L'operazione

Tim sposa Canal+ e punta sulla pay tv per spingere la fibra

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L’obiettivo della joint venture appena annunciata è la creazione di una pay tv che spinga l’offerta congiunta fibra e contenuti video premium.

Vivendi alle grandi manovre in Italia, dove per uscire dall’impasse regolatorio in cui si trova per la doppia partecipazione in Tim e Mediaset e uscire dall’angolo, punta sulla pay tv per accaparrarsi nuovi clienti in fibra. E’ per questo che il primo azionista francese di Tim, con una quota del 23,94%, ha dato vita venerdì alla joint venture con Canal+, la pay tv francese controllata al 100% dalla stessa Vivendi. Per Canal+, ricorda Le Figaro, si tratta di un ritorno in Italia dopo 15 anni. All’epoca la tv francese, in crisi finanziaria, lasciò il nostro paese rivendendo la filiale italiana Tele+ alla concorrente Sky.

Ora invece il ritorno. Canal+ sosterrà Tim nell’acquisizione di diritti e nella produzione di film e serie televisive ma anche nell’acquisto di diritti sportivi.

Insieme, Canal+ e Tim svilupperanno una nuova offerta di pay tv lineare e non lineare (Svod, Vod, catch-up) con un mix di serie in coproduzione, diritti acquistati da terzi ma anche diritti sportivi come le Olimpiadi, il Tour de France e il Giro d’Italia detenuti da Tim.

L’obiettivo, è creare un nuovo operatore convergente sul modello di Altice in Francia o di Comcast negli Usa. Una mossa disegnata per fronteggiare l’ondata di nuove produzioni Usa, da Netflix e Amazon e ben presto Apple, unendo le forze per la coproduzione di serie originali e costose attraverso investimenti di lungo periodo da ammortizzare in diversi mercati, secondo Le Figaro, secondo cui Tim è il partner naturale di Canal+, all’interno della stessa galassia Vivendi guidata da Arnaud de Puyfontaine.

Nel quadro della joint venture, Tim controllerà il 60% del capitale e Canal+ il 40%, un ribilanciamento rispetto alle quote dell’80% e del 20% emerse in precedenza.

Tim nominerà 3 dei 5 membri del cda, Canal+ gli altri 2. Questo è il primo passo prima di trovare la quadra su un accordo di distribuzione di Canal+ in Italia aperto ai 7,4 milioni di telefonia fissa e i 29 milioni di clienti mobili.

Lo scopo della joint venture, si legge nella nota di venerdì scorso di Tim, è di disegnare e realizzare l’offerta di contenuti video premium che TIM offrirà ai propri clienti per accelerare lo sviluppo della connettività in fibra. “Con questa operazione TIM fa un importante passo avanti nella strategia di convergenza tra telco e media”, commenta l’amministratore delegato Amos Genish.  “La joint venture con Canal+ ci permetterà, infatti, di cogliere le nuove opportunità di crescita in un mercato in continua evoluzione, attraverso un’offerta commerciale di connettività in fibra unita a contenuti video premium”.

In altre parole, l’obiettivo di Tim è quello di spingere gli abbonamenti in fibra attraverso nuovi contenuti originali a pagamento.

Primo banco di prova della nuova joint venture sarà l’asta per i diritti della Serie A per il triennio 2018-2021. Alla nuova società potrebbe essere invitata a partecipare anche Mediaset, per superare lo scontro in atto con Vivendi per la mancata acquisizione di Premium. Ma per ora non ci sono novità in questa senso. Lo ha confermato oggi Gina Nieri, consigliere di Mediaset e direttore degli affari istituzionali e delle analisi strategiche della tv, che, a margine di un evento all’Università Iulm di Milano ha detto: “Non è ancora arrivata alcuna bozza in Cda”, per poi aggiungere: “È ancora tutto a livello di legali”.