L'operazione

Vivendi, affari d’oro con la cinese Tencent che rileva un altro 10% di Universal Music per 3 miliardi di euro

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La cinese Tencent sale al 20% in Universal Music, rilevando la seconda tranche del 10% da Vivendi per ulteriori 3 miliardi di euro.

Vivendi, primo azionista di Tim, fa affari d’oro con la Cina. Il gruppo francese ha appena ceduto una seconda tranche del 10% di Universal Music Group (UMG) alla cinese Tencent per 3 miliardi di euro. L’operazione rientra nel quadro dell’accordo questa estate fra le parti, quando Tencent aveva già rilevato la prima tranche del 10% di Universal Music sempre per una cifra di poco inferiore ai 3 miliardi, opzionando la seconda tranche entro l’anno. Nel complesso, Vivendi ha incassato 6 miliardi dal gruppo cinese in cambio del 20% di Universal Music.

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Il valore di Universal Music, sulla base della valutazione fatta dai cinesi di Tencent, è quindi pari a 30 miliardi di euro. Una cifra di tutto rispetto.

La cessione e il pagamento delle quote avverranno nel primo semestre del 2021, ha fatto sapere Vivendi, che dovrebbe utilizzare i fondi freschi a copertura del debito e per finanziare nuove acquisizioni.

Universal Music fra le major

Universal Music Group (UMG) rientra nello stretto novero delle grandi major musicali insieme con Sony e Warner. Nella sua scuderia ci sono dei classici della musica (Beatles, Rolling Stones, Bee Gees, Andrea Bocelli…), anche se il catalogo può annoverare anche delle star contemporanee come Rihanna, Justin Bieber, Lady Gaga o Ariana Grande. A dicembre si è assicurata il catalogo integrale di Bob Dylan.

Il gruppo sta cavalcando il rinnovato interesse per la musica sulle ali del successo dei grandi gruppi di streaming in abbonamento: ha visto il giro d’affari crescere del 18,9% a 7 miliardi di euro nel 2019, contribuendo in maniera decisa all’incremento del giro d’affari della controllante Vivendi, proseguendo il suo exploit anche durante la crisi sanitaria di quest’anno.

Il consorzio guidato dalla cinese Tencent era entrato in Universal Music alla fine del 2019, con un’opzione per l’acquisto supplementare di un altro 10% fino al 2021. Opzione esercitata, con l’obbligo di rilevare anche una quota minoritaria nella filiale cinese di di Universal Music Group, nel quadro dell’accordo sottoscritto il 20 marzo 2020. Inoltre, Vivendi sta cercando acquirenti disposti a rilevare altre quote in partecipazioni minoritarie. L’obiettivo è quotare in borsa Universal Music nel 2022.

Acquisizioni in vista?

Secondo il comunicato di Vivendi, il gruppo francese dovrebbe usare i nuovi fondi a copertura del debito e per l’acquisto di azioni e acquisizioni. In particolare, il gruppo avrebbe messo nel mirino il mercato editoriale. Lunedì scorso, ha avviato negoziati esclusivi con l’editore Gruner + Jahr, filiale della tedesca Bertelsmann, per rilevare la totalità di Prisma Media per una cifra compresa fra 100 e 150 milioni di euro, secondo voci di stampa.

Potrebbe inoltre essere interessata ad altri gruppi editoriali, fra cui Lagardère, e potrebbe anche decidere di reinvestire nei diritti del calcio per la Ligue 1, in quanto proprietaria di Canal+, dopo l’uscita di scena degli spagnoli di Mediapro.

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