mhz, ma con ogni probabilità non si raggiungerà una posizione comune prima del 2020-2022. Il che, ovviamente, favorirà il decollo dell’Internet of Things in altri mercati globali.