Legge di bilancio

Web tax in vigore dal primo gennaio 2020. Tutte le modifiche in Manovra

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Non ha ancora visto la luce, ma cambia già connotati la web tax, l’imposta sui servizi digitali introdotta nella Legge di Bilancio 2019 e oggi al vaglio del Parlamento nella nuova Manovra 2020.

Non ha ancora visto la luce, ma cambia già connotati la web tax, l’imposta sui servizi digitali introdotta nella Legge di Bilancio 2019 e oggi al vaglio del Parlamento nella nuova Manovra 2020. C’è comunque da tener presente il fatto che la web tax sarà in ogni caso una norma transitoria, in attesa che l’Unione Europea vari una normativa continentale in materia. La web tax entrerà in vigore il primo gennaio 2020 senza bisogno di decreti attuativi.

Aliquota al 3% sui ricavi digitali

La norma, qualunque sarà il testo finale, avrà quindi un carattere transitorio sarà applicabile a tutte le imprese che operano online e prevede un’aliquota del 3% su tutte le aziende che realizzano a livello globale ricavi non inferiori a 750 milioni di euro e ricavi derivanti da servizi digitali erogati nello Stato non inferiori a 5,5 milioni. I ricavi da considerare, si precisa nelle modifiche approvate al testo al vaglio del Parlamento, sono quelli relativi all’anno solare precedente.

L’articolo 84 del DDL di bilancio 2020 precisa inoltre che non rappresenta presupposto impositivo la realizzazione di taluni servizi, come ad esempio la fornitura diretta di beni e servizi nell’ambito di un servizio di intermediazione digitale, oppure la fornitura di quei beni e servizi, oppure ancora la messa a disposizione di un’interfaccia digitale il cui scopo esclusivo o principale è quello di fornire agli utenti contenuti digitali, servizi di comunicazione o servizi di pagamento.

​Ora non resta che attendere se l’iter parlamentare modificherà ancora la norma.

Oltre la web tax per risolvere le asimmetrie competitive

La web tax dovrebbe quindi entrare in vigore da gennaio prossimo in Italia, stando al disegno di legge di Bilancio 2020, con 750 milioni l’anno previsti nelle casse dello Stato. Ma la tassazione dei giganti del web “non esaurisce il tema della regolamentazione delle piattaforme multinazionali di intermediazione online, anzi è solo uno dei molti profili critici di una situazione per la quale è necessario intervenire non solo a livello fiscale ma anche e soprattutto dal punto di vista delle norme di sistema e di politica economica”. La pensa così Davide Rossi Dg di Aires Confcommercio e managing director di EuCER, l’ente che rappresenta a livello continentale le imprese del settore

Questa è la richiesta che sarà lanciata al Governo e al Parlamento nel corso del workshop “Oltre la Web Tax – analisi e riflessioni sulle asimmetrie del commercio moderno”, che si terrà a Roma il 21 novembre. Tra i partecipanti Carlo Sangalli, presidente ConfcommercioMirella Liuzzi, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Carla Ruocco, presidente Commissione Finanze, e Andrea Scozzoli, presidente Aires Confcommercio (Il programma completo e come iscriversi per partecipare).