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La strategia per la trasformazione digitale delle Regioni. Il ruolo primario del ministro Boccia

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Il ruolo di questo Ministero è rilevante sotto diversi profili e, per ragione di sintesi, possiamo sostenere la sua specifica rilevanza in quanto si occupa del più ampio sistema istituzionale-amministrativo del Paese (oltre 10.000 enti).

Quali sono i decisori pubblici che devono intervenire per definire le strategie per la trasformazione digitale, per l’attuazione dell’Agenda digitale, per lo sviluppo di amministrazioni “nativamente” digitali?

I diversi attori pubblici del digitale in Italia

Sicuramente il Parlamento (che approccia le problematiche del digitale in ordine sparso) ma nel contesto attuale i soggetti interessati sono: il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, il Commissario straordinario per la trasformazione digitale, il dipartimento per la trasformazione digitale, l’AgID.

Questi soggetti hanno compiti specifici che hanno bisogno di un forte coordinamento (tutto da costruire) oltre che di strategie comuni (tutte da definire).

In sintesi: il Ministro per l’innovazione si dovrebbe occupare dello sviluppo del digitale pubblico e privato (siamo sempre al 25 posto della classifica DESI); il Ministro della PA dovrebbe occuparsi di coniugare modelli di pubblico impiego, semplificazione e digitalizzazione amministrativa (operiamo ancora con un approccio analogico anche quando usiamo tecnologie digitali: amministrazioni di carta e poca semplificazione); l’Agid dovrebbe essere il soggetto tecnico per l’attuazione dell’agenda digitale (e speriamo che si prefiguri, prima o poi, un vero ruolo di questa agenzia: l’elenco delle sue competenze è molto lungo); il commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale non abbiamo compreso a fondo cosa abbia fatto dalla sua nascita ad oggi (ma dovrebbe essere nella fase di chiusura); il dipartimento per la trasformazione digitale (neonato; diamo tempo per vedere cosa farà). 

La trasformazione digitale delle Regioni e delle Autonomie locali

Manca all’appello il Ministro per le regioni e le autonomie locali: i responsabili politici di questo ministero senza portafoglio non si sono mai occupati di digitale per le autonomie territoriali e locali in termini strategici.

Il ruolo di questo Ministero è rilevante sotto diversi profili e, per ragione di sintesi, possiamo sostenere la sua specifica rilevanza in quanto si occupa del più ampio sistema istituzionale-amministrativo del Paese (oltre 10.000 enti).

A leggere le deleghe del Ministro Francesco Boccia (Dpcm 5 settembre 2019; Dpcm 26 settembre 2019), le dichiarazioni fatte dal Ministro su “come” intende svolgere la funzione di ministro per questo settore (un approccio innovativo), considerando che c’è la necessità di una riforma non più rinviabile del comparto, uno dei pilastri di questa riforma sarà quello di creare ed alimentare permanentemente un sistema nazionale digitale di dati/informazioni (anche ai sensi dell’art. 117, lettera r) della nostra Costituzione: …..” coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; …..” ).

Questo sistema informativo (i contenuti) è necessario per la programmazione nazionale, regionale, locale; per la riforma dello stesso comparto (necessaria se vogliamo definire una strategia di sviluppo moderno dello stesso comparto e del Paese).

Quindi, al Ministro delle regioni e delle autonomie locali spetta un ruolo primario, necessario, fondamentale per definire le strategie di sviluppo istituzionale degli enti territoriali e locali (assieme e nel rispetto delle stesse autonomie) e quindi anche le strategie della trasformazione digitale dello stesso comparto.

Oggi le strategie innovative istituzionali non possono non considerare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a supporto della costruzione di nuovi modelli moderni di “governo” e di “organizzazione”.

E’ necessario riportare in “equilibrio” il rapporto dati/tecnologie ICT: finora abbiamo parlato molto di “macchine” e poco di dati (che poi sono l’elemento necessario ed essenziale per il funzionamento dei sistemi digitali).

Il citato art. 117 /r della Costituzione costituisce a nostro avviso la corretta linea di sviluppo di una strategia del digitale pubblico in Italia sotto il profilo dei “contenuti” (validi, completi, aggiornati) per i nuovi modelli di programmazione, governo, gestione e servizi. 

Se questa linea non sarà considerata dai diversi attori pubblici del digitale, la strategia nazionale sul digitale risulterà irrimediabilmente miope e scarsamente efficace.