L'indagine

Un quarto degli internauti francesi guarda eventi live stream pirata, crescono le IPTV illegali

di |

Siti web pirata, social networks e IPTV illegali, sono i principali canali di accesso pirata al live streaming televisivo. L’Hadopi mette in guardia gli utenti francesi: attenzione a servizi e piattaforme che violano il copyright, mettono in pericolo la sicurezza informatica dei device e i dati personali.

Un nuovo Report dell’Hadopi, dal titolo “La consommation illicite de programmes tv en direct“, ha puntato il dito sulla pirateria che colpisce le dirette televisive di eventi live, tra cui le più importanti manifestazioni musicali e sportive a livello nazionale ed internazionale.

Dallo studio emerge che il 24% degli utenti francesi di internet ha consumato illegalmente questo tipo di contenuti audiovisivi direttamente su piattaforme pirata e in violazione del copyright.
Tre le principali modalità di accesso rilevate dall’Hadopi (acronimo che sta per Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur l’Internet), autorità francese per la tutela del diritto d’autore su internet, ci sono: la più tradizionale, l’accesso a siti web pirata dedicati (ad esempio RojaDirecta, StreamonSports o FootStream.tv) praticato dal 17% degli internauti; poi ci sono i social networks, sfruttati per questa pratica illegale dal 14% degli internauti di Francia, tramite servizi abbastanza popolari come YouTube Live, Facebook Live, o Periscope; infine, le IPTV illegali, fenomeno nuovo e in crescita che ha già raccolto in poco tempo il 5% degli utenti.

Tutti questi servizi pirata, hanno spiegato i ricercatori dell’Hadopi, non solo causano enormi perdite al settore televisivo e cinematografico, quindi audiovisivo nel suo insieme, ma rappresentano anche una grave minaccia alla sicurezza informatica degli utenti stessi, esponendoli ad alcuni tra gli attacchi peggiori, come malware, spyware e ransomware.
Le IPTV, rappresentano una vera e propria minaccia all’industria audiovisiva, un fenomeno in crescita e che prevede la sottoscrizione di abbonamenti pirata a discapito dell’offerta legale. Dato rilevato nel 54% degli utenti francesi di tali dispositivi set-top-box venduti illegalmente su diversi canali, compreso il vecchio ma sempre efficace “porta a porta” o anche il “passaparola”.

Sull’argomento, lo scorso aprile, la FAPAV Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in collaborazione con la Luiss Business School, ha organizzato un evento a Roma dal titolo Il prezzo della gratuità – Pirateria e rischi informatici”, dedicato proprio ai temi della pirateria e delle minacce informatiche ad essa collegate. “Il prezzo della gratuità, piena o parziale, di questi contenuti offerti illegalmente in rete, in piena violazione della legge sul copyrightha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, nel suo intervento introduttivo all’eventoè proprio questo: esporsi e mettere a repentaglio la sicurezza dei propri dati personali. Gli atti di pirateria per accedere ai contenuti audiovisivi non provocano danni solo nei confronti dell’industria e del sistema economico e professionale che ruota intorno alla cultura, alla creatività e al talento del nostro Paese, ma mettono in serio rischio anche la sicurezza e la privacy degli utenti stessi”.
I danni della pirateria all’industria audiovisiva italiana sono calcolati in 617 milioni di fatturato perso, 171 milioni di mancati introiti, 5.700 posti di lavoro a rischio, 370 milioni di danno a livello di PIL nazionale.

Anche in Italia il fenomeno delle IPTV illegali desta preoccupazione: secondo una ricerca della FAPAV vengono utilizzate dal 35% di chi guarda film, serie e programmi televisivi pirata in streaming (ovvero quasi un quarto del totale dei pirati in Italia), mentre per quanto riguarda i contenuti sportivi è il 23% del totale dei pirati di sport live (ovvero circa un milione di utenti) a preferire questa modalità per accedere ai contenuti.